La direttrice dell'associazione Lucia Nettis parla alla vigilia della partenza per l'America: “Un mercato in aumento. Sarebbe bello che i ristoranti avessero carte dei vini dedicate ai rosati”
(Lucia Nettis con Checco Zalone al festival del cinema di Roma)
di Francesca Landolina
L’Associazione Puglia in Rosè, la prima dedicata ai vini rosati di Puglia, vola negli Stati Uniti.
Da oggi e fino al 15 febbraio, tappe a New York all’Italian Wine Week; seguono la Nuit Rosè, il festival del mondo dedicato al vino rosato, e l’incontro con la chef Ana Machado a Miami alla Johnson And Wales, l’università più prestigiosa in tema di educazione alimentazione nel mondo.
“Con le cantine pugliese associate, oggi 42, consolideremo la presenza dei vini rosati sul mercato statunitense, uno dei più importanti”, afferma la direttrice Lucia Nettis.
Oggi Puglia in Rosè è un’associazione solida e ben strutturata, ma presto diverrà un Consorzio per poter promuovere i rosati nei Paesi terzi con i contributi dell’Ocm Vino. Attualmente si occupa dell’organizzazione di eventi e della realizzazione di attività promozionali e commerciali sul mercato nazionale e internazionale.
“Da quando ho cominciato la mia attività per la valorizzazione dei vini rosati pugliesi, ho scelto di prediligere l’aspetto culturale a quello tecnico – afferma Lucia Nettis -, perché è importante che il rosato si faccia conoscere come vino trasversale, adatto ad ogni contesto, comprensibile a tutti. Per questo i nostri eventi non solo legati solo alle fiere di settore, ma abbracciano ambiti culturali importanti che vanno dal cinema allo spettacolo, così da far conoscere il vino ad un target variegato di consumatori”.
Di ritorno dal Festival del Cinema “de Rome a Parìs” a Parigi e dalla festa del Cinema di Roma con Apulia Film Commition, l’associazione ha già inserito nel cartellone eventi 2016 la partecipazione al prossimo Vinitaly, la seconda edizione dell’iniziativa Frecciarosata, che ha permesso di fare degustazioni a bordo dei treni Frecciarossa, il Festival di Cannes e Taormina Gourmet in Sicilia.
“La storia dei vini rosati italiani sta volgendo al meglio. Lo dimostrano i dati forniti da uno studio sui vini rosati realizzato dall'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) e dal Consiglio interprofessionale dei vini di Provenza (Civp) – afferma la direttrice – . Lo studio analizza le tendenze di produzione e di consumo e i flussi commerciali dei vini rosati nel mondo dal 2002. Stiamo crescendo e bisogna andare avanti con grinta. Oggi – aggiunge – grazie al lavoro di differenziazione, intrapreso dai produttori, la Puglia è una delle regioni italiane che può offrire alta qualità e diverse tipologie di rosati, non solo fermi. Basti pensare alle bollicine prodotte con metodo classico, bevute con gusto pure dai francesi durante i nostri eventi in Francia”.
Stando ai dati dello studio prima citato infatti la produzione di vini rosati si è sviluppata nel corso degli ultimi anni grazie alla spinta della crescita del consumo. Quattro paesi rappresentano l'80% della produzione: la Francia, la Spagna, gli Stati Uniti d'America e l'Italia. Dal 2002, le esportazioni mondiali di vini rosati (9,8 milioni di ettolitri nel 2014) hanno conosciuto una crescita sostenuta, stimolata da una forte domanda proveniente dai grandi paesi consumatori, in primo luogo i paesi non produttori, come Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio.
“Gli obiettivi dell’associazione ruotano tutti intorno alla valorizzazione e alla promozione, all’estero soprattutto. Eppure mi piacerebbe molto che in Italia ogni ristorante proponesse rosati nelle carte dei vini. Purtroppo, bisogna riconoscere che non è ancora così. Questo vuol dire che anche in Italia c’è tanto da fare per far conoscere la straordinaria qualità di una tipologia di vini di cui l’Italia stessa è grande produttrice nel mondo”.