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L'iniziativa

Torna “Sciaranuova Festival”, due rappresentazioni teatrali tra le vigne di Planeta

22 Luglio 2022
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di Michele Pizzillo

Due anni di sosta forzata sono troppi per un’iniziativa culturale originale come quella ideata da Planeta di portare il teatro in vigna e, per di più nell’arena naturale della tenuta Sciaranuova, a Passopisciaro sulle falde dell’Etna.

Qui, infatti, nel 2015 prese l’avvio la rassegna di teatro in vigna “Sciaranuova festival”, sospeso poi nel biennio più buio del Covid e che adesso viene riproposto con il titolo pensato per l’edizione 2020, “Il Cannocchiale Capovolto”, in omaggio alla capacità del teatro di capovolgere il punto di vista e lo sguardo sul mondo portando lo spettatore a contatto, al contempo, con l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Due gli appuntamenti della sesta edizione del festival, sabato 23 luglio e sabato 30 luglio. Il 23 sarà rappresentata “Intimità” di Amor Vacui, con la compagnia teatrale padovana che indaga e scandaglia il concetto di intimità nelle relazioni interpersonali con le voci di Riccardo Bucci, Lorenzo Maragoni, Eleonora Panizzo. Il 30 luglio, invece, “De revolutionibus” che partendo dalle Operette Morali di Giacomo Leopardi “Il Copernico” e “Galantuomo e Mondo”, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi esplorano la miseria e la nullità del genere umano e la rivoluzione che il teatro può apportare. A curare la rassegna teatrale c’è di nuovo Ottavia Casagrande, regista e scrittrice di formazione internazionale, che evidenzia “due anni di iato, in cui la prospettiva si è sconquassata, il mondo rovesciato. Eppure, l’idea originaria del teatro in vigna ci pare ancora fertile: immaginare che nel minuscolo perimetro del nostro palcoscenico, ai piedi del grande vulcano, possano approdare le rivoluzioni copernicane dell’infinito di Leopardi e i tortuosi labirinti del cuore. Che nello spazio di una sera, l’infinitamente piccolo e vicino arrivi a circoscrivere l’infinitamente grande e lontano è virtù e paradosso del teatro. Il paradosso, appunto, del cannocchiale capovolto”.

Tant’è che in “Intimità” lo spettatore viene trasportano nel nucleo centrale e incandescente di ogni relazione umana – l’intimità appunto. Intimità è un discorso, un’analisi, uno spettacolo, intorno alla nostra tendenza a ripetere, nelle relazioni, gli stessi schemi di comportamento. Tre attori cercano di parlarne, in modo a un tempo pubblico e privato. Attori e pubblico non sanno niente gli uni degli altri, eppure sono entrambi lì, a cercare con determinazione e amore di costruire una relazione di reciproco ascolto, che ci accompagni anche e soprattutto fuori dal teatro, che entri in risonanza con le relazioni con le persone importanti per noi, con i nostri amici, con le nostre famiglie, con le nostre comunità di riferimento. Questo spettacolo, attraverso una storia forse d’amore tra attori e pubblico, vuole esplorare la ricerca di un equilibrio tra le reciproche disponibilità a lasciarsi comprendere, sorprendere, ascoltare. Vuole essere un contesto sperimentale in cui confrontarci con la nostra disponibilità a essere o non essere, in intimità. Invece in “De revolutionibus” sulla miseria del genere umano, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi ci proiettano lontani – a tu per tu con il sole. Rivoluzione e miseria sono parole che riempiamo d’una natura ambigua e paradossale, nell’unica certezza di volerci aggrappare al teatro, fatto di piccole e povere cose, ma capace di grandissime riflessioni sul potere dell’uomo di ribellarsi e dunque ritrovarsi. Passeggiando con il Maestro della più amara e saggia ironia, ci disperdiamo giocando con scenari che danno largo all’immaginazione, sperando di far scivolare il pubblico nella finestra di questo “oltre” che ancora in vita ci rimane e che può, con i suoi scherzi, renderci partecipi rivoluzionari del Sentimento del Sublime.

A sentire due membri della famiglia Planeta – a cui fa capo una delle più importanti aziende agricole della Sicilia con i suoi 394 ettari di vigneto e sei cantine dislocate in cinque territori (Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo); 151 ettari di oliveto con un frantoio posto proprio al centro della proprietà, più coltivazioni di mandorlo e grano duro, tutte in regime biologico – Sciaranuova Festival è uno degli appuntamenti che amano di più “nell’ambito del palinsesto “Cultura per il territorio” di Planeta. “Per noi fare impresa in Sicilia è prima di tutto un fatto culturale: il vino è un veicolo di profondi significati e valori positivi legati alla terra e alla nostra famiglia; affiancare il teatro è un modo per condividere la nostra passione per la cultura e l’arte con il pubblico siciliano e non solo”, dice Vito Planeta. E Francesca Planeta, responsabile delle attività immobiliari e dell’ospitalità aggiunge: “La bellezza e la cultura sono, per noi, parte integrante del concetto di ospitalità: il piacere e l’arricchimento che il teatro offre rendono l’esperienza Planeta indimenticabile. Progettiamo attività culturali in tutte le nostre tenute cercando di esplorare – attraverso canoni diversi quali arte contemporanea, teatro, musica, letteratura – le infinite possibilità espressive che offre il vino”.
I due appuntamenti del 23 e 30 luglio prevedono aperitivo in vigna dalle 19,30 e lo spettacolo alle 21 presso la Cantina Planeta Sciaranuova, Passopisciaro. Questo> il link per acquistare i biglietti.