È un primo passo. Il primo atto di un percorso lungo che manifesta una volontà precisa. E cioè che l’Igt Salina diventi la Doc Salina.
L’assemblea dei soci del consorzio Doc Malvasia delle Lipari e dell’Igt Salina ha votato il primo sì dando il via all’iter burocratico. L’idea dei soci è quindi che i vitigni autoctoni, sia a bacca bianca sia a bacca rossa delle isole Eolie, facciano da base a una nuova doc che affianchi la Doc Malvasia delle Lipari che oggi prevede solo la versione dolce (tra cui quella con l’uva appassita). “Un modo – dice subito Mauro Pollastri, presidente del consorzio – per dare maggiore valore alle uve e ai vini prodotti a marchio Igt”.
È indubbio infatti che i vini delle Eolie stanno vivendo una fase di successo e i riflettori del mercato sono rivolti soprattutto alle versione secche della Malvasia, la cui spinta aromatica è sempre più apprezzata. Forse un po’ meno per i rossi da Corinto Nero, l’altra varietà che rientra nell’Igt Salina, tuttavia il discorso che porta avanti il consorzio riguarda entrambi i vitigni. L’assemblea dei soci, che si è riunita nei locali del comune di Malfa, uno dei tre comuni dell’isola di Salina, ha già manifestato anche la volontà di prevedere nel disciplinare una resa per ettaro inferiore a quella prevista dall’Igt, passando così dai 160 ai 120 quintali per ettaro. Così come si discute molto sull’idea di consentire l’imbottigliamento fuori zona solo a quelle cantine che già producono Igt Salina, prerogativa tra l’altro di cui beneficiano un po’ di aziende. Meno chiara l’intenzione di ammettere altri vitigni siciliani nel disciplinare. Mentre è emersa la volontà di includere le Uga, le Unità geografiche aggiuntive, per esempio la possibilità di chiamare Vulcano o Stromboli un Doc Salina. Pollastri, tra l’altro patron di Punta Aria, azienda di Vulcano, annuncia che con questa votazione si dà l’avvio a un iter burocratico che prevede anche un confronto con la Regione Siciliana prima che il dossier finisca a Roma al ministero dell’Agricoltura. È utile sapere che oggi, secondo i numeri forniti da Pollastri, si producono circa 250 mila bottiglie di Igt Salina per circa 40 ettari di vigneti, dove la versione Bianco fa la parte del leone.
C.d.G.