Biancolilla, Cerasuola e Nocellara. Il blend più classico degli oli della Sicilia occidentale.
Per saperne qualcosa di queste tre cultivar cliccate su questo link. Questa settimana vi parliamo dell'extravergine di Ravidà, un'azienda nata in Menfi (Ag) in contrada La Gurra addirittura nel diciottesimo secolo e che già allora produceva olio. Nel 1975 Nicolò Ravidà decise di abbandonare il suo lavoro di ingegnere per diventare agricoltore e da tecnico affrontò la sua nuova occupazione cercando di modernizzare la campagna. Introdusse nuove cultivar: Leccino, Frantoio, varietà tipiche dell'Italia Centrale nonché la SF 17, ottenuta per impollinazione dalla Frantoio dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e brevettata. Si arriva al 1991 quando sua figlia Natalia, lavorando a Londra come giornalista e notando l'assoluta assenza dell'olio siciliano all'estero, decise che era arrivato il momento di affrontare il mercato straniero. Così Ravidà divenne la prima azienda oleica siciliana ad esportare all'estero facendo conoscere la bontà e le qualità dell'extravergine isolano. Nel tempo sono tanti i riconoscimenti ottenuti e le favorevoli recensioni nei media specialmente stranieri.
Oggi Natalia è presidente dell'azienda familiare con vigneti e 24 ha di uliveto e una produzione di olio di 45.000 litri venduto quasi completamente all'estero. Tutto l'uliveto, in gran parte con ulivi secolari, è coltivato in biologico, inoltre sono acquistate produzioni vicine di olive selezionate.
Le olive sono raccolte a mano e con l’aiuto di vibratori multi-direzionali non da tronco, tra metà
ottobre e metà dicembre. Dopo la defoliazione e il lavaggio, le olive dal 2004 sono molite nel frantoio aziendale con estrazione dell’olio attraverso sistema continuo a due fasi, che consiste nella separazione per centrifuga dell’olio dalla sansa e dall'acqua di vegetazione in contemporanea.
La molitura avviene con frangitore a dischi, più delicato nei riguardi della drupa, e con gramolatura a temperatura inferiore a 27°. L'olio che si ottiene ha massimo 0,10-0,20 di acidità.
A dimostrazione che è il territorio a scegliere e valorizzare le varietà i Ravidà hanno sperimentato che le cultivar non autoctone alla fine danno nei loro terreni oli meno interessanti, per cui le citate toscane sono rimaste molto marginali nella produzione.
Passiamo alla degustazione dell'olio nuovo appena imbottigliato. All'olfatto si presenta con un fruttato medio-intenso e spiccate note vegetali: pomodoro più in frutto che in foglia, fieno sfalciato, cardo-carciofo; è intenso e fruttato. All'assaggio è viscoso con assenza di dolce e un amaro progressivo e piacevole, infine un retrogusto piccante. Un olio particolarmente pieno ed equilibrato.
Di facilissimo abbinamento, consigliabile con le zuppe, le carni, il pesce.
La bottiglia da ½ litro ha un prezzo di 15 euro. Ma se non lo trovate potete sicuramente acquistarlo da Harrod's a Londra e da Isetan a Tokyo.
RAVIDA' |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |