Una Piola a Barolo nel 2016 e il tristellato Piazza Duomo con camere per il pernottamento
“Per ora è un grande mistero. L’inserimento nella lista dei siti protetti dall’Unesco lo stiamo festeggiando come se avessimo vinto i Mondiali di Calcio”, ci dice Roberta Ceretto.
Quest’ultimo un sogno sfumato subito, mentre l’altro diventato realtà concreta di cui ancora non si ha piena consapevolezza della portata, almeno in termini pratici. Spetterà a tutti i protagonisti del territorio, istituzioni comprese, il rimboccarsi le maniche. Roberta Ceretto, volto e portavoce della new generation del vino langarola, che cura il marketing della cantina, ci ha detto la sua riguardo ai passi da compiere, in tempi brevi, per organizzare il sistema Langhe, per essere all’altezza e dimostrare di sapere reggere un riconoscimento così importante. L’abbiamo incontrata a Barolo durante Collisioni, alla presentazione del libro 100% Alba firmato da Stefano Zuffi, edizioni Electa, affresco di uno scenario ricco di energie e sapori con protagonisti la famiglia Ceretto, Enrico Crippa, l’arte contemporanea e la tradizione.
Per la Ceretto il primo step da fare, che poi è lo scoglio tra i più urgenti da superare, è la ricettività. “Dobbiamo investire risorse e competenze per potere curare meglio e ampliare l’ospitalità. Mancano le strutture d’accoglienza necessarie dato l'aumento previsto del flusso di visitatori da tutto il mondo. Negli ultimi trent’anni anni l’impegno è stato portare in alto l’asticella della qualità dei vini e dei ristoranti. Ma ora più che mai non dobbiamo farci trovare impreparati. Il territorio non si è mai organizzato per accogliere i grandi numeri. E adesso diventeranno sempre più importanti. E’ il momento ideale per chi vuole investire qui nella ricettività”.
A pari merito dell’accoglienza, da risolvere c’è la questione dei collegamenti. La mancanza di una rete di trasporti che collega in modo assiduo aeroporti e stazioni con i comuni delle Langhe, se da un lato, come ci dicono gli stessi produttori, è stata la salvezza di questo pezzo di Piemonte, mantenendolo isolato e scremando fortemente il popolo dei fruitori, dall’altro rimane un deficit che comporta non pochi disagi. “Fino ad oggi raggiungere le Langhe è stata un’esperienza, un’avventura certo un po’ faticosa – ammette la Ceretto — Il turista doveva, e deve ancora, partire con l’obiettivo di venire a visitare questa meravigliosa terra. Quello dei trasporti è un problema annoso ma adesso il titolo di Patrimonio dell’Unesco darà i giusti stimoli per una soluzione”.
Sull’ accoglienza la Ceretto, intanto, si sta già preparando. Nella tabella di marcia, come aveva anticipato in una nostra intervista Bruno Ceretto, ci sono nuovi ristoranti. A Barolo nel 2016, a Piazza Verde, i Ceretto apriranno un bistrot, che riprende in parte la formula della Piola di Alba, e sempre con la collaborazione di Enrico Crippa. Offrirà cucina tradizionale e l'esperienza di wine tasting sarà focalizzata sul Barolo. “Ricaveremo la trattoria da una vecchia casa – aggiunge la Ceretto – per ora semidiroccata di nostra proprietà, predisposta pure per il pernottamento”. Oltre il locale a Barolo, l'azienda prevede di aprirne due negli altri luoghi del vino che fanno il mondo Ceretto, a Barbaresco, dove Alessandro Ceretto ha avviato l’iter di conversione al biodinamico e nella zona del Roero a Castellinaldo, qui la food experience sarà accompagnata dall’Arneis. Anche chi farà tappa al tristellato Piazza Duomo, nel cuore di Alba e recentemente passato sotto un restyling architettonico, avrà la possibilità di pernottare. Al primo piano, anticipa ancora Roberta Ceretto, verranno realizzate per ora quattro camere attigue al ristorante.
L’Arte rimane il terzo ambito identitario dei Ceretto, per loro strada che corre parallela al cibo e al vino e strettamente legata all'ospitalità. La fusione con il mondo dell’arte contemporanea, avvenuta con la ristrutturazione della cappella di SS. Maria delle Grazie ad opera di Sol Lewitt e David Tremlett, ha reso l’azienda polo di richiamo per gli artisti e fucina creativa. il 13 settembre, al Coro della Maddalena di Alba, i Ceretto, insieme a Bill Katz e al Comune di Alba, inaugureranno la mostra del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer, dal titolo Der Rhein (il Reno). In questo ciclo di opere l’artista giustappone il flusso della natura, rappresentato dal fiume, con la dogmatizzazione estetico formale che il nazismo tentò di imporre come standard.
Manuela Laiacona