I Volcanic Wines protagonisti ad Expo 2015.
Il forum internazionale dei vini da suolo vulcanico, ha presentato a Palazzo Forti a Verona, a stampa ed autorità, le attività svolte e quelle in programma in vista e della prossima Esposizione Universale Expo 2015.
Volcanic Wines nasce sulla scia di Vulcania, il progetto ideato dal Consorzio del Soave cinque anni fa, e attualmente coinvolge al suo interno il Consorzio Tutela Vini Etna doc, il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, il Consorzio Tutela Bianco di Pitigliano, il Consorzio Tutela Vini di Gambellara, il Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, il Consorzio Vini doc Colli Euganei, il Consorzio di Tutela Vini d’Ischia, il Consorzio di Tutela Vini del Vesuvio, il Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto, l’Enoteca Provinciale della Tuscia, la Cantina di Mogoro – Sardegna.
L’incontro è stato occasione per parlare di vino e territori, forza del made in Italy, con Attilio Scienza, ordinario di Viticoltura Università di Milano, Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio Tutela Soave e Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio Tutela Soave, ma anche di “Vino, A Taste of Italy – Padiglione del Vino ad Expo2015” con Giovanni Mantovani, dg Veronafiere, “regia” del Padiglione. E naturalmente dei vini dei vulcani, con il sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giuseppe Castiglione, e Luciano Ferraro, caporedattore “Corriere della Sera” nei panni di moderatore.
“L’Esposizione Universale rappresenta un’occasione senza pari che coinvolge tutto il Paese” racconta Aldo Lorenzoni, direttore Consorzio del Soave “Una sfida e insieme una grande opportunità per i tanti attori che lavorano ogni giorno per rendere l’Italia grande e migliore Per questo il Soave, inscindibile unione di vino e territorio, ha scelto di avere una parte importante in questa ambiziosa partita che, per sei mesi, proietterà Milano e l’Italia al centro della scena mondiale”.
Si tratta di un comprensorio produttivo senza pari per quanto riguarda le potenzialità in termini di accoglienza e ricettività, un vero e proprio parco enologico da vivere, in cui l’origine, lo stile e il valore che appartengono al vino bianco italiano per definizione si riflettono specularmente anche nel territorio di produzione. Il vulcano in comprensori produttivi come questo, non è più da intendersi solo come fenomeno naturale, ma anche come leva per lo sviluppo competitivo e per la qualità stessa del prodotto.
E’ elemento di differenziazione e di tipicità nello stesso tempo, in grado di assicurare al consumatore non solo un’eccellenza enologica ma anche una vera e propria esperienza sotto il profilo culturale, sociale e etico, dal momento che questo fattore favorisce il reddito di quanti si trovano ad operare in quel preciso ambito territoriale.
Elisa Costanzo