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L'iniziativa

La cena degli “sfogeti”: a Monselice si rinnova la tradizione

15 Gennaio 2018
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di Maristella Vita, Monselice (Pd)

Al ristorante di pesce “Tavern” di Monselice (PD), nona edizione della “cena dei sfogeti” (o sfogetti). Devono essere qualcosa di molto prelibato, visto che l’altra sera nel bel locale di Roberto Veronese, sono accorsi ben 111 giornalisti da tutto il nord d’Italia, badate bene, pagando la cena di tasca loro. 

A rendere unica la serata dedicata agli sfogeti – piccole sogliole dell’Adriatico dalla grande bontà e altri umili crostacei e pesciolini, ovvero “moletti, patarace, schie e sarde”, tutti fritti a dovere, selezionati a Chioggia (Ve) da Mario Stramazzo, penna enogastronomica e accademico della Cucina Italiana, principale artefice della festa assieme a Renato Malaman, altro giornalista del gusto -, era il piacere. Il piacere dei grandi vini presenti sulle tavole (Villa Parens di Giovanni Puiatti, Gianni Tessari, Bèlon Du Bèlon, Bollicine di Franciacorta, Vigne del Pigozzo di Giorgio Salvan, Terre di San Venanzio, Durello Doc, Vini Tommasi – Family Estates, e alcuni del Consorzio Vini Doc dei Colli Euganei); assieme a quello dell’originalità degli antipasti, con gli show cooking di Fabio Legnaro dell’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia (coi suoi piccoli capolavori col formaggio), di Roberto Zanca di Hangar 78 e di Sabbia&Sale (e la sua tartara di tonno) e di Marco Volpin del ristorante Le Tentazioni di Villatora di Saonara che ha preparato un imperdibile mini hamburger di pesce su letto di salsa cren; e, dulcis in fundo, per i celebrati dolci di Loison (panettone e macaron) e la millefoglie con gocce di cioccolato dell’Antica Trattoria da Ballotta, accompagnati dal sontuoso passito calabrese Greco di Bianco Doc riserva, di Ceratti.


Ma non basta: il piacere infine, una volta all’anno, di incontrarsi per celebrare la tradizione e l'innovazione, dove l'enogastronomia supera se stessa in nome della positiva convivialità. Anche per questo è stato assegnato nell’occasione lo “Sfogeto Sgajo”, termine veneto traducibile con “sveglio e capace”, “smart”, assegnato dalla “Confraternita dei Sfogeti” a Flavio Colantuoni, che ha diretto alberghi e ristoranti in tutto il mondo con successo, ma mai esibito come suo stile, l’ultimo dei quali è stato l’assegnazione della Stella Michelin al ristorante “Il Refettorio”, costola del Monastero Santa Rosa, resort di Conca dei Marini (SA) sulla costa amalfitana.