di Fabiola Pulieri
In epoca di pandemia, durante lockdown e restrizioni, e in mancanza di fiere di settore come il Vinitaly e similari, per fortuna ci sono le degustazioni online per continuare a monitorare ed apprezzare la crescita di realtà legate al vino che nel frattempo si evolvono sempre più.
È il caso di “Doc Friuli & Friends” l’evento che già da diversi anni è promosso dal Consorzio Vini del Friuli per portare alle manifestazioni nazionali e internazionali i migliori vini della Regione e i più rappresentativi. In questi giorni, non potendosi organizzare in presenza gli incontri dedicati a questo evento, si stanno svolgendo diverse degustazioni “da remoto” per presentare novità e trovare conferme nelle etichette dei consorziati friulani selezionate per essere apprezzate da estimatori e consumatori di tutto il mondo. Una prima degustazione si è tenuta nei giorni scorsi con quattro aziende e altrettante etichette che hanno presentato il loro Pinot Grigio, vitigno estremamente amato nei paesi anglosassoni, Stati Uniti in primis, in cui è conosciuto con l’appellativo di “wine afternoon” ossia vino del pomeriggio dedicato all’aperitivo. Quanto sia bevibile nel pomeriggio è tutto da verificare visto che di gradi non ne ha pochissimi e certo va sorseggiato con cautela, ma si sa, gli americani privilegiano il vino bianco e il pinot grigio è sicuramente tra i loro preferiti. È un vino pensato per l’estero e quindi molto bevibile, piacevole e perfetto come aperitivo.
(I vini in degustazione)
La degustazione in questione è stata guidata dal bravissimo Matteo Bellotto, consulente e responsabile promozione delle Doc del Friuli Venezia Giulia, ed è apparsa da subito intrigante e interessante forse perché Matteo è anche uno scrittore ed è stato capace di raccontare al meglio il territorio delle Doc e addentrarsi nella storia di ciascuna azienda e ciascuna etichetta facendo apprezzare profumi, gusti e sensazioni che solo un vino può dare. Ma in tutto ciò un ruolo molto importante l’ha giocato la scelta del Consorzio Doc FVG, attraverso la MG Logos, di creare un’atmosfera amichevole e rilassata intorno alla degustazione, quasi ci si trovasse in salotto, con pochi amici giornalisti intenti a sorseggiare e delineare le sfumature dei vini raccontate attraverso le parole di Matteo Bellotto e i sentori e i profumi sprigionati dai calici.
Il primo vino degustato è stato il Pinot Grigio Colle Villano: molto gradevole e dal gusto morbido e vellutato è ottenuto con una soffice pressatura e si percepisce. Leggerissime note amare sul finale con un retrogusto appena accennato di bruciato con un’acidità ben compensata. La zona di produzione è quella della Doc Friuli Colli Orientali, appena a nord di Cividale, una zona fresca con forti escursioni termiche che ne accentuano profumi e sentori.
Il secondo vino in degustazione è stato il Pinot Grigio Zorzettig: elegante con profumi avvolgenti. Studiato nei minimi dettagli, affinato con sapienza e precisione, arriva prima con i suoi profumi di mela e pesca per poi sorprendere al palato con un gusto complesso, morbido, leggermente agrumato, fresco e piacevole. L’alcol arriva lento, in seconda battuta, e la mineralità che rilascia una leggera sapidità fa intravvedere il mare in lontananza mettendo in evidenza una pressatura dolce, soffice e gentile.
Il terzo vino degustato è stato il Pinot Grigio 2019 di Foffani: la zona di produzione è diversa dai precedenti perché qui ci si sposta a Clauiano (Ud), tra i borghi più belli d’Italia, in una zona molto calda con terreni argillosi e ciottoli, la Doc Friuli, che annovera una grande diversità di composizione del terreno in uno spazio abbastanza ridotto. Questo pinot grigio è vinificato con una leggera macerazione sulle bucce che gli conferisce il colore più scuro con sfumatura “ramata”. Il pinot grigio è vinificato in bianco, ma negli ultimi anni si sta piano piano virando verso il ramato per diversi motivi non ultimo il colore accattivante e la ricerca che ogni produttore sta facendo ai fini di una migliore resa dell’uva. Il vino dell’azienda Foffani è molto ricercato, si percepisce immediatamente dai profumi eleganti e al gusto sviluppa rotondità ed equilibrio con una piacevole freschezza che lascia percepire un leggero tannino che dona la giusta corposità lasciando intravvedere una evoluzione possibile del vino stesso. Davvero interessante, si può abbinare facilmente a diversi piatti e questo lo rende anche molto versatile a tavola.
Ultimo vino degustato è anch’esso annoverabile nella categoria dei “ramati” ed è il Pinot Grigio Ramato 2019 di Scarbolo: ancora una zona di produzione diversa dalle precedenti, qui siamo in aperta pianura friulana all’estremità orientale delle Grave del Friuli. Questo vino incarna la visione moderna dei vini ramati con una macerazione di 24 ore ad una temperatura di 10°C e una delicata pressatura. L’azienda Scarbolo ci tiene a specificare la composizione del vino che è Pinot Grigio al 99,69% e Chardonnay allo 0,31% una nota particolare che probabilmente è più un esercizio di stile nei confronti dell’estero, degli Stati Uniti in particolare, attenti ai minimi dettagli. All’olfatto si sprigionano sentori agrumati ma anche mela e frutti rossi. Al gusto è fresco, con un tannino gentile e una leggera sapidità. Molto interessanti si prospettano i possibili abbinamenti con la pizza o con piatti speziati e persino orientali come i noodles o il ramen. Sicuramente questa azienda strizza l’occhio al di fuori dei confini friulani ma anche italiani e si pone già con uno sguardo alla Cina e al mercato cinese tutto da conquistare. Seguirà a breve una seconda tornata di degustazioni promosse dal Consorzio Doc Friuli Venezia Giulia che avrà come protagoniste altre quattro aziende ed altrettante etichette.