Miazar Farivar e il fratello Shahab
Il cibo che travalica i confini e unisce le culture più diverse.
Il cibo come terreno di scambio per placare gli animi ed evitare conflitti. È su questo specialissimo terreno che si muove l’American Chef Corps, un gruppo di circa 90 chef professionisti al servizio del Dipartimento di Stato americano, il cui obiettivo è quello di partecipare a scambi culturali in giro per il mondo e utilizzare il cibo e le tradizioni culinarie come strumento di conoscenza reciproca, di incontro e di integrazione tra popoli e culture diverse.
E chi più di uno chef di origini iraniane ma naturalizzato americano può sintetizzare questa filosofia? E così, profondamente animato dai principi che ispirano il gruppo di cui fa parte, Maziar Farivar, nato in Iran e trasferitosi negli Stati Uniti alla fine degli anni ’70, è in Sicilia per portare il suo messaggio di integrazione attraverso la cucina. Prima a Mazara del Vallo, alla Fondazione San Vito Onlus, per incontrare un gruppo di 15 donne tunisine selezionate per un corso di pasticceria nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Sicilia e denominato “Nuovi Italiani”, a sostegno dell’inclusione socio-lavorativa di immigrati di prima e seconda generazione.
Poi a San Vito Lo Capo per il Cous Cous fest, dove era stato già lo scorso anno e dove torna con immutato entusiasmo. Ad accompagnarlo in questa avventura siciliana, il fratello Shahab, comproprietario del ristorante Peacock café a Washington DC. “L’American Chef Corps – racconta Farivar – è un programma molto interessante per gli chef perché ci dà l’opportunità di uscire dalle nostre cucine per interagire con una grande varietà di culture e costumi differenti, di conoscere diversi prodotti, altri modi di fare e le varie culture diventano più vicine attraverso il dialogo e il cibo”.
Ciascuno chef, dei novanta che fanno parte di questa speciale squadra, è stato selezionato dal Dipartimento di Stato Americano in collaborazione con la James Beard Foundation (http://www.jamesbeard.org/about), una delle organizzazioni più importanti oltreoceano in fatto di cibo. “Il programma che ci riguarda – continua lo chef dell’American Chef Corps – è iniziato due anno fa sotto la leadership di Hilary Clinton che, all’epoca, era a segretario di Stato ed io sono stato così fortunato da essere invitato. All’inizio non avevo idea di cosa fosse questo programma ma il Dipartimento di Stato mi ha chiamato ed io ho risposto e adesso posso dire che è un’esperienza incredibile. All’interno dell’organizzazione, ogni chef viene selezionato in base alle proprie peculiarità. Ciascuno di noi dà il proprio contributo in termini di esperienze e di idee ed io sono molto entusiasta dei risultati raggiunti fino ad ora”.
Maziar parla della cucina italiana che, a suo giudizio, influenza molto la cucina americana, soprattutto nell’utilizzo di certe materie prime. “In America – dice – c’è una relazione romantica tra il cibo e l’Italia ed è logico che sia così perché alcuni prodotti italiani sono senza dubbio i migliori. Tutti siamo interessati a come si mangia in Italia e quando siamo qui teniamo gli occhi bene aperti per assorbire il più possibile. Quando sono in viaggio per conto dell’American Chef Corps – conclude – non so mai esattamente cosa succederà ma so per certo che saranno sempre esperienze importanti perché questo programma ci dà l’opportunità di abbracciare la diversità e di usare il cibo come una forma di comunicazione che travalica ogni barriera”.
Clara Minissale