03-04-08 h 18.30
La cultivar è però in calo rispetto allo scorso anno, come l’Inzolia. In aumento, invece, Nero d’Avola e Syrah
Il Catarratto il vitigno
più diffuso in Sicilia
Si conferma il trend calante del Catarratto e del trebbiano e quello crescente del Nero d’Avola e dei vitigni internazionali, sia quelli “storici”, già presenti nel 2000 (Syrah, Merlot, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Fiano, Petit Verdot), sia quelli di più recente introduzione.
Continuano a crescere, invece, altri autoctoni di pregio, come il Grillo e lo Zibibbo. Di nuovo in crescita, nel 2008, dopo anni di calo, il Nerello Mascalese, il Frappato e il Perricone. Sono questi alcuni dei dati elaborati dall’Ufficio Studi dell’Istituto regionale della Vite e del Vino sulla base delle cifre fornite dall’assessorato regionale Agricoltura e foreste.
D’obbligo alcune differenziazioni. Da un lato ci sono i vitigni “ubiquitari”: il Nero d’Avola, lo Chardonnay, il Merlot. A questi vanno aggiunti i vitigni “a connotazione territoriale”: Catarratto e Trebbiano (Trapani, Palermo e Agrigento); Inzolia (Trapani, Agrigento e, a distanza, Palermo); Grecanico e Syrah (Trapani e, a distanza, Palermo e Agrigento); Bamaschino, Zibibbo, Petit Verdot (Trapani); Fiano e Barbera (Agrigento); Nerello Cappuccio (Agrigento e Caltanissetta). Infine esistono le province “monovarietali”, quelle dove è predominante una cultivar piuttosto di un’altra. A Catania l’83,3 per cento della superficie vitata è occupata da Nerello Mascalese; a Siracusa, Ragusa, Calatanissetta il Nero d’Avola rappresenta rispettivamente l’87,3%, il 64,9%, il 64%.
Stando ai dati dell’assessorato all’Agricoltura il vitigno più diffuso è il Catarratto bianco comune che, con una superficie 38.079 ettari, rappresenta il 31,8 per cento del totale, seguono il Nero d’Avola (19.304 ettari con il 16,1%); il Trebbiano (7.897 ettari con il 6,6%); l’Inzolia (7.795 con 6,5%); il Syrah con 5.357 ettari, che rappresentano il 4,5 per cento del totale.