di Fabiola Pulieri
E' stato presentato a Roma, all'enoteca Costantini a piazza Cavour, l'ambizioso progetto che vede coinvolti il Comune di Frascati, il Parco dei Castelli Romani e la Regione Lazio per l'impianto di 5 ettari di vigneto urbano, il più grande d'Europa.
Sicuramente è il più grande d'Italia visto che finora il primato lo detiene Brescia con i suoi 4 ettari di terreno coltivati e riconosciuti da Slow Food “Patrimonio Storico della Cultura Agroalimentare e Ambientale”. L'idea è nata nel 2006, quando furono messi all'asta 11 ettari a ridosso del centro storico di Frascati. Si trattava di un terreno in abbandono, completamente avvolto da rovi e frasche che solo chi ha nel sangue la passione per la terra è riuscito a vedere, in prospettiva futura, come un vigneto capace di produrre uve di qualità. Il vigneto che sarà destinato alla produzione di uve Frascati Superiore Docg, al suo completamento, si potrà definire il vigneto urbano più grande d’Europa in quanto dista poco più di 400 metri dal centro di Frascati e sarà realizzato grazie alla partecipazione attiva dell'Azienda Agricola Villa Simone e della famiglia Costantini.
(I due titolari dell'Enoteca Costantini)
Frascati è da sempre un territorio vocato all’enologia. Sin dai tempi degli antichi romani, circa duemila anni fa, il vino era uno dei volani economici di queste terre e addirittura sul territorio comunale, nella zona di Tor Vergata, è stato rinvenuto un edificio che i recenti studi hanno individuato essere stata una cantina sociale, una delle prime evidentemente, dove parte dei vignaioli tuscolani portavano a conferire le uve.
Nel Medioevo tra l'altro il famoso Cannellino di Frascati divenne, per volere della Curia Papalina, l’unico vino utilizzabile per la Messa. La Bolla Papale che istituì questa regola nei territori dello Stato Pontificio creò di fatto il primo brand vinicolo al mondo.
La varietà prescelta per l'impianto nel vigneto urbano di Frascati è la Malvasia del Lazio, unica vera varietà autoctona della denominazione, capace di esaltare le caratteristiche del territorio e allo stesso tempo di produrre vini di altro lignaggio. In questo terreno di 8 ettari, 5 verranno impiantati a vigneto, 1 sarà destinato al recupero delle piante di ulivo già presenti, un ettaro e mezzo rimarrà bosco ed il rimanente mezzo ettaro verrà destinato a spazio per la ricerca. L’intento principale è di mantenere e propagare le varietà antiche presenti sul territorio, nonché di poter essere la culla della selezione delle Malvasia del Lazio.
E' prevista la realizzazione di un'area didattica con uno spazio dedicato all’evoluzione viticola e alle forme di allevamento dall’antichità ad oggi. Verranno realizzati dei piccoli vigneti con vite maritata, alberello, conocchia, filaretti frascatani e un vigneto composto da tutte le varietà consentite dal disciplinare del Frascati: Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo, Bellone, Greco, Bombino.
Ci sarà anche un vigneto con dimostrazione delle differenti forme di potatura abbinate alle varietà del Frascati: cordone speronato, guyot, guyot doppio, capovolto, cazenave e un vigneto composto da tutte le varietà del Frascati e loro cloni, combinate con i principali portinnesti.
Durante il ripristino del terreno e nella realizzazione del vigneto, verrà creato inoltre un percorso enoturistico che, attraversando le vigne, porterà dal parcheggio del parco dell’Ombrellino al sentiero di Camaldoli, fornendo un’alternativa al percorso classico.
L'appuntamento dunque è tra un anno circa per l'impianto delle prime barbatelle.