La produzione vinicola del Piemonte nel 2016 si è attestata a 2,54 milioni di ettolitri con un leggero incremento rispetto al 2015 del 3%. In totale è solo il 5% della produzione nazionale, ma quasi il 18% delle esportazioni complessive italiane a dimostrazione di una sempre maggiore vocazione del Piemonte al'export dei suoi vini di pregio.
Dal 2011 ad oggi un ruolo fondamentale nell'internazionalizzazione dei vini piemontesi è stato svolto dal Consorzio Piemonte Land of Perfection che, con l'aiuto in primis della Regione Piemonte, ha rappresentato e rappresenta uno strumento fondamentale e necessario per affrontare le nuove sfide della globalizzazione. Composto da 10 consorzi di tutela piemontesi (Consorzio dell'Asti, Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Consorzio della Barbera d'Asti e dei Vini del Monferrato, Consorzio del Gavi, Consorzio del Brachetto d'Acqui, Consorzio del Roero, Consorzio del Caluso Carema e Canavese, Consorzio della Freisa di Chieri e Collina Torinese, Consorzio dell'Alta Langa, Consorzio dei Colli Tortonesi e la Vignaioli Piemontesi) da cinque anni a questa parte ha creato e crea sinergia con altre produzioni agroalimentari di eccellenza ed ora ha come obiettivo quello di unirsi per conquistare ancor più facilmente il pubblico straniero, come conferma l'assessore all'agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero: “Il vino è il nostro primo biglietto da visita, un testimonial eccezionale della cultura, del territorio, dei prodotti, della tradizione e della storia del Piemonte, ma non è l'unico. Insieme al vino ci sono le nocciole, i formaggi, il tartufo e molto altro. Unendo tutto si compete non singolarmente, ma in sinergia”.
(Giorgio Bosticco)
Di questo e delle iniziative che vedranno “Piemonte Land of Perfection” impegnato nel mercato interno e in quelli esteri, si è parlato ieri a Palazzo Brancaccio a Roma, in occasione della presentazione del calendario che questo maxi consorzio prevede di attuare nel 2017. Piemonte Land of Perfection promuove le caratteristiche, i pregi e i vini di ciascuna zona e di ciascun consorzio che ne fa parte, nel rispetto delle singole peculiarità facendo leva su un patrimonio di 43.500 ettari, 18.000 aziende e un valore complessivo che solo nel settore export raggiunge quasi il miliardo di euro.
(Ezio Rivella al centro)
Il Presidente di Piemonte Land, Giorgio Bosticco, ha così argomentato gli obiettivi da raggiungere nel prossimo anno: “Dobbiamo mirare a far conoscere le nostre colline, i nostri paesaggi, la nostra viticoltura a molte più persone di quelle che già ci conoscono. Possiamo partire dal vino che è un prodotto eccezionale per raccontare un intero territorio affinchè cresca la nostra economia grazie soprattutto al turismo che ha un indotto fondamentale per la sopravvivenza di moltissime zone che negli ultimi anni con l'incremento e la destagionalizzazione del flusso turistico hanno tirato un sospiro di sollievo” ed ha proseguito “ci aspetta un 2017 ricco di eventi, di promozione, di fiere e attività all'estero per farci conoscere. Nel nome dei più grandi portiamo avanti anche le aziende medie e piccole. Questo è l'obiettivo di Piemonte Land e abbiamo deciso di partire proprio da Roma, quale prima tappa di questo percorso che ci porterà nel prossimo anno a Bordeaux, Hong Kong, Londra e poi Corea e Stati Uniti”.
Anche l'enologo e manager Ezio Rivella presente ieri a Palazzo Brancaccio ha confermato che l'unione dei consorzi piemontesi è importante e alla base del successo di tutta la Regione ed ha aggiunto: “Dietro il vino c'è una risorsa preziosissima che è quella umana e la capacità dell'uomo deve essere quella di produrre qualità usando le tecnologie migliori. Quest'anno in Piemonte abbiamo avuto la vendemmia migliore del secolo, già quella del 2016 è stata buona, ma quest'anno le Barbera avevano una quantità di acini di gran lunga superiori a quelli dello scorso anno e soprattutto buoni, con una gradazione di circa 14 – 15 gradi alcolici come non si vedeva da tempo. Questo è un anno speciale, bisogna approfittarne e comunicarlo a tutto il mondo”.
I mercati internazionali ai quali Piemonte Land of Perfection si rivolgerà saranno principalmente i paesi asiatici e la Russia che sono fino ad ora i meno presenti nella lista dell'export, senza tralasciare l'Europa e gli Stati Uniti che sono sicuramente già “clienti”, conoscitori ed estimatori dei prodotti e dei vini piemontesi, ma possono e devono crescere ancora di numero. A proposito di Stati Uniti John Roberts, esperto comunicatore all'estero dei vini piemontesi ha espresso la sua opinione in merito al mercato statunitense facendo la differenza tra le due coste oceaniche. Su quella est infatti c'è un target molto giovane di americani amanti dell'Italia e dei prodotti italiani, desiderosi di scoprire quanto di nuovo l'Italia ha da offrire. Sula costa ovest invece, quella californiana, c'è maggiore competizione sui vini perchè anche nei ristoranti italiani gli americani chiedono vini californiani e quindi la penetrazione dei vini piemontesi in questo mercato sarà più complicata e faticosa, ma non impossibile.
Con queste premesse e con il motto de “l'unione fa la forza”, Piemonte Land of Perfection si appresta ad affrontare un 2017 ricco di eventi, promozione del territorio e strategie da proporre alla Regione e all'Europa per raggiungere gli obiettivi prefissati. L'incontro a Palazzo Brancaccio di ieri è stato solo la prima occasione per mostrare il format che sarà esportato all'estero come combinazione vino – cucina – prodotti – paesaggi. Ieri infatti alla presentazione è seguito un pranzo con degustazione di eccellenze piemontesi di cui ambasciatore è stato lo chef Maurilio Garola del Ristorante La Ciau del Tornavento. Dieci tavoli, dieci vini uno per ciascuno dei dieci consorzi che fanno parte del brand Piemonte Land of Perfection.
Fabiola Pulieri