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L'iniziativa

Verso l’extravergine Igp Sicilia, già redatto il disciplinare

03 Ottobre 2013
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Maurizio Lunetta, Dario Cartabellotta, Dino Catagnano, Lucio Monte

di Gianni Paternò

Il marchio Sicilia, dopo il vino, si accinge ad esprimere e promuovere un altro settore di enorme importanza sociale ed economica nell’agricoltura, quello dell’olio extravergine d’oliva.

Il passo sicuramente più difficile è stato compiuto: la redazione del Disciplinare perl’Olio Extravergine d’Oliva Igp Sicilia.
 
Più difficile perchè il popolo siciliano è tendenzialmente personalistico; già è difficile che due fratelli riescano a mettersi in società, per cui figuratevi cosa ci sia voluto per mettere d’accordo i vari produttori isolani, le associazioni di categoria, i Consorzi di Tutela delle Dop olearie, i frantoiani, i commercianti, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti.
Per fortuna la visione e la volontà dell’Assessore alle Risorse Agricole Dario Cartabellotta sono riuscite a fondere le proposte. Così, impegnando le strutture umane dell’Assessorato, il primo e sicuramente più importante documento è stato concordato,  redatto e presentato in una conferenza stampa tenuta nella sede istituzionale più alta: l’Assemblea Regionale.
 
Ha introdotto la presentazione Maurizio Lunetta, presidente dell’Associazione per la Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva di Sicilia, che si è fatto istituzionalmente carico del coordinamento e delle istanze che saranno inoltrate ufficialmente all’Assessorato e al Ministero competenti. Lunetta ha affermato che si vuole costituire attraverso questa denominazione un sistema olivicolo regionale ribadendo che la Sicilia finalmente si sta organizzando diventando così un soggetto che con le sue particolarità e la sua qualità potrà diventare un riferimento. Ha sottolineato che contrariamente a quanto sia avvenuto per la Doc Sicilia Vino anche il confezionamento dovrà avvenire nell’isola.
 
Dino Catagnano, dirigente l’U.O. Specializzata in Olivicoltura dell’Assessorato ha illustrato il coordinamento scientifico e tecnico svolto dalla Regione, mentre Lucio Monte, direttore dell’Irvos, l’Istituto Regionale Vini ed Oli di Sicilia ha rappresentato i compiti di tutela, controllo e promozione a cui l’Istituto sarà chiamato.
 
Infine Dario Cartabellotta  ha prospettato che con l’Igp si intende evitare fenomeni di contraffazione ma anche far si che il nostro extra vergine non venga confuso con altri o addirittura usato in nome di altri. Poi con la sua solita piacevole affabulazione ha rimarcato la speciale biodiversità degli ulivi siciliani che da soli rappresentano il 60% della totale nazionale, la valorizzazione delle cultivar minori e addirittura di quelle neglette, cioè destinate a scomparire senza un’importante opera di promozione delle loro peculiari caratteristiche. Ha vantato le complesse e varie caratteristiche organolettiche dei nostri oli che possono coprire tutti gli abbinamenti col cibo aggiungendo che l’extravergine d’oliva dal punto di vista merceologico è definito come un grasso ma da non confondersi con i grassi nel senso deleterio della parola. Invece per le sue proprietà salutari, per la presenza di sostanze sue peculiari come i polifenoli, non dovremmo chiamarlo grasso. Infine ha sottolineato che quando la Sicilia si organizza diventa un’armata temibile che potrebbe far nascere resistenze ed avversità.
 
Accennando del disciplinare, questo contempla ben 28 varietà, pone l’accento sulla totale rintracciabilità controllata del prodotto. Impone la coltura degli uliveti senza stravolgerne la tradizione e le qualità. Descrive le modalità di raccolta, stoccaggio e oleificazione che devono essere atti a garantire la buona qualità. Definisce l’Irvos come organismo di controllo secondo le norme comunitarie e non manca una descrizione dell’ambiente e delle caratteristiche fitoclimatiche degli uliveti.
 
Infine sono riportati i valori fisico-chimici che devono essere rispettati e le norme che regolano l’etichettatura e il confezionamento che dovrà essere effettuato obbligatoriamente  nell’ambito della regione Sicilia.
 
Ora inizierà l’iter burocratico fino ad arrivare all’approvazione Comunitaria che si spera possa avvenire al più presto. Il sogno è che il marchio possa comparire con l’annata 2014.
 
L’unico timore di questa importante iniziativa è il pericolo che l’Igp Sicilia possa fagocitare le esistenti Dop che dovrebbero garantire una caratterizzazione superiore dell’olio invogliando molti produttori a passare dalla Dop all’Igp che col marchio trainante di Sicilia può dare maggiore visibilità e quindi remunerazione specie all’estero.
Speriamo che non sia così.