Un seminario su agricoltura e alimentazione presso la facoltà di Agraria domani a partire dalle 9
Cosa c’è di vero dietro il boom mediatico e commerciale del ‘fai da te’, del grano antico, del “naturale”? Di quale pane, di quale grano, di quali farine, di quale lievitazione parliamo? Cosa è buono e cosa non lo è?
Il discorso in agricoltura e alimentazione viaggia su due dimensioni quasi inconciliabili: da un lato l’antico, per definizione buono, dall’altro il moderno, per definizione ‘intensivo’, cattivo, addirittura portatore di insofferenze e allergie. Ha senso esasperare un conflitto tra quello che fa bene contro quello che fa male, all’ambiente, a chi lo coltiva, a chi lo mangia? E' utile spendere di più per grani antichi, farine kamut, impasti particolari, paste artigianali o si favorisce l'esigenza di un mercato che ha necessità di creare il bisogno per fornire il prodotto?
Di tutto questo, di grano e suoi derivati si parlerà domani 15 ottobre alle ore 9 presso l' Aula Magna G. Ballatore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali della Facoltà di Agraria di Palermo nel corso del Seminario di In-formazione “Le mani in pasta”.
“Complice anche il tema di Expo 2015 e la tendenza sempre più diffusa verso un ritorno del mangiare sano e antico – dichiara Paolo Inglese che, insieme a Giuseppe Di Miceli, ha curato l'iniziativa – di grani e derivati si parla ormai in tutte le sedi. Spesso, però, le informazioni fornite sono approssimative e poco corrette sul piano della scientificità. Come Università ci è sembrato utile diradare le nebbie e dare, con il rigore che attiene all'Università, un contributo di chiarezza in materia di grani, antichi e moderni, modelli di pastificazione e panificazione, celiachia, economia del grano duro”.
L'incontro, aperto a tutti, vedrà il contributo di relatori di tutta la filiera tutta del grano, e cioè di studiosi, produttori, trasformatori, medici, economisti. A fianco dell'iniziativa si svolgerà la prima mostra della pasta fresca in Sicilia.
C.d.G.