Oglialora Messinese e Biancolilla in biologico.
Siamo in contrada Piana – Cuprani, territorio di Librizzi (Me), sul versante Nord dei monti Nebrodi dove troviamo dal 1825 un'azienda della famiglia Gatti di 217 ettari a circa 8 km dal mare e con vista sulle isole Eolie. Oltre a boschi e noccioleti anche agrumeti, ma specialmente oliveti e vigneti. Nel 2003 l'azienda è ereditata da Nicolas Gatti Russo, che dopo tanti anni vissuti in Argentina torna alle sue radici per iniziare a fare l'agricoltore e continuare un lavoro importante e qualificante per questa fetta di Sicilia. Comincia a mietere premi per i suoi vini, ma un legame di amore lo lega agli uliveti, estesi 66 ha. Una olivicoltura di tipo pionieristico dove in tanti ettari poche piante spesso secolari di Oglialora Messinese, con rari Verdello e Santagatese, affiancati da un ventennio dalla cultivar Biancolilla.
L'Oglialora messinese intesa anche come Passulunara predilige il versante tirrenico dell'isola; ha frutto grande e carnoso leggermente asimmetrico che è molto utilizzato appassito in quanto il fungo Sphaeropsis dalmatica le toglie l'amaro. Ha fruttato medio e gusto amaro e piccante al di sopra della media. E' una cultivar tra le più ricche di acido oleico, quello che dà pregio all'extravergine e che non deve essere confuso con l'acido oleico libero che invece è indice di cattiva qualità e che per legge non deve superare lo o,8 %.
La Biancolilla è diffusa specialmente nella Sicilia centro-occidentale con maggior densità nell'agrigentino, ma non disdegna altre terre isolane. Ha drupa media, resa bassa e tenore di acido linoleico al di sopra della media. In genere ha un profilo sensoriale al di sotto della media delle cultivar isolane, amaro non spiccato e sentori di mandorla.
Gatti pratica un'agricoltura biologica a quote dai 400 ai 600 metri per un olio biologico con tanto di bollino. Oltre alla potatura, qualche concimazione organica e, in caso di presenza della mosca, spolverate di caolino. Raccolte molto scarse tanto da produrre mediamente soli 2000 litri di extravergine. In azienda c'è un antico frantoio, antesignano degli attuali in quanto già a ciclo continuo con frangitura a martelli, gramolatura, separazione per centrifuga con aggiunta di acqua che non supera mai la temperatura di 27°. Decantazione in serbatoi di acciaio ricolmi, successivamente saturati con azoto. Il solo imbottigliamento è effettuato in un'altra azienda dei paraggi. Il mercato di elezione è in Germania in catene di negozi bio e in Italia nella ristorazione.
Il nome è Mi Scialo che in dialetto significa mi diverto, me la godo, e degustiamo quello dell'anno scorso perchè l'olio appena estratto andrà in commercio nel prossimo marzo. Quindi un extravergine non nelle migliori e più evidenti qualità organolettiche. Al naso è molto equilibrato, non c'è un particolare sentore olfattivo che spicca, è un paniere di mandorla, carciofo, pomodoro, cicoria, timo in egual misura. Al palato il frutto dell'oliva è ancora evidente accompagnato da un amaro lieve e da un piccante non intenso, che comunque è una caratteristica che il produttore ricerca. Alla fondamentale prova del pane è sempre piacevole, delicato, molto equilibrato.
Si trova al prezzo di € 9,5 e si accompagna bene ai piatti delicati: pesce al vapore, insalata di lattuga.
Tenuta Gatti |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |