I sapori al tempo della Prima Guerra Mondiale, la cucina povera e rurale, le pietanze da trincea.
Il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana (Unascom-Confcommercio) lancia l'evento Dripping Taste. La rassegna che racconta, attraverso l'arte nel piatto, una delle pagine più drammatiche del Novecento, in occasione del centenario del conflitto mondiale, prenderà vita a Treviso. Ad ottobre, il 18 e il 19, annunciati da un'anteprima a Oderzo programmata per l'11 ottobre, gli appassionati del gusto e della storia potranno fare un viaggio speciale nei sapori del Veneto di quel tempo.
Durante la manifestazione saranno protagonisti i prodotti simbolo della Marca Trevigiana. I ristratori del gruppo rappresenteranno “la nutrizione nella sottrazione”, l’alimentazione come espressione di una cultura, portavoce di una memoria, testimonianza storica. I gourmet che si addentreranno nelle “Piazze”, nei “Salotti e negli Atelier del Gusto” potranno assistere a una serie di performance originali, cicchetterie, cooking show, gare di cucina, orti urbani, wine tasting e degustazioni guidate. Non mancheranno, inoltre, le fattorie didattiche per i bambini. Come sempre la Camera di Commercio di Treviso (Piazza Borsa) sarà trasformata in un originale teatro-ristorante per la serata di gala con un menu sperimentale per poi proseguire la domenica con altre sorprese per il pubblico degli appassionati. A partire dal primo settembre, il programma sarà on line su www.trevisodrippingtaste.it dove ci si potrà anche iscrivere ai diversi eventi e degustazioni. Tutte le novità si potranno scoprire anche attraverso la pagina Facebook “TrevisoDripping Taste”.
“Dripping Taste – spiegano gli organizzatori – trae diretta ispirazione dall’action painting di Jackson Pollock e dalla sua rivoluzione nel mondo dell’arte dove i colori, per noi gli ingredienti delle ricette, andavano gettati direttamente sulla tela messa in orizzontale… il nostro piatto. Ingredientiche diventano simbolo di culture ed emozioni che si ritrovano nel piatto non solo per nutrire o deliziare il palato ma, soprattutto, per raccontare delle storie”.