Questa mattina, presso la sede del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella a Villa Brenzoni Bassani, si è tenuto il consueto incontro fra i rappresentanti del Consorzio, delle aziende e delle associazioni di categoria, per la valutazione congiunta sui valori delle uve in vista dell’imminente vendemmia.
Sul tavolo, dati sul trend degli ettari rivendicati, delle produzioni di uva, degli imbottigliamenti e delle giacenze, nonché i prezzi camerali delle uve Valpolicella degli ultimi anni. “Oggi più che mai il confronto sulle dinamiche produttive e di mercato è fondamentale – spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella –. Infatti, con le aziende e le associazioni di filiera dobbiamo spingere sempre di più sulla qualità e sul posizionamento per vincere la guerra contro le speculazioni, a partire dai valori delle uve. Solo così potremo sostenere il sistema Valpolicella e, in generale, il made in Italy enologico”.
Premiare il prodotto di eccellenza, come nel caso dell’Amarone della Valpolicella docg, in termini di prezzo e proporre prodotti diversi tra loro e in grado di coprire molti segmenti di mercato, è dunque la priorità emersa nell’incontro di oggi. La Valpolicella muove un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro, di cui oltre la metà grazie al Grande Rosso veronese, che viene esportato per il 67%. Tra i paesi target, Stati Uniti (14%), Svizzera (12%), Regno Unito (11%), Germania e Canada (10%). Seguono Svezia (8%), Danimarca (7%), Norvegia e Paesi Bassi (6%). Cina e Giappone pesano congiuntamente circa il 3%, sebbene il valore dell’export in questi due paesi sia cresciuto notevolmente nell’ultimo quinquennio.
C.d.G.