Nocellara del Belice e Cerasuola. Nell'anno 2000 un colosso del settore vitivinicolo come la Cantina Sociale Mezzacorona nel Trentino acquistò 700 ettari di vigneti in territorio di Sambuca di Sicilia (Ag) ed Acate (Rg) cui diede il nome di Feudo Arancio, ispirandosi al limitrofo e omonimo lago.
Direte, e che c'entra con l'olio? C'entra perchè i dirigenti trentini individuarono nei pressi dei loro vigneti agrigentini 14 ettari ove insistevano olivi di circa 40 anni e molti addirittura secolari, in quota collinare a circa 370 metri. Decisero di acquistarli e di integrarli con nuove piantagioni, e siccome erano abituati al fresco e alle piogge delle Alpi, si preoccuparono del caldo arido isolano e realizzarono un impianto di subirrigazione che all'occorrenza spegnesse un po' la sete delle assolate piante.
In compenso gli alberi oggi non subiscono alcun trattamento né chimico né fitofarmacologico e nemmeno concimazione, vista l'ottima struttura dei terreni. Le olive sono ancora degli uliveti preesistenti in quanto quelli nuovi stanno andando in produzione solo ora, sono raccolte ancora abbastanza verdi per essere portate in molitura nella stessa giornata. L'azienda non ha un proprio frantoio e si serve di quello dell'Oleificio Asaro in Partanna, in cui personalmente il titolare Tommaso segue con metodologia di controllo tutto il processo fino all'imbottigliamento. Oggi l'amministratore delegato di feudo Arancio è Fabio Rizzoli e il responsabile agronomico Salvatore Cacciatore.
Non conosciamo l'esatta percentuale delle due varietà che costituiscono l'unico extravergine di Feudo Arancio che oggi assaggiamo. Ricordiamo che la Nocellaria del Belice è diffusa nell'agrigentino e nel trapanese. E' una delle cultivar più tipiche e più coltivate in Sicilia ed ha un fruttato d'oliva tra i più intensi; ha drupa grossa, quasi sferica, usata anche da mensa e l'olio ha un profilo sensoriale amaro e piccante con assenza del dolce. La Cerasuola si trova specialmente in provincia di Palermo, nel Trapanese e nella zona di Menfi. Drupa media, ellittica, leggermente asimmetrica, dà alte rese ed è molto ricca di acido oleico e di polifenoli; l'olio è meno dolce e più amaro con sentori e fruttato più intensi e persistenti.
Assaggiandolo spicca all'olfatto il sentore fragrante dell'oliva verde, si avvertono poi il carciofo e note vegetali in un bouquet intenso ed equilibrato. Al gusto è un crescendo, arriva con un intenso sapore di carciofo crudo, un amaro in giusta misura e un piccante non intenso ma lunghissimo, che permane in bocca per tanto tempo. Le 20.000 bottiglie da ¾ sono commercializzate specialmente nei ristoranti, nei mercati esteri e negli shop aziendali, particolarmente in quello del Trentino, dove hanno fatto apprezzare l'olio siciliano. In vendita anche online a € 10,80 nel sito shop.mezzacorona.it.
Olio universale tranne per coloro che preferiscano gli oli che non sanno di niente, l'abbiamo apprezzato con una zuppa di pasta e lenticchie e con un ragout di tritato di manzo.
Feudo Arancio |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |