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L'iniziativa

Pantelleria, scatti tra le viti

28 Luglio 2011
bazzoni bazzoni

Fino al 30 settembre in mostra nelle vigne di Donnafugata le foto dell’architetto milanese Renato Bazzoni

“Hanno trasformato le montagne in pianure” scriveva, meravigliandosi, un confinato napoletano relegato a vivere alla metà del Settecento a Pantelleria.

Uno stupore comprensibile considerato che l’insediamento umano e lo sfruttamento agricolo – misurandosi con pendici vulcaniche, venti impetuosi, clima arido, assenza di fonti d’acqua dolce – hanno dato vita su quest’isola ad un paesaggio rurale senza pari nel Mediterraneo.
Terrazzamenti, muretti in pietra a secco, giardini, dammusi- frutto del genio e delle fatiche di generazioni di agricoltori – da sabato 23 luglio a venerdì 30 settembre 2011 saranno al centro della mostra “Emozioni di un paesaggio”, curata da Gabriella Giuntoli e da Giuseppe Barbera, che vedrà esposte tra le vigne di Donnafugata a Pantelleria, 40 scatti dell’architetto milanese Renato Bazzoni, illustre difensore del patrimonio artistico e naturalistico italiano e tra i fondatori del FAI – Fondo Ambiente Italiano insieme a Giulia Maria Mozzoni Crespi.
Le fotografie esposte – gentilmente concesse da Carla Bazzoni, moglie di Renato – sono state scelte tra le molte scattate dall’architetto tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 durante i suoi sopralluoghi sull’isola, di cui è riuscito abilmente a catturare non solo l’integrità dei paesaggi ma anche la bellezza delle architetture rurali capaci di rendere indimenticabile il viaggio dei visitatori di oggi e di ieri. Immagini di un passato relativamente recente, ma che a confronto con la realtà odierna del luogo aiutano i visitatori a riflettere sui rischi derivanti dal processo di abbandono dell’agricoltura, che a Pantelleria ha visto ridurre a un decimo, rispetto a cinquant’anni fa, l’estensione dei terreni coltivati.
Un tempo si coltivava il cotone e l’orzo, poi gli olivi, i capperi e la vite. Quest’ultima, con lo Zibibbo allevato ad alberello all’interno di piccole conche, continua a regalare frutti di eccellenza. Per le caratteristiche “estreme” dell’isola, richiede però immensi sforzi tanto da far parlare oggi di “viticoltura eroica”, una viticoltura che comunque merita di avere i suoi prosecutori, come Donnafugata intende essere attraverso vini porta-bandiera dell’enologia italiana nel mondo.
L’intreccio tra tutela dell’ambiente, produzioni di qualità e sviluppo eco-compatibile, è il leit-motiv della collaborazione stretta tra Donnafugata e il FAI sin dal 2008, quando l’azienda siciliana ha recuperato un “giardino pantesco” tra le proprie vigne e lo ha donato alla Fondazione. Un impegno che la mostra “Emozioni di un paesaggio” rinnova: dalle cantine di Donnafugata, attraversando la vigna di Khamma, si ammirano le foto di Renato Bazzoni collocate en plein-air e si giunge infine al Giardino Pantesco, un gioiello di architettura agricola che racchiude un secolare albero di arancio, simbolo della vita, circondato da un muro di pietra, simbolo del grembo materno.