(ph Vincenzo Ganci)
Abbiamo fatto un giro per capire che riscontro stanno avendo i nostri locali aderenti ad #arancinadays. Insomma volevamo capire se l’arancina “tirasse” anche al di fuori di Santa Lucia e, da quanto constatato attraverso il report di un piccolo campione preso in esame, parrebbe proprio di sì.
Ottimo risultato per l’arancina con fonduta di robiola, crema di broccoli arriminati, tartare di gambero e polvere di limone del Quattro Venti Comfort Food i cui clienti ne sono stati totalmente conquistati. Anche la Trattoria Ai Normanni, con la sua arancina “assarde”, manifesta soddisfazione per l’esito fino ad oggi ottenuto “Abbiamo avuto un ottimo riscontro sia con i palermitani che con i turisti – conferma lo chef Marco Troìa – tanto che stiamo pensando seriamente di lasciarla in menù”. Buon risultato anche per l’arancina Tuma Persa e limone di Dispensa dove, insieme all’idea e all’esperienza dello chef Giuseppe Costa, premia la scelta di un formaggio molto amato. Un autentico tripudio per il Babbio made in Sicily che propone l’arancina Bab-Bio come antipasto e una conferma per Badalamenti Cucina e Bottega che tiene l’arancina di mare su zuppetta di pomodoro e cozze piccante in menù sempre e che in questo periodo ha decisamente incrementato le vendite che, già normalmente, vanno bene. Ma il migliore risultato finora riportato è quello del ristorante Charleston con la sua versione gourmet dal nome evocativo “La Sicilia morbida e croccante”: solo la prima settimana ne avevano vendute una sessantina.
Da questa piccola ricognizione, appare dunque evidente che non c’è molta differenza di preferenza tra le arancine gourmet e quelle invece più classiche. Sembra quindi che la scommessa sia stata vinta e che davvero il palermitano, e non solo, ha, per quello che rappresenta il simbolo del cibo da strada della nostra città, un debole.
Stefania Petrotta