La storia ha già consegnato da secoli quello che per i napoletani é un vanto: la “pizza ca' pummarola in coppa”. Presto anche i siciliani si potranno fregiarsi dello stesso vanto, quello di aver creato la “pizza ca' Vastedda in coppa”.
La consacrazione si é celebrata con un evento firmato da “Le Trazzere del gusto” un progetto che mira a promuovere e valorizzare il panorama enogastronimico siciliano. Lo hanno chiamato Sicilia in pizza” e con un claim specificano la sua natura : “la vestedda della valle del Bèlice sposa la pizza”. Un matrimonio per celebrare la cultura del territorio, quella che per linguaggio usa i prodotti della sua terra, per voce l'anima dei suoi contadini, per fine il vangelo della sua natura . Che con la Vastedda del Belice celebra uno dei suoi ultimi e tardivi riconoscimenti: la Dop del piú singolare dei formaggi a pasta filata. A officiare questa consacrazione i suoi piú naturali sacerdoti, i pizzaioli delle nove province che oggi con la serata in programma a Pedara, in provincia di Catania, completeranno il calendario che ha visto le nove province misurarsi in una competizione che é stata esclusivamente un confronto per crescere, unirsi e fare una squadra che elevi all'Olimpo dell'eccellenza un pilastro delle tradizioni culinarie del sud: la pizza siciliana. Ieri sera intanto a Palazzolo Acreide, per la provincia di Siracusa, è stato designato il penultimo finalista che a Palermo , lunedí prossimo, nella finale regionale si misurerà con gli altri otto colleghi per conquistare il titolo di campione regionale.
Si chiama Pippo Cangemi, titolare del Charleston di Canicattini Bagni. La sua pizza che ha chiamato Ianattini, coniugava espressione del territorio, risorse locali, farine autoctone, la Tumminia” , eleganza e semplicità, quest ' ultima, parola chiave per far esaltare tutta la sapidità del formaggio protagonista. Una vittoria sul filo di lana. Non hanno sfigurato infatti né Benny Garofalo con la sua “Colazione contadina”, un gioco d'artificio fra sapori profumi e ricordi d'infanzia. Né la “Terra madre” di Tancredi Parentignoto, un compendio di storia della gastronomia sicula-orientale con ricotta dei monti Iblei che stemperava il ragù bianco di filetto di maialino dei Nebrodi, è sì addolciva con la mandorla pizzuta di Noto e il fondente modicano. Mentre Danilo Rocco della PDPizza di Palazzolo Acreide ,con “Terra mia”, e Gianluca Rossitto del “Piano B” di Siracusa,”Vá dove ti porta il cuore”, hanno veramente valorizzazzato le peculiarità della Vastedda, penalizzando però sia l'aspetto creativo che la declinazione del territorio compromettendo quella completa valutazione che conduce alla vittoria. Stasera ultimo round alla “Bussula” il ristò-pizzeria di Pedara alle pendici dell'Etna per completare la rosa dei nove finalisti. Che lunedì a Palermo si contenderanno la palma di Campione regionale della…”Vastedda”.
Stefano Gurrera