Mettiamo le cose in chiaro e, in questo caso, in tema di merenda – visto che il 17 settembre si celebra la Giornata mondiale della merenda -, sfatando un mito.
E, cioè, che la merenda non è un rito inventato dagli inglesi con il leggendario “tè delle cinque” (o “afternoon tea”), ma una tradizione italiana che affonda le proprie radici nella civiltà contadina, come conferma lo stesso nome, dal latino merere che indicava il pasto che si otteneva come ricompensa per il lavoro svolto a casa o nei campi. Col tempo, la merenda si è trasformata da pasto salato a base di pane (pane e olio, pane e salame, pane e pomodoro) a pasto dolce, mantenendo comunque il suo originario valore calorico ed energetico. È così che negli Anni ’50 sono apparse sul mercato le prime merendine (la piccola merenda, in formato tascabile e monoporzione), che oggi – secondo una ricerca Doxa-Aidepi (associazione delle industrie dolciarie) – vengono abitualmente consumate dal 38% degli italiani (di cui quasi 3 su 5 al di sotto dei 35 anni) almeno due volte a settimana. Una ricerca dell’Ospedale San Paolo di Milano e Spes, rileva che sono soprattutto i bambini i principali fruitori della merenda pomeridiana, tanto da essere abitualmente consumata dal 97%, perfino più del classico spuntino di metà mattinata (90%).
Di evoluzione in evoluzione, si è arrivati ad una sempre più crescente sensibilità verso ingredienti di qualità e valori nutrizionali, tanto che il rito della merendina sta gradualmente lasciando spazio a quello dello “snack salutare”. Complici le statistiche nazionali sulla popolazione sovrappeso, in graduale calo ma ancora tra le più alte in Europa (il 30,4% dei bambini fra i 3 e i 10 anni, come certifica l’Istat), i genitori hanno iniziato a cambiare la dieta e le abitudini dei propri figli. E, ritornando alla citata Doxa-Aidepi, si apprende che il 51% dei genitori dà ai propri figli la frutta (1 su 10 arriva a mangiarne anche 4 porzioni al giorno) e il 42% yogurt. Questa progressiva attenzione a evitare gli eccessi di grassi e zuccheri nell’età dell’infanzia ha portato l’Istituto Bambino Gesù per la salute del Bambino e dell’Adolescente a definire un vero e proprio planning settimanale per vivere al meglio il momento della merenda, suddividendo il fabbisogno calorico per fasce di età: 150 KCal tra i 4 e i 6 anni; 200 KCal tra i 7 e gli 11 anni; 260 KCal tra i 12 e i 15 anni; infine 285 KCal tra i 15 e i 17 anni.
Un secondo e non meno significativo cambiamento rispetto alla merenda tradizionale delle origini è dato dal luogo in cui viene consumata. Sempre più persone, infatti, consumano uno o più pasti nell’arco della giornata fuori casa (secondo un rapporto di Confcommercio, il 10,8% degli italiani lo fa addirittura a colazione tutti i giorni). Incrociando il bisogno di uno stile di vita più sano con la frequenza a consumare i pasti fuori casa, il mercato ha trovato nel cosiddetto “instafood” la soluzione ideale per rispondere alle nuove abitudini ed esigenze del pubblico. Le monoporzioni “ready2eat” sono, infatti, sempre più frequenti nei carrelli degli italiani: secondo il rapporto Coop 2019, quelle di preparati pronti freschi sono in crescita del 25,2%; quelle di frutta del 22,9%; quelle di verdura del 17,9% e quelle di frutta secca del 15,4%.
E, così, anche le aziende si sono organizzate per produrre alimenti per la merenda che rispondano ai dettami della corretta alimentazione. Tant’è che una storica azienda come Nonno Nanni che da oltre 70 anni trasforma il latte in prodotti caseari, spiega il direttore marketing Luca Galuppo, “la merenda, soprattutto per i più piccoli, è un momento molto importante nella giornata e i consumatori oggi cercano prodotti buoni, ma anche genuini e poco elaborati. Noi che da oltre 70 anni lavoriamo nel settore caseario, abbiamo voluto venire incontro a queste esigenze con un nuovo prodotto fresco e pronto all’uso. Per questo abbiamo appena lanciato la Fresca Merenda Nonno Nanni, che abbina in un pratico mini-kit tutta la bontà del nostro formaggio Fresco Spalmabile Nonno Nanni preparato solo con latte 100% italiano, un frullato 100% frutta alla pesca e dei fragranti grissini all’olio extra vergine di oliva. Il tutto rigorosamente senza conservanti e racchiuso una confezione completamente riciclabile che i consumatori trovano al banco frigo”.
Un’altra azienda storica, il salumificio Citterio, partendo dalla consapevolezza che la merenda pomeridiana può completare un pasto e seguendo le indicazioni della letteratura scientifica, ha rivisitato il tradizionale spuntino con pane e affettato in uno snack calibrato e facile da consumare. Si tratta della linea gli “Irresistibili Snack”, che associano gusto e praticità di consumo, nelle varianti bastoncini di salame, salamini con grissini, salame e taralli e petali di carne bovina e frutta secca. “In linea con quanto previsto dalle linee guida per una sana alimentazione, secondo cui la merenda dovrebbe apportare una quota energetica compresa tra il 5 e il 10% del totale giornaliero – spiega il team di tecnici aziendali – gli Irresistibili Snack con petali di carne bovina stagionata e frutta secca rappresentano un’eccellente soluzione per una merenda, poiché contengono frutta a guscio, che apporta acidi grassi insaturi e una quota discreta di fibra (circa 2 g per porzione), a fronte di una concentrazione di sodio piuttosto contenuta. Inoltre sono ricchi di proteine e non contengono glutine e lattosio”.
A questo punto entrano in ballo le mandorle, tant’è che “Almond board of California”, ente che tutela quelle della California, si affida alla dietologa Marta Molin per spiegare che “c’è un disallineamento tra il nostro atteggiamento nei confronti del cibo e la conoscenza di ciò che ci mantiene sani. Mentre molti scelgono snack dolci per mantenere alti i livelli energetici, pochi si orientano su spuntini salutari, che possono davvero aiutarci a rimanere carichi per tutto il giorno. La formula di ‘ricarica’ che suggeriamo include uno spuntino smart – come le mandorle – da consumare durante una pausa a metà mattina o metà pomeriggio. Può essere utile portare con sé una manciata di mandorle (30g circa) da consumare quando si percepisce un calo di energia. Le loro proteine e grassi buoni, oltre alle fibre, possono rivelarsi di aiuto per rimanere in pista durante tutto il corso della giornata”. Perché la mandorla è un’importante fonte di magnesio, che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Perfino le vending machine, che per molti incarnano l’idea della merenda a base di junk food, stanno modificando radicalmente la loro offerta. Secondo i dati di Confida – l’associazione di categoria -, il consumo alle “macchinette” di succhi 100% frutta è cresciuto dell’8,2%; quello di frutta fresca “ready2eat” dell’8,8%; quello di frutta secca del 12,8%.
Sui social, però, è ancora la merenda succulenta a farla da padrona: gli hashtag #merenda (oltre un milione di post) e #merendaitaliana (oltre 250mila) su Instagram ci mostrano un tripudio di torte e brioche alla crema che appagano molto di più la vista e il palato della coscienza, mentre TikTok (hashtag #merenda e #merendatime) stimola ricette e challenge quasi esclusivamente a base di biscotti e merendine industriali. E, ritornando all’incipit, viene da chiedersi “che ne è stato, nel frattempo, del leggendario “tè delle cinque” britannico?”. Già da qualche anno i consumi sono in continuo calo a vantaggio del caffè.
Michele Pizzillo