C’è una branca della pianificazione urbanistica che parte dal cibo e dal vino per ridisegnare il futuro: si chiama Food Urban Policy ed è la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile di città e aree metropolitane.
Un programma complesso e ambizioso che parte da valutazioni semplici e quotidiane: il cibo, al centro della nostra vita, ha evidenti connessioni con l’ambiente e il paesaggio, pone questioni di democrazia alimentare, problemi per i Paesi ricchi (es. diabete e obesità), costi occulti per il sistema sanitario, ed è volano per le economie locali e motivo di viaggio e scoperta dei territori. È sulla base di queste implicazioni che le Città del Vino hanno rilanciato il ruolo e l’importanza dei Piani Regolatori del Vino, strumento di programmazione urbanistica e rurale che mette l’agricoltura al centro di uno sviluppo più equilibrato e rispettoso delle risorse della qualità della vita.
I Piani Regolatori delle Città del Vino finora realizzati, sono stati presentati a Genzano (Roma), durante il convegno che ha aperto la Convention d’Autunno dell’Associazione. Presenti Massimo Fiorio, vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera; Angelo Rughetti, sottosegretario di Stato alla Pubblica Amministrazione; Ileana Piazzoni, segretario della Commissione Affari Sociali della Camera; Davide Marino, docente di Economia Rurale all’Università del Molise; Alberto Borghi, sindaco di Bomporto (Mo); Fausto Servadio, sindaco di Velletri (Rm); Angelo Radica, sindaco di Tollo (Ch); Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene (Tv).
“Dopo il terremoto del 2010 ci siamo messi attorno a un tavolo per il rilancio del nostro territorio, che è avvenuto attraverso l’adozione del Piano Regolatore delle Città del Vino – ha ricordato il sindaco di Bomporto (Mo), Alberto Borghi -. Questo strumento di pianificazione urbanistica e rurale stabilisce buone pratiche di utilizzo del territorio: in ambito agricolo, edilizio, commerciale, dei servizi, nella gestione del verde, etc. Oggi, però, avere una buona programmazione urbanistica non basta più, infatti stiamo progettando un distretto produttivo del Lambrusco che coinvolga gli enti, le imprese, i consorzi e tutti gli attori dell’area modenese. Contemporaneamente per sviluppare la chiara percezione di essere in una Città del Vino tra gli enoturisti che arrivano a Bomporto stiamo mettendo a punto con l’Associazione un manuale operativo che ci distingua da qualsiasi altro Comune attraverso segni di identità visiva, segnaletica, accoglienza qualificata degli operatori turistici, coinvolgimento delle cantine, apertura a progetti specifici dei cittadini”.
Un altro esempio di forte condivisione arriva da Valdobbiadene (Treviso), paese simbolo del territorio del Prosecco Superiore. “Il buon lavoro con gli altri Comuni della Docg ci ha portato a sostenere tutti insieme sia la candidatura Unesco delle colline del Prosecco Superiore che la candidatura al concorso per diventare Capitale Europea del Vino 2016 – ha dichiarato Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene -. Questa visione ampia, riferita a un territorio storico e di pregio come il nostro, ha consentito ai Comuni del territorio di approvare anche un regolamento condiviso di polizia rurale per le buone pratiche e l’agricoltura sostenibile. Tra le misure è prevista una notevole riduzione dell’uso della chimica tra i filari, a vantaggio della salute e della qualità. Stare in rete conviene – ha concluso Fregonese – il progetto delle Città del Vino è una bella opportunità”.
“Abbiamo dimostrato che fare buona programmazione del territorio consente di risparmiare anche in oneri di costruzione – è intervenuto il sindaco di Tollo (Chieti), Angelo Radica -. Il nostro Piano Regolatore delle Città del Vino tutela l’84 per cento del territorio, uno tra i più vitati d’Italia, con l’obiettivo di valorizzare le aree rurali anche in funzione turistica e di favorire l’edilizia con misure di efficienza energetica, con premi alla bioedilizia e risparmio di consumi domestici. Un bene per tutti. La politica dei vincoli se condivisa non deve intimorire – ha concluso Radica -. Infatti chi mi diceva che con il nuovo Prg di Tollo avrei perso consenso si è dovuto ricredere. Nonostante le aspettative di essere sommersi di osservazioni contrarie ne abbiamo ricevute appena 31 e di queste 27 chiedevano un passaggio d’uso dei terreni da edilizio ad agricolo. Avevamo visto giusto”.
Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, si è rivolto ai sindaci ribadendo le ultime misure del governo per gli enti locali previste dalla legge di stabilità. E cioè: i Comuni che hanno il bilancio in attivo potranno fare investimenti fuori dal patto di stabilità, fino a un miliardo di € complessivi a livello nazionale; lo sblocco dei pagamenti dei debiti se il Comune ha liquidità; e infine nessun ulteriore taglio ai trasferimenti per gli enti locali”.
Novità in arrivo anche sul testo unico di legge del vino, il primo in Italia che in ambito agricolo raccoglierà tutte le normative sul mondo vitivinicolo. Ne ha parlato Massimo Fiorio, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera. “Entro l’anno dovremmo portare a compimento questo lungo passaggio: su ottanta articoli oltre cinquanta sono stati esaminati – ha sottolineato Fiorio -. Vogliamo introdurre la storia del vino anche sui banchi di scuola e fare un’operazione culturale che riposizioni il nostro maggior prodotto identitario, purtroppo equiparato alle bevande alcoliche in nord Europa. Il testo unico sul vino è un grande passo avanti, sia per la semplificazione e gli aggiornamenti sulla pratiche vinicole a favore della produzione che per la valorizzazione. Il vino è per l’Italia un prodotto identitario, nostro fiore all’occhiello. Anche per questo – ha proseguito Fiorio – siamo firmatari di una proposta di legge sul riconoscimento del patrimonio viticolo come bene culturale, sull’esempio della Spagna e della Francia. La proposta potrebbe entrare nel testo unico sul vino con un riconoscimento ai vitigni autoctoni”.
Al convegno delle Città del Vino, organizzato per discutere sui vantaggi della rete e della condivisione, il professor Davide Marino, docente di Economia Agraria all’Università del Molise, ha presentato un’ampia relazione sullo sviluppo agricolo e urbanistico del territorio italiano, in particolare della provincia di Roma, mettendo l’accento sul consumo disordinato di suolo avvenuto negli ultimi decenni. “In realtà l’agricoltura è più vicina alla città di quanto non si percepisca – ha sottolineato Marino -. Nelle aree metropolitane c’è una forte agricoltura di servizio e le amministrazioni, in un’ottica di buongoverno, farebbero bene a essere più attente ai temi della campagna e della ruralità nei loro strumenti di pianificazione urbanistica. Come sta facendo il comune di Amelia, in Umbria, che introduce il tema del cibo nella pianificazione urbanistica. Il cerchio si chiude: oggi più di prima c’è bisogno di strumenti di rivalutazione dei territori nei quali l’agricoltura e il cibo tornino protagonisti, non più marginali”.
C.d.G.