Moresca e Verdese.
Tante volte succede che non siano solo operai e disoccupati a diventare emigranti. Capita anche a professionisti o funzionari che per lavoro lasciano la Sicilia tornandovi per le vacanze e le festività.
Questo è avvenuto per Giorgio Basile, la cui famiglia ragusana si è trasferita in Toscana e lui già da adolescente passava le vacanze estive a Marina di Ragusa. Oggi Giorgio è un medico e da 20 anni ad Aosta si occupa di ossa e distorsioni.
Ma a Frigintini, frazione rurale di Modica, conservava ancora 5 ettari di famiglia in contrada Mandra Vecchia. Classica campagna ragusana dall’affascinante e particolare paesaggio espresso dai muretti di recinzione in pietra a secco, seminativo e secolari ed imponenti alberi di carrubo e di ulivo. La radici, quelle del cuore, rimangono e Basile 10 anni fa decise che pur vivendo lontano non poteva abbandonare o vendere i terreni dei nonni e comincia a riconvertirli. Visto che un vigneto pretende più cure e presenze nell’anno l’alternativa diventava l’uliveto così ha impiantato un ettaro scegliendo giustamente le varietà tipiche del territorio: la Moresca e la Verdese meglio conosciuta come Nocellara Etnea.
Poiché fortunatamente non deve campare con l’olio decise di fare le cose in grande per ottenere la massima qualità e quindi solo 200 piante così stanno larghe e possono nutrirsi bene, trova l’acqua a 200 m di profondità e realizza un impianto irriguo per dare sostentamento nei periodi completamente secchi. Secondo le annate produce 400-550 litri di olio che potrebbe fregiarsi della DOP Monti Iblei sottozona Frigintini se non fosse che per motivi di stima e fiducia preferisce molire le olive a Pozzallo, quindi fuori zona. I programmi aziendali, visto il successo che ha riscosso l’olio, prevedono un sensibile aumento della superficie olivicola.
Purtroppo la zona ospita spesso uno dei nemici dell’oliva e quindi dell’olio cioè la mosca per cui quando necessario, ben lontano dalla raccolta, un solo trattamento con prodotto che svanisce in breve tempo. Risultato sono olive integre che quando stanno per cambiare colore sono raccolte a mano, la Moresca prima e la Verdese dopo 10 giorni. In piccole cassette sono portate subito, anche due volte al giorno, al frantoio dove poi l’olio rimane a decantare sotto azoto per circa un mese per poi essere imbottigliato senza filtratura.
La Moresca è una cultivar diffusa nel ragusano, nell’ennese e un abbastanza in tutta la Sicilia sud-orientale. Frutto medio-grande, buono anche da mensa, è povero di acido oleico ed ha abbastanza polifenoli, dà oli fruttati, dolci, meno amari e piccanti.
La Nocellara Etnea, detta Verdese nel ragusano, è diffusa nell’isola centro orientale; frutto medio-grande da cui si ricava un olio intenso, profumato, amaro e piccante.
Il nostro olio al naso esprime profumi intensi ed equilibrati di cardo, di carciofo, di pomodoro maturo, di mandorla verde e qualche foglia d’erba. Al gusto è un olio di carattere, arriva il frutto intensamente, da olio gustoso con amaro e piccante non molto pronunziati, dalla lunga persistenza. Un olio adatto a chi predilige sentirne il gusto ma che non ama l’amaro e il piccante intensi.
Si abbina a piatti da valorizzare, a cibi decisi che richiedono un olio altrettanto intenso. Noi l’abbiamo gustato con i legumi, con gli spaghetti alle vongole, con sgaloppine al limone.
Presente sulla tavola di parecchi ristoranti di fama, si trova più in enoteche del nord ad un costo di 16 euro.
Azienda Mandravecchia |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |