di Emanuele Scarci
I proventi dei vini del Duomo per sostenere il restauro della cattedrale di Milano.
In cambio la statua del Gigante sarà ospite per 3 anni nella barricaia di una cantina dell’Amarone, la Collina dei Ciliegi. Saranno prodotte almeno 50 mila bottiglie di rosso veronese, una Corvina in purezza, e uno spumante Brut a base di Garganega e Chardonnay. Il prezzo è, rispettivamente, di 18 e 20 euro a bottiglia. Un terzo dei ricavi sosterrà le spese di restauro delle 3.400 statue, delle vetrate e di tutto il resto. Pochi e selezionati i negozi: gli store del Duomo, La Rinascente Milano, gli e-shop Duomoshop.com e LaCollinadeiCiliegi.it. Sarà inoltre il vino del mese al Maio Restaurant e allo Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel. Il progetto si chiama “Adotta Una Statua” della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, l’iniziativa punta a valorizzare alcune statue del Duomo di Milano che, per ragioni conservative, non possono più essere lasciate in opera sulla Cattedrale. Le statue sono infatti depositate nel Cantiere marmisti, il laboratorio alle porte della città.
(La statua del Duomo in cantina)
Arte & vino
Il mecenate è Massimo Gianolli, ceo della veronese Collina dei Ciliegi ma anche di Generalfinance, intervenuto in soccorso del Duomo, sofferente per il calo dei ricavi durante la pandemia e bloccato nell’opera di conservazione dei monumenti. L’iniziativa di Gianolli non è nuova. In passato c’è sempre stata la tradizione di donare o vendere il vino a beneficio del Duomo. “Quando me l’hanno proposto – ha detto ieri l’imprenditore durante la presentazione – sono rimasto folgorato dalla possibilità di poter intervenire sulle statue bisognose di restauri. E durante la visita al Cantiere marmisti, vicino alla sede di Generalfinance, mi hanno indicato il Gigante numero 29, uno dei guardiani del Duomo. Ora è esposto nella cantina in Valpantena”.
La partnership
A margine della presentazione, Gianolli ha fatto il punto sullo sviluppo della cantina di Grezzana che conta su 53 ettari, di cui 30 a vigneto biologico, e 11 etichette suddivise in due collezioni (Classica e Riserva) più i nuovi Cru del SuperValpantena. Nel luglio 2020 è nata la joint venture Advini Italia, con il 51% in portafoglio al gigante francese Advini e il 49% a Collina dei Ciliegi. Fra le altre cose, un obiettivo della partnership italo-francese è di distribuire i fine wine della cantina veronese nel canale Horeca di 100 paesi dove Advini è già operativa. “Purtroppo – si rammarica Giannoli – la pandemia ha paralizzato per un anno il piano industriale condiviso con il nostro partner francese Advini, ma ora l’abbiamo riprogrammato. Abbiamo già perso 6 mesi del 2021, ma quest’anno torneremo a fatturare 2,5 milioni che intendiamo portare a 10 in 5 anni”. E i due SuperValpantena? “Quest’anno è la prima vendemmia: è nato il primo mosto del Bianco. Da poco più di una settimana abbiamo iniziato a vendemmiare il Rosso. Sono vasche piccole, tutte microvinificazioni. A cavallo tra il 2022 e il 2023 inizieranno con gli assaggi agli amici”.