(Vincenzo Cusumano)
Un paradosso: i soldi per pagare gli stipendi ci sono, ma i conti dell'ente sono pignorati e quindi la Regione siciliana non può versare le spettanze necessarie a saldare i dipendenti.
Intanto la notizia: i dipendenti dell'Istituto regionale vini e oli di Sicilia incroceranno le braccia il 28 gennaio. Non è la prima volta che accade, ma di per sé è una cosa che fa rumore. Anche se il direttore dell'Irvo, Vincenzo Cusumano, ha voluto ringraziare i dipendenti per il loro senso di appartenenza all'istituto, perché “nonostante tutte le difficoltà e i fatti che conoscete non si sono mai tirati indietro sulle cose da fare, anche senza percepire lo stipendio”. Quello del 28 gennaio è più che altro un segnale. Perché gli stessi dipendenti conoscono la situazione ingarbugliata e complessa che si è venuta a creare per il contenzioso tra l'Irvo e VeronaFiere. In ballo un debito da 3,3 milioni di euro. E per questo VeronaFiere ha chiesto ed ottenuto il pignoramento dei conti dell'Irvo. Ma questo non ha fatto altro che peggiorare le cose. Perché adesso per l'Irvo è impossibile effettuare qualsiasi movimento di denaro. Anche quello di pagare il debito stesso con VeronaFiere.
“E' una situazione difficile – spiega Cusumano – Loro chiedono garanzie, noi siamo disposti a dargliele, perché abbiamo sempre detto che avremmo pagato tutto entro il prossimo 28 febbraio. Ci sono contatti avviati, stanno discutendo da più parti, dobbiamo cercare di venirne a capo nel più breve tempo possibile”. Insomma questa cosa la può sbloccare solo VeronaFiere. Ma anche se accettasse di togliere il pignoramento, ci vorrebbe comunque del tempo perché tutto torni alla normalità. Non è facile. Intanto arriva una notizia posivita: l'Irvo continua a far calare i debiti storici. Ora sono “solo” 4,3 milioni di euro i soldi che l'Irvo deve. Ma il disavanzo è stato fatto scendere di oltre 5,4 milioni di euro. Un risultato notevole.
C.d.G.