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L'iniziativa

Le Egadi, tramonto mozzafiato, 2 grandi chef Buona la prima cena Slow Food a Isola Lunga

01 Agosto 2018
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(Nino D'Ambrogio e Patrizia Di Benedetto)

di Stefania Petrotta, Marsala (Tp)

Che la chiamiate Isola Grande o Isola Lunga, il risultato non cambia: con il suo paesaggio lunare dovuto alle distese bianche delle saline in disuso e le Egadi come sfondo, resta uno dei posti più magici da cui ammirare il tramonto. 

E non stupisce che quest’ultimo proprio lì, probabilmente grazie ai riflessi del mare e delle distese di sale, si vesta dei colori più belli con gradazioni che vanno dall’arancio vivo al viola. Verrebbe quindi da dire che alla condotta Slow Food di Trapani piace vincere facile nel momento in cui organizza una cena sull’isola.

Ma siccome a Giuseppe Raineri & c. piace strafare, in cucina mettono la stellata Patrizia Di Benedetto del Bye Bye Blues di Mondello, la borgata marinara di Palermo e Nino D’Ambrogio dell’Agriturismo Vultaggio di Guarrato, frazione del comune di Trapani: gourmet e tradizione legati a stretto giro dai prodotti del territorio tra i quali spiccano, immancabili, i presidi Slow Food. Partner della serata i vini di Sibiliana Vini, Cantine Europa, egregiamente abbinati ai piatti, e l’olio delle Tenute Pietretagliate e Regalbesi.

Ma passiamo al menù. La cena si apre con un ricchissimo buffet di antipasti ideati da Nino D’Ambrogio. Strepitosi gli involtini di peperone e la zuppetta di patelle con crostini di pane nero. Non da meno le arancinette di pane cotto in brodo di pesce, la “ghiotta” di lumache e ventresca di tonno e i taroncioli. Due le frittate, entrambe ottime: quella di salicornia, di cui l’isola è feconda, e quella di patate e vastedda del Belice. E ancora il cous cous con le verdure dell’orto, la parmigiana presentata a scala come una vera “parmiciana” (in dialetto la persiana), i bacetti di pomodoro secco, le panelle di macco di ceci e le zucchine marinate con la cipollata.

Seguono i primi: D’Ambrogio porta le sue cassatelle di ricotta e tenerumi su ristretto di pesce di Favignana

e la Di Benedetto i suoi famosi cavatelli neri con calamari, gamberi e schiuma di ricci. Entrambi buonissimi, diamo però un mezzo punto in più al primo perché gradiamo come la delicatezza della ricotta con i tenerumi esalti la zuppetta di pesce. 

Tra i secondi invece primeggia quello di Patrizia: i suoi rotolini di branzino e gamberi rossi accompagnati da una brunoise di verdurine dell’orto eccellente hanno una delicatezza e una dolcezza tali da aggiudicarsi il mezzo punto in più

sulla spatola mandorlata accompagnata dalla caponata scomposta di D’Ambrogio, peraltro la cui croccantezza della panatura risulta da manuale.

Al momento del dolce, la cagliata di gelsomino con gelo di anguria e meringhe alla cannella della Di Benedetto conferma la sua propensione per la pasticceria i cui dolci, fin dall’apertura del ristorante, sono sempre stati, nell’annovero dei ristoranti stellati, tra i migliori. Chiudono la cena i dolcetti secchi della tradizione di D’Ambrogio: mustazzoli al miele o al vino cotto, quaresimali e biscottini di mandorla.

Rientriamo sulla terraferma sotto il cielo stellato e la luna piena che si riflette sulle acque placide della baia dello Stagnone. In avvicinamento le luci della costa… e noi già non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza al più presto.