(Fabio Rolfi e Federico Gordini)
di Michele Pizzillo, Milano
I modelli sono la moda e il design. Partendo da questa constatazione, l’obiettivo della Milano Wine Week è quello di fare di Milano un grande palcoscenico internazionale per il mondo del vino.
Interrogativo d’obbligo: è possibile? Per Federico Gordini, ideatore dell’evento, in programma dal 6 al 13 ottobre prossimi, la risposta è sì, senza tentennamenti. Tant’è che ha coinvolto Regione Lombardia, Confcommercio Milano con Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ed Epam (che è l’associazione provincia milanese di Fipe), Coldiretti e Federdoc; che potrebbe essere anche facile, visto che l’interesse di questi enti ed associazioni è quello di rafforzare l’immagine del capoluogo lombardo in tutto il mondo e, quindi, eventi del genere contribuiscono a sostenere questo percorso. Più difficile potrebbe essere il coinvolgimento di attività private, ma scorrendo il programma degli eventi, veramente enorme con i suoi oltre 300 appuntamenti, e quello dei consorzi e delle cantine che vi partecipano, dobbiamo ammettere che sono in molti gli operatori che credono nella possibilità di fare di Milano uno dei riferimenti internazionali per il mondo del vino e, aspetto da non trascurare, attraverso il coinvolgimento del consumatore finale. E, sì. Perché Milano Wine Week, a quanto pare, ha l’obiettivo di coinvolgere di più chi il vino lo consuma che chi lo commercializza. Le masterclass, i seminari, i lanci di nuove etichette, gli aperitivi, le cene esclusive, i walk-around tasting, sono tutti eventi finalizzati a sollecitare la partecipazione dei wine lovers. E, per raggiungere meglio questa enorme massa di appassionati di vino, oltre che coinvolgere l’intera città, Gordini si è inventato la divisione del territorio cittadino in 6 wine district, con l’abbinamento di ciascun quartiere ad un consorzio vinicolo, che sono quelli del Franciacorta, dell’Oltrepò Pavese, del Prosecco Docg, delle Doc del Friuli Venezia Giulia, dell’Asti Docg, del Lugana e della Sardegna. In questo modo sarà più agevole evitare gli ingorghi che, spesso, caratterizzano gli eventi della moda e quelli del design.
Oltre ai consorzi di tutela, a Milano Wine Week saranno presenti, con proprie iniziative inserite negli oltre 300 appuntamenti previsti dalla manifestazione, aziende come Berlucchi, Montelvini, Santa Margherita, Pasqua, Feudi San Gregorio, Cantina San Michele Appiano, Zonin, Cantine Leonardo da Vinci, Terra Moretti, Nino Negri, Cantina di Vicobarone, Banfi, Tenute Piccini, Bertani, Villa Sandi, Perrier Jouet e un po' di aziende posizionate sulla direttrice Milano-Cortina, selezionate da “Le Donne del Vino”, come omaggio all’assegnazione dei giochi olimpici invernali del 2026. Mentre l’Istituto Trentodoc organizzerà il brindisi che seguirà al taglio del nastro della settimana dedicata al vino, sabato 5 ottobre, con un imponente flash mob che vedrà il coinvolgimento di migliaia di persone che si troveranno al City Life Shopping District.
A Milano Wine Week, oltre a degustare ed anche a mangiare, si parlerà di vino anche sotto l’aspetto economico e sociale, prima con la conferenza-talk show di inizio manifestazione sul tema “Più valore per il vino italiano” condotta dal giornalista Luciano Ferraro del Corriere della Sera; poi con la giornata di riflessione sul mondo del vino con il Wine Business Forum, che vedrà la partecipazione di 100 selezionatissimi stakeholder del settore, divisi in cinque tavoli tematici, con l’obiettivo finale di redigere un documento che sarà consegnato al neo-ministro dell’agricoltura, anticipa Gordini. A tutto questo si aggiungono gli incontri con importanti esponenti del settore, tra cui Angelo Gaja che insieme a Ferraro, sarà protagonista dell’evento “Gaja racconta Gaja”.
E, quindi, ha ragione l’assessore lombardo all’agricoltura, Fabio Rolfi, a sottolineare che “alla Lombardia serviva un grande evento dedicato al vino. E, poi, Milano è la realtà più importante d’Italia sotto il profilo economico e di visibilità internazionale”. E, poi, aggiunge il presidente di Fipe, Lino Stoppani “il vino racchiude molti valori: dal lavoro all’ambiente, dalla tradizione alla cultura. E un alto valore immateriale che le nostre attività imprenditoriali sanno esprimere favorendo l’aggregazione sociale”. Mentre il presidente lombardo di Coldiretti, Paolo Voltini, evidenzia che “il vino rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare italiano, per un valore annuale di 6,2 miliardi di euro”. E, chiosa il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro “possiamo affermare che il vino, insieme alla moda e all’arte, rappresenta il made in Italy nel mondo. Milano, capitale dell’eccellenza italiana, deve divenire proprio per questo un grande punto di riferimento per la promozione dell’eccellenza vinicola come già accade per la moda e per il design”. Ci sono i presupposti perché tutto questo avvenga? La risposta di Gordini: “sì. Perché siamo sostenuti dagli appassionati del vino di qualità”.