di Emanuele Scarci
Cinque new entry su 15.
Il nuovo Cda del Consorzio del Brunello di Montalcino avrà 5 nuovi consiglieri dopo le elezioni per il triennio 2022/2025 che si terranno venerdì 27 maggio. Si tratta di Alex Bianchini (Ciacci Piccolomini D’Aragona), Maurizio Bogoni (Ruffino), Piero Novello (Tenuta dell’Incanto), Francesco Ripaccioli (Canalicchio di Sopra) e Adriano Rubegni (La Vigna).
Impossibile sbagliare i nomi degli eletti perché ai nastri di partenza si sono candidati in 15, esattamente il numero dei componenti che domani i soci del Consorzio dovranno eleggere per il Cda. A parte le new entry, si ricandidano Fabrizio Bindocci (presidente uscente e, secondo indiscrezioni, destinato alla riconferma), Stefano Bambagioni, Giacomo Bartolommei (vice presidente uscente), Tommaso Cortonesi, Elisa Fanti, Ermanno Morlacchetti, Giovanni Neri, Bernardino Sani, Riccardo Talenti (vicepresidente uscente) ed Enrico Viglierchio. Secondo lo statuto, il nuovo Cda nominerà il presidente e i 3 vicepresidenti.
Brunello e pandemia
“Ringrazio i candidati – dichiara Bindocci – per lo spirito di sacrificio dimostrato: lavorare in Consorzio significa investire molte ore e, a volte, giornate intere che si sottraggono all’azienda”. Quale la valutazione del lavoro svolto dal Cda uscente? Indubbiamente positiva. Ha dovuto affrontare gli effetti della pandemia, ma, per sua fortuna, con due annate forti del principe dei vini toscani, il Brunello 2015 e 2016 che hanno prodotto risultati record: nel 2021 sono state rilasciate fascette per 11,4 milioni di bottiglie, +24%. Inoltre il Consorzio ha concordato strumenti finanziari ad hoc per affrontare l’emergenza sanitaria nel 2020, come il pegno rotativo (con il vino a garanzia dei prestiti) concordato con Crédit Agricole e Banca Mps, ha ottenuto il sostegno della Regione Toscana e, soprattutto, non ha mai scalato le marce della promozione che impegna gran parte dei 2,7 milioni del bilancio del Consorzio ilcinese.
Gestire il successo
Chi rinuncia al terzo mandato per il Consorzio è il vicepresidente uscente Stefano Cinelli Colombini che motiva la rinuncia per l’età (65 anni) e il carico di impegni. E non per il ricambio generazionale. “Il ricambio generazionale è cosa già fatta – risponde l’imprenditore -. Sono 3 mandati che stiamo innovando e i giovani sono larga maggioranza. Sono bravi e un’ottima generazione”. Quali consigli per il prossimo Cda? “Il Consorzio ha dimostrato nei fatti che funziona. Quando si interviene su un successo bisogna continuare su quella strada. Certo, poi il successo va gestito e non è una cosa semplice”. Infine, secondo Cinelli Colombini i circa 3 milioni del bilancio del Consorzio “non sono poca cosa. Si parla di 10 milioni di bottiglie. Quasi tutto è speso in comunicazione perché la struttura è abbastanza agile. A livello nazionale credo sia il più grosso investimento in comunicazione fatto dal vino in Italia”.