LO CHEF DEL MESE – Giovanissimo, dirige la cucina del ristorante che si trova all'interno dell'Hassler di Roma. “L'innovazione in cucina? Solo pochi l'hanno fatta, gli altri si illudono”
(Andrea Antonini e Roberto E.Wirth)
di Annalucia Galeone
Andrea Antonini, classe '91, executive chef dell'Imago, ha inaugurato una stagione ricca di novità e contraddistinta dal netto cambio di rotta.
Imàgo, dal latino immagine, visione e sogno è il ristorante panoramico una stella Michelin con sfondo sulla città eterna dello storico Hassler Roma, l'ideatore è Roberto Wirth, proprietario e Direttore Generale. “L’Imàgo è un ristorante dove il mio tocco personale è sempre stato essenziale – afferma Roberto Wirth – È stato così nel momento in cui ho deciso di trasformare in ristorante gourmet il locale che mio padre, Oscar Wirth, decise di creare nel 1956, in occasione della totale ricostruzione della struttura dopo la guerra. Ho anticipato la tendenza internazionale utilizzando le terrazze per la ristorazione. Non guardo mai la passato, mi distrae dal presente. Do grande fiducia ai giovani chef che vogliono emergere e costruire la loro storia dentro l’Hassler e per l’Hassler”.
(Andrea Antonini)
Andrea ha i piedi ben piantati per terra e un curriculum di rispetto, nel poco tempo libero a disposizione adora giocare con il suo cane e fare immersioni in gabbia con gli squali. E' arrivato dopo una lunga esperienza in Spagna con i fuoriclasse della cucina mondiale di El Celler de Can Roca e di Quique Dacosta, entrambi 3 stelle Michelin e tra i miglior ristoranti per i 50Best. L'avventura iberica è iniziata nel laboratorio di creatività di Quique Dacosta. Al fianco del responsabile Juanfra Valiente ha capito che la cucina può essere un luogo d’avanguardia, ciò si realizza quando tutto è organizzato alla perfezione, senza spazi per l’approssimazione. Trasferitosi al El Celler entra in sintonia con Joan Roca, uno dei fratelli fondatori del ristorante, qui vince il premio per la creatività indetto ogni anno tra tutti i membri della sua brigata proponendo un piatto romano con triglia, panzanella e limone.
“Io non amo mettermi in mostra, non cucino per impressionare la critica, amo fare il mio lavoro – sottolinea Andrea Antonini – I miei sono piatti semplici, devoti al gusto, all'estetica pura e al territorio. Sono italiano, sono fiero di esserlo e faccio cucina italiana. Tradizione e innovazione sono concetti abusati e superati. L'innovazione è fatta dai pionieri, in pochi ci sono riusciti nella ristorazione mondiale, gli altri si illudono. La tradizione intesa come il ricordo della cucina della nonna deve essere contestualizzata all'interno del ristorante di livello e rispettare l'esecuzione. Le cotture sottovuoto, le basse temperature e il roner ormai fanno parte della tradizione, io prediligo le espresse”. I piatti sono un omaggio all'italianità, sono uniti da un filo conduttore. Per enfatizzare il taglio con il passato e il nuovo inizio i menù degustazione sono soprannominati Imago, il numero progressivo successivo evidenzia l'evoluzione e il passare del tempo, Imago 0.0 è la prima stesura, la versione attuale è la 1.0. I percorsi da sei e otto portate costano rispettivamente 150 e 160 euro.
“Essere qui come chef di Imàgo è l’avventura della mia vita – dichiara Andrea – Grazie a Roberto Wirth ho messo insieme una brigata di giovani professionisti, Matteo Taccini è il mio sous chef e grande amico. Assieme alla sala intendiamo render sempre più simbiotico il lavoro delle due squadre e far vivere all’ospite un’esperienza sempre più unica e coinvolgente”. La carta dei vini ha circa mille etichette da tutto il mondo, è disponibile la carta delle acque. I coperti sono 40, gli ambienti eleganti e raffinati, in ogni momento della giornata i giochi di luce si riflettono negli specchi e creano una atmosfera magica. Da una posizione così privilegiata è possibile ammirare la Chiesa di Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, il Quirinale, Villa Colonna e la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, il Campidoglio e il monumento a Vittorio Emanuele II, Palazzo Venezia, l’Aventino, il Pantheon, la Chiesa di Sant’Agnese a Piazza Navona, Castel Sant’Angelo, l’obelisco e la Chiesa di Trinità dei Monti, Villa Medici e i giardini di Villa Borghese. L'Hassler è dotato anche di un Bistrot, è il salotto preferito dei romani e dagli ospiti dell'albergo, è possibile pranzare, cenare o fare spuntini dopo il teatro accompagnati da musica dal vivo al pianoforte. La conduzione è affidata all'head chef Marcello Romano.
Imagò Hassler Roma
piazza Trinità dei Monti, 6 – Roma
t. +39 06 699 34726
imago@hotelhassler.it
Aperto ogni giorno dalle 19 alle 22,30
Chiusura annuale dal 7 al 23 gennaio 2020
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no