Tonda Iblea biologico.
Seguendo il principio universale della storia che si ripete i giovani d’oggi che vogliono lavorare, anche con sacrifici, si recano all’estero. Così succedeva circa 90 anni fa quando Gaetano Spanò, come altri suoi concittadini lasciava Buccheri in provincia di Siracusa e andava a cercar fortuna in America. Quando torna nel suo paese compra un piccolo appezzamento di uliveto in contrada Vernera ed inizia così l’attività di produttore di olio, inizialmente per il solo uso familiare. Dà anche la possibilità al figlio Vito di studiare e di diventare medico della mutua nel suo paese. Buccheri, come quasi tutti i paesi agricoli dell’interno della Sicilia si va spopolando, restano i vecchi e molti di loro, non facendosene più niente, vendono i piccoli appezzamenti di terra che Vito va comprando nel tempo.
Oggi Vito non c’è più, ma ha lasciato ai figli Tania, Maria Grazia e Gaetano una proprietà di 75 ettari, quasi tutti di uliveti della cultivar regina del territorio, la Tonda Iblea, con la maggior parte in esemplari secolari, molti millenari ed alcuni giovani piantati nelle zone nude. Tania per dedicarsi alla famiglia e all’attività di commercializzazione dei circa 50.000 litri di olio prodotti abbandona il suo lavoro di ortottista ospedaliera, Gaetano continua a fare anche il medico e Maria Grazia segue la campagna e la contabilità.
Non avendo l’esperienza e il personale adatto decidono che è meglio non avere un frantoio, ma di ricorrere agli ottimi molitori che già esistono nel territorio e con la consulenza di un agronomo dalla Tonda Iblea fanno 4 tipologie di extravergine distinte per epoca di raccolta e per scelta delle olive. Fino al 2013 una parte è in biologico che diventerà un tutto dal presente anno. L’olio più pregiato, con le prime olive raccolte, è Le Case di Lavinia, dal nome della madre, etichetta Viola DOP Monti Iblei, seguito dall’etichetta Argento e dalla Rossa che ha il miglior rapporto qualità/prezzo ed è particolarmente adatto per cucinare. A parte, il Terre di Vito che oggi rappresenta la sola etichetta certificata biologica, di cui se ne fanno 1.000 litri.
Tutti gli uliveti sono in regime non irriguo ed essendo in conversione seguono da anni i rigidi disciplinari del biologico. Il grosso della produzione in contrada Sant’Andrea dove insistono le vecchie case baronali di campagna che in futuro saranno ristrutturate per essere utilizzate al meglio. Una decina di anni fa si decide di partecipare ai più autorevoli concorsi, vincendoli ed acquisendo la consapevolezza della bontà del proprio olio che oggi è inserito nelle più importanti guide italiane ed estere ed adottato in molti ristoranti di pregio. La produzione confezionata è di 10.000 litri che vanno quasi tutti all’estero, le rimanenti olive sono vendute ancora all’albero.
Visto che nelle guide è sempre recensito il DOP, decidiamo di degustare il biologico Le Terre di Vito, con olive raccolte nella seconda metà di ottobre, portate in giornata a Chiaramonte Gulfi dove sono molite nel frantoio Cutrera con decanter senza aggiunta di acqua. Stoccaggio ed imbottigliamento sotto azoto per mantenere l’integrità nel tempo.
Al naso si rivela subito discretamente intenso ma più che altro fresco, piacevole, fruttato, equilibrato con sentori di pomodoro verde, di carciofo, di erba fresca, di mela e un poco di menta. Al gusto è rotondo, di buona consistenza e molto fruttato, un olio armonico, con poco amaro e un piccante leggero che arriva lentamente. Olio di ampio utilizzo specie a crudo, che valorizza un tavolo della ristorazione, che può accompagnare piatti delicati come i crudi di pesce e condire insalate e minestre di legumi. Allo scaffale a 12 euro oppure in vendita diretta dal produttore.
S. A. Vernera di Spanò e C. |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |