(Christian Scrinzi, direttore enologico e di produzione di Giv)
di Michele Pizzillo
Singolarmente, rappresentano quanto di meglio può offrire il territorio dove sono ubicate le aziende vinicole. Messi insieme, formano il Gruppo Italiano Vini (Giv), da decenni la più grande azienda vitivinicola italiana.
Che, però, ha quasi sempre preferito esaltare i singoli marchi più dell’acronimo che li rappresenta tutti, Giv. A chi non ne conosce i motivi sembra una scelta piuttosto strana, visto che il mondo Giv è composto da cantine famose e affidabili e, oltretutto, che producono grandi vini capaci di esaltare le peculiarità del proprio terroir. Insomma, un ventaglio di aziende da dove il direttore enologico e di produzione del gruppo, Christian Scrinzi, ha, possiamo dire, estrapolato 12 vini che ha raggruppato sotto la denominazione “iNobel” perché sono l’espressione di territori viticoli straordinari: vini eccellenti che non hanno nulla da spartire da alcuni prodotti che si sono rivelati solo delle mode effimere che, forse, hanno prodotto più danni che buona immagine al vino italiano.
“iNobel” arrivano da nove cantine presenti in otto regioni – Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Sicilia – e rappresentano il Ghota enologico nazionale. Si comincia dalla Valtellina, con due etichette di Nino Negri della vendemmia 2001: “5 stelle” Sfursat Valtellina docg e “Vigneto Fracia” Valtellina superiore docg, ottenuti da uve Nebbiolo che in queste contrade si chiama Chiavennasca, e hanno permesso di produrre due grandi rossi longevi ed eleganti. Anche il Veneto è presente con due rossi eccellenti, entrambi Amarone, ma di annate diverse: “Le Origini” Amarone della Valpolicella classico riserva doc 2009 prodotto da Bolla e “Proemio” Amarone della Valpolicella doc 2007 in cui le uve Corvina rappresentano il 50% dell’uvaggio completato da Corvinone e Rondinella fatte appassire per alcuni mesi sui graticci. Le uniche bollicine de “I Nobel” sono di Chiavicchioli che propone una vera rarità per questo tipo di vitigno, il “Rosè del Cristo” metodo classico Sorbara brut doc 2012 che, però, si esprime con complessità ed eleganza davvero uniche. Una etichetta ciascuna anche per Toscana, Lazio e Puglia e, cioè, un grande rosso ottenuto da uve raccolte dal vigneto di Radda in Chianti, “Vigneti La Selvanella” Chianti classico riserva docg 2011 delle Fattorie Melini; invece “Luna Mater” Frascati superiore riserva docg 2014 di Fontana Candida è stato scelto anche con l’obiettivo di recuperare la tipicità di una varietà che negli ultimi tempi si è un po’ offuscata; e un rosso veramente avvolgente, il Primitivo del Salento igt 2013 “Artas” di Castello Monaci. Con due referenze la Basilicata e la Sicilia: nel primo caso due grandi rossi longevi e piuttosto austeri come l’Aglianico del Vulture doc “Re Manfredi” 2011 e “Vigneto Serpara” 2010 dell’azienda Re Manfredi mentre la Sicilia punta su un bianco, il Grand cru chardonnay Terre Siciliane 2013 e “Hugonis” rosso di Sicilia igt 2012 a base di Cabernet Sauvignon e Nero d’Avola, della Tenuta Rapitalà.
Con queste 12 grandi etichette, insieme a 5 spumanti, 7 bianchi, 9 rossi e due vini dolci prodotti da 15 aziende dislocate tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia, Giv si è presentato a Milano con una degustazione organizzata presso l’accogliente bar dell’accorsato albergo Trussardi alla Scala.
(Due dei bianchi dei Nobel)
Una degustazione informale, sottolinea Tiziana Mori, responsabile relazioni esterne del gruppo, per stare un po’ insieme e fare “scoprire” le ultime novità del pianeta Giv. Mentre Scrinzi, ne ha approfittato per sottolineare che la strada da percorrere è quella rappresentata dalle 12 etichette de “iNobel” perché rappresentano il frutto di una perfetta integrazione vitigno-territorio-uomini. Tre elementi fondamentali per chi ha voglia di produrre grandi vini che nel caso di Giv, intanto sono portabandiera del più grande gruppo vinicolo nazionale e poi rappresentano l’immagine della grande enologia italiana, quella che propone prodotti di indiscussa personalità. Vini che rasentano la perfezione e, nello stesso tempo, identificativi del vitigno e del territorio dove è coltivato.