Quando la birra chiama, chiama.
Lo sa benissimo Giampaolo Caruso, 39 anni, di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Che ha lasciato il lavoro per cui aveva studiato (ha una laurea in scienze della comunicazione e un master in comunicazione e marketing, conseguiti alla Sapienza di Roma) per dedicarsi alle birre artigianali. Lui per ora è una “beer firm”, ossia un produttore senza birrificio. “Ma conto di aprirlo al più presto”, dice. Intanto ha fatto il suo debutto la prima birra “firmata” da Caruso, la 91026 bianca. Si tratta di una blanche belgian ale e Caruso spiega il motivo della sua scelta: “Una birra nata in un momento difficile della nostra storia – dice – Una birra che ha bisogno di equilibrio, in cui bisogna saper spingere su determinate cose ma sapere dove fermarsi, essere infiammati ma non focosi, avere la capacità di essere folli ma allo stesso tempo lucidi. Credo che questa birra rispecchi benissimo il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo”. La birra è molto interessante, con un bel colore giallo paglierino, schiuma compatta, i sentori del coriandolo, l’arancia rossa, 4 diversi tipi di luppolo. Con una particolarità sull’etichetta: “La bianca è il primo tassello di un progetto che prevede sei tipologie – racconta Giampaolo Caruso – Ad ogni birra è associata un’iconografia dedicata e con la bianca iniziamo una composizione narrativa”. La bianca è dedicata alla donna siciliana, “e anche alla Sicilia madre terra”, aggiunge Giampaolo Caruso. In cantiere c’è già la seconda birra, una Pilsener, “che sarà dedicato all’uomo siciliano”.
Giampaolo è molto metodico nella selezione degli ingredienti. Utilizza grani antichi siciliani e prodotti ricercati del territorio. La bianca in questo momento è stata prodotta in 13 mila bottiglie di vari formati. Il suo approccio al mondo della birra artigianale è arrivato proprio ai tempi dell’università. “Facevo la birra con i kit – racconta – che sono tanto brutti quanto affascinanti. Lì ho percepito qualcosa e ho iniziato a studiare”. Sin dal primo giorno in cui arrivò a Roma, aveva le idee chiare in testa: “Sarei tornato in Sicilia”. E così è stato. Due tirocini nell’ambito dei suoi studi, poi la voglia di cambiare. “Ho aperto una mia agenzia di comunicazione – dice – ma poi l’ho chiusa. Ho dovuto fare i conti con troppe cose che non mi piacevano. E allora lì ho rispolverato i miei studi da mastro birraio”. Sarà stata l’ispirazione di Torretta Granitola a Mazara del Vallo, luogo in cui Giampalo si rifugia due volte al giorno, o la voglia di cose nuove, ecco nascere 91026 factory, il nome scelto per il suo birrificio. “Io voglio raccontare una storia con la mia azienda – dice Giampaolo – Oggi in Sicilia il mondo della birra artigianale è davvero in gran fermento. Anche i colossi industriali se ne sono resi conto. Ma tutto è nelle nostre mani”.
G.V.