Fino al 30 settembre in mostra nelle vigne di Donnafugata le foto dell’architetto milanese Renato Bazzoni
“Hanno trasformato le montagne in pianure” scriveva, meravigliandosi, un confinato napoletano relegato a vivere alla metà del Settecento a Pantelleria.
Uno stupore comprensibile considerato che l’insediamento umano e lo sfruttamento agricolo – misurandosi con pendici vulcaniche, venti impetuosi, clima arido, assenza di fonti d’acqua dolce – hanno dato vita su quest’isola ad un paesaggio rurale senza pari nel Mediterraneo.
Terrazzamenti, muretti in pietra a secco, giardini, dammusi- frutto del genio e delle fatiche di generazioni di agricoltori – da sabato 23 luglio a venerdì 30 settembre 2011 saranno al centro della mostra “Emozioni di un paesaggio”, curata da Gabriella Giuntoli e da Giuseppe Barbera, che vedrà esposte tra le vigne di Donnafugata a Pantelleria, 40 scatti dell’architetto milanese Renato Bazzoni, illustre difensore del patrimonio artistico e naturalistico italiano e tra i fondatori del FAI – Fondo Ambiente Italiano insieme a Giulia Maria Mozzoni Crespi.
Le fotografie esposte – gentilmente concesse da Carla Bazzoni, moglie di Renato – sono state scelte tra le molte scattate dall’architetto tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 durante i suoi sopralluoghi sull’isola, di cui è riuscito abilmente a catturare non solo l’integrità dei paesaggi ma anche la bellezza delle architetture rurali capaci di rendere indimenticabile il viaggio dei visitatori di oggi e di ieri. Immagini di un passato relativamente recente, ma che a confronto con la realtà odierna del luogo aiutano i visitatori a riflettere sui rischi derivanti dal processo di abbandono dell’agricoltura, che a Pantelleria ha visto ridurre a un decimo, rispetto a cinquant’anni fa, l’estensione dei terreni coltivati.
Un tempo si coltivava il cotone e l’orzo, poi gli olivi, i capperi e la vite. Quest’ultima, con lo Zibibbo allevato ad alberello all’interno di piccole conche, continua a regalare frutti di eccellenza. Per le caratteristiche “estreme” dell’isola, richiede però immensi sforzi tanto da far parlare oggi di “viticoltura eroica”, una viticoltura che comunque merita di avere i suoi prosecutori, come Donnafugata intende essere attraverso vini porta-bandiera dell’enologia italiana nel mondo.
L’intreccio tra tutela dell’ambiente, produzioni di qualità e sviluppo eco-compatibile, è il leit-motiv della collaborazione stretta tra Donnafugata e il FAI sin dal 2008, quando l’azienda siciliana ha recuperato un “giardino pantesco” tra le proprie vigne e lo ha donato alla Fondazione. Un impegno che la mostra “Emozioni di un paesaggio” rinnova: dalle cantine di Donnafugata, attraversando la vigna di Khamma, si ammirano le foto di Renato Bazzoni collocate en plein-air e si giunge infine al Giardino Pantesco, un gioiello di architettura agricola che racchiude un secolare albero di arancio, simbolo della vita, circondato da un muro di pietra, simbolo del grembo materno.