(Marcello Gamberale, Marco Rossi, Stefano Ricagno, Sergi Barnils, Luca Battocchio)
di Michele Pizzillo
Un produttore di bollicine, Cuvage di Acqui Terme, in sinergia con un pittore, il catalano Sergi Barnils, hanno dato vita a “Cuvage des Artistes” per sostenere Telethon impegnata nella lotta contro l’osteogenesi imperfetta, conosciuta anche come “malattia delle ossa di vetro”, sotto la guida della dottoressa Antonella Forlino dell’Università di Pavia.
Per finanziare l’iniziativa, Cuvage ha messo a disposizione 3.000 bottiglie di bollicine millesimate tra, “Cuvage de Cuvage Pas Dosè” e “Nebbiolo d’Alba doc rosè Metodo classico Cuvage”, dando così “voce ad un progetto importante”, ha detto a Milano Stefano Ricagno, direttore generale di Cuvage in occasione della presentazione dell’iniziativa avvenuta nella Galleria Marcorossi, insieme allo stesso gallerista, all’artista catalano, a Marcello Gamberale di Viveat e Luca Battocchio di Telethon.
A rendere le 3.000 bottiglie di spumante ancora più preziose è la produzione limitata; e a trasformale in vere e proprie opere d’arte, sono le etichette riproducesti le opere dell’artista catalano “che abbiamo acquisito dalla galleria Marcorossi, ricavando due etichette speciali per i Metodi Classici Cuvage”, rammenta Ricagno. Bottiglie che saranno vendute attraverso quattro aste benefiche che Cuvage organizzerà a Milano, Forte dei Marmi, Torino e Verona. “Un piccolo gesto per contribuire al sostegno di una ricerca vitale”, sostiene il direttore della cantina di Acqui Terme. Che racconta anche l’esperienza del “teatro del silenzio”, iniziativa benefica promossa dal cantante Andrea Bocelli e a cui Cuvage non fa mancare il proprio sostegno finanziario, mettendo a disposizione bottiglie delle sue preziose bollicine. Nel suo dna, insomma, la cantina di Ricagno ha un progetto etnico che la vede sempre presente alle iniziative finalizzate a raccogliere fondi per sostenere progetti di ricerca, specialmente in campo sanitario. Come, appunto, questa di Telethon. Senza trascurare l’impegno a favore dell’arte, visto che Cuvage sostiene la mostra di Salvador Dalì che sarà allestita nel Palazzo Liceo Saracco di Acqui dal 16 luglio al 4 settembre.
Fondata nel 2011 dalla famiglia Ricagno che da cinque generazioni produce uve da spumante nell’area del Piemonte riconosciuta come la culla delle bollicine metodo classico, con l’obiettivo di riportare il territorio alla notorietà di un tempo e far conoscere il metodo classico italiano come una delle migliori espressioni dell’arte enologica. Per farlo sono state fatte scelte senza compromessi, prima fra tutte la produzione esclusivamente di metodo classico, sia con l’utilizzo delle varietà internazionali Pinot e Chardonnay, sia con la valorizzazione degli autoctoni Cortese e Nebbiolo. Tant’è vero che Cuvage attualmente propone solo quattro etichette, con una produzione attorno alle 100.000 bottiglie: Cuvage de Cuvage pas dosè” (60% Pinot nero, 25% Chardonnay, 15% Nebbiolo), “Nebbiolo d’Alba doc rosè brut” (100% Nebbiolo), “Cuvage blanc de blanc” (100% Chardonnay) e uno spumante in edizione limitata, “Montecarlo Offshore” ottenuto da Cortese in purezza. Il Brut rosè e il Blanc de blancs hanno conquistato la medaglia d’argento al concorso internazionale “Champagne & sparkling wine world championships” nonché il prestigioso “Chairman’s Trophy” al Brut rosè.
Attualmente le bollicine Cuvage sono presenti in 13 Paesi. Con l’Italia che assorbe il 21,9% della produzione ma preceduta dalla Svizzera con il 28,7 e seguita da Francia (19,6%: il terzo paese importatore della produzione Cuvage), Grecia (10,9) e gli Stati Uniti con il 6,4%.
L’azienda, comunque, può contare su una superficie vitata di oltre 200 ettari. “Gran parte dei terreni sono divisi in 5 cascine, situate in posizioni diverse e complementari, sia per esposizione che per tipo di terreni – dice Ricagno -. Ai suoli argillosi, infatti, si alternano quelli ferrosi, fino ad arrivare alle marne e alle rocce calcaree bianche. Per ogni vitigno si valutano le caratteristiche pedoclimatiche che possono dare la migliore espressione ai vini: per il Nebbiolo, ad esempio, si prediligono terreni argilloso-calcarei con altitudini importanti; per i vitigni a bacca bianca, terreni leggermente sciolti che conferiscono finezza e sapidità mentre per il Pinot nero si preferiscono terreni argilloso-ferrosi per ottenere la massima espressività”. E, poi, due delle 5 cascine si trovano nell’area che da giugno 2015 è tutelata dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. “Per questo abbiamo il dovere morale di continuare nella coltura del vigneto a seguire i principi della lotta integrata, evitando il diserbo e scegliendo i prodotti a minore impatto ambientale – aggiunge Ricagno -. Il rispetto dell’ambiente passa anche per l’estetica dei filari, privilegiando le palificazioni di legno e i materiali totalmente biodegradabili e riciclabili”.
Infine, la cantina, definita una “cattedrale delle bollicine” perché ideata per unire efficienza ed estetica. Estesa su 5.000 metri quadrati, rappresenta un vero laboratorio di idee, grazie anche a tecnologie all’avanguardia e ai riconoscimenti delle tre principali certificazioni di qualità. Si può visitare, dalle 9 alle 12 e dalle 15,30 alle 18, basta prenotare anche segue sempre una degustazione di bollicine con specialità gastronomiche del territorio.