Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

L’orto on line, la nuova frontiera dell’e-commerce che mette in rete consumatore e agricoltore

11 Novembre 2013
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Una piattaforma online di vendita prodotti? No.

O per lo meno solo in apparenza. Si tratta di Ortomaganer, un neo-progetto ideato da due trentenni pugliesi che hanno messo sul piatto le loro competenze: Vincenzo dell’Olio nel campo del marketing e della comunicazione e Antonio Turchiarelli nella produzione agricola.

Un meltin pot di provenienze e esperienze che ha entusiasmato una ventina di operatori tra produttori e trasformatori ed i circa mille utenti registrati. Come funziona questa che è una finestra virtuale sulla realtà dell’agricoltura? Facile. Ci si registra al sito di Ortomanger (www.ortomanager.it) e si crea il proprio orto, non virtuale attenzione, non si parla di “FarmVille” ma di un accesso al mondo dell’agricoltore: “un modello di economia alternativa” come definito da Vincenzo il co-ideatore del progetto insieme ad Antonio. Si acquistano dei crediti e si scelgono quali prodotti voler coltivare, sarà un agricoltore in carne ed ossa che produrrà esattamente quel prodotto e che darà vita al risultato finale: passate di pomodoro, marmellate, sott’olio, olio, vellutate e così via.  Il neo “manager” dell’orto può seguire le fasi della produzione, fino al momento della spedizione. Ad oggi tra i prodotti freschi ci sono solo le arance siciliane ma è in itinere lo sviluppo del paniere a disposizione del consumatore, compatibilmente con le logiche di stoccaggio e di mantenimento di standard qualitativi elevati.

Si capisce, così, che l’apparenza inganna. Non si tratta, infatti, solo di una piattaforma di commercializzazione di prodotti, ma di una risposta creativa a due esigenze: trovare una via di fuga da un mercato instabile, da un lato, e avvicinare il consumatore ai luoghi e alle persone che animano la filiera corta agroalimentare, dall’altro.
“Il progetto nasce da una esigenza pratica – dice Vincenzo – cioè cercare di risolvere i problemi legati alla filiera lunga, in prima linea l’intermediazione e l’oscillazione dei prezzi”.  Queste due variabili, infatti, arrecano un danno sia al consumatore che al produttore che, in questa fase critica del mercato, si trova a pattuire un pezzo per la materia prima per poi vederselo abbassato in itinere. “I coltivatori – sottolinea Vincenzo – si trovano davanti solo la scelta tra adattarsi, abbassando il prezzo, o non vendere i prodotti”. L’obiettivo della disintermediazione, quindi, appare come una delle soluzioni possibili all’ottimizzazione del profitto per i coltivatori ma anche al contatto tra loro ed il consumatore. Vien da sé il legame con il secondo obiettivo del progetto: l’informazione sulla qualità del prodotto e sulla storia che c’è dietro.

A confermarlo sono tre produttori tra i tanti operatori che hanno abbracciato il progetto. “I mercati non sono più sicuri” ammette Pierluigi Turchiarelli, dell’omonima azienda di Candela in provincia di Foggia, di 22 anni, produttore di pomodori, melanzane, cime di rapa, broccoli e asparagi. “E’ da soli cinque anni che faccio questo lavoro e la criticità più compromettente per il mio lavoro è l’incertezza del prezzo”, invece garantito nel caso di Ortomanager dall’acquisto dei crediti in anticipo.
Ma non si tratta solo del “vil denaro” ma di contatto con la realtà, proprio come detto da Leonardo Rindone trentanovenne che nel progetto si inserisce come produttore di olio Dop del Lago di Garda, tramite la sua azienda Frantoio Valtenesi di Polpenazze del Garda in provincia di Brescia: “ho deciso di aderire e collaborare perché il progetto trasforma qualcosa di virtuale, come il sito web, in reale, contrariamente a quanto si possa immaginare, così – aggiunge – si arriva ai veri km0”. “Il consumatore deve capire perché al supermercato l’olio costa 2 euro al kg mente nel frantoio molto di più – aggiunge Leonardo – ed Ortomanager è un canale in più per informarlo”.

Sono entusiastici i toni dei produttori coinvolti, come Francesca Di Girolamo, anche lei poco più che trentenne, laureata alla Bocconi e che ora gestisce insieme alla famiglia l'azienda agricola BIOINVIO che fornisce le arance siciliane biologiche con sede a Vittoria in provincia di Ragusa, azienda certificata biologica dal 1994. “Non basta solo impegnarsi per vendere prodotti di qualità elevata, bisogna anche usare gli strumenti che il marketing fornisce per comunicarla e rendere i nostri sforzi efficaci” afferma Francesca che aggiunge: “puntare sulla filiera corta aiuta ad abbattere le distanze con il consumatore che può percepire il vero valore del prodotto”. Francesca, poi, ammette di aver apprezzato anche quel tocco un po’ più “femminile” del progetto, cioè la cura dei dettagli del packaging.
 
Ecco l’aspetto più ludico del progetto. La personalizzazione delle etichette con il nome del destinatario, ad esempio, come racconta Vincenzo che ci tiene a sottolineare che tale aspetto è stato studiato “in tempi non sospetti prima che Coca Cola e Nutella lanciassero la stessa idea sui loro prodotti”.
Insomma, un mix di creatività, innovazione e tradizione che può dare buoni frutti.

Lucrezia Balducci