Gli obiettivi sono chiari e definiti: arrivare a quota quindici milioni di fatturato per Mandrarossa nei prossimi cinque anni, fare del vino Settesoli il più venduto tra i siciliani nella grande distribuzione e massimizzare il valore delle uve.
Vito Varvaro, presidente di Cantine Sottesoli, racconta così l’azienda di Menfi ai giornalisti incontrati in occasione dell’appuntamento di luglio col Mandrarossa Vineyard tour, “Sarde. Ma siciliane”.
“Sappiamo fare vini buoni – afferma – e faremo investimenti innanzitutto in Lazio, Lombardia ed Emilia per far conoscere il top della nostra produzione, i vini Mandrarossa, che vogliamo portare anche a Milano e Roma dove si consuma parecchio vino siciliano”.
Parla anche di fare sistema tra agricoltura e turismo Varvaro, in un paese che, in realtà, pare avere ben chiaro cosa significhi unire le forze e lavorare insieme per la crescita collettiva. Da una parte ci sono le Cantine Settesoli con 2.000 soci conferitori, una superficie vitata di 6 mila ettari con filari di vite a perdita d’occhio e 5 mila famiglie coinvolte a vario titolo nelle attività. Dall’altra c’è un territorio in cui la natura domina ancora abbastanza incontrastata, nel quale si promuovono anche altri prodotti che, come il vino, contribuiscono a definirne l’identità (olio e carciofi, solo per citare due esempi) e dove sorgono strutture ricettive ecofriendly, per essere pronti all’appuntamento con l’auspicato boom turistico.
Quello di Menfi, comune di dodicimila abitanti in provincia di Agrigento, è un esempio virtuoso come ce ne sono pochi in Sicilia. Ed è bastato andare all’enoteca “Strada del Vino Terre Sicane”, parlare con le signore della brigata di cucina Mandrarossa, conoscere più da vicino alcune realtà aziendali e fare un giro al villaggio allestito da Mandrarossa sulla spiaggia di Porto Palo, per rendersi conto che qui la parola d’ordine è collaborazione e la terra è difesa e controllata come un bene comune. Vigneti e uliveti, dalla collina al mare, sono i veri padroni di un territorio che consente la coltivazione di uve autoctone, come Nero d’Avola o Grillo, ma anche varietà internazionali come Chenin Blanc o Sauvignon Blanc, dai quali prendono vita vini ugualmente capaci di raccontarlo in tutte le sue sfaccettature.
“Sarde. Ma siciliane”, l’appuntamento di mezza estate con il Vineyard Tour di Mandrarossa, è stata l’occasione per raccontare tutto questo: dai piatti di sarde locali preparate sapientemente dalle mani esperte delle ormai celebri signore menfitane della Brigata di cucina, ai calici di Urra di Mare, un Sauvignon Blanc che, con l’annata doc 20012 ha conquistato la medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles, allo scenario naturale del mare di Porto Palo, bandiera blu per la diciassettesima volta consecutiva.
Per chi avesse perso questa opportunità, ad agosto ci sarà un nuovo appuntamento con il Vineyard Tour a Menfi. Questa volta il tema sarà il pomodoro. Per “In tutte le salse”, previsto per il 3 e 4 agosto, si mostrerà il rito di preparazione della salsa di pomodoro, in abbinamento con il Syrah Mandrarossa.
Clara Minissale