Le Marche non stanno ad aspettare e nasce Studio Marche, hub digitale del food&wine.
“La pandemia ha ridisegnato i meccanismi di promozione del mondo enogastronomico e ha dato un nuovo senso al tempo, permettendo di attribuire un significato più attento e sensibile ai prodotti dei territori. Ripartiamo con la consapevolezza della necessità di dotarci di strumenti che ci permettano di continuare a svolgere il nostro compito”. Sono queste le parole di Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime) alla presentazione in diretta streaming dello studio televisivo “Studio Marche”, nato per proiettare l’agroalimentare marchigiano nel mondo attraverso i canali digitali. Il progetto è stato presentato alla stampa virtualmente ed è la nuova sfida per la promozione dei prodotti made in Marche. Voluto dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Marche, pensato dall’Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime) e realizzato presso il polo enogastronomico di Palazzo Balleani a Jesi, “Studio Marche” metterà a sistema le attività di promozione dell’intero comparto food&wine regionale attraverso una piattaforma di registrazione e trasmissione professionale – unica nel panorama nazionale – che consente di dialogare a distanza con trade, stampa, esperti e appassionati italiani ed esteri, in diretta zoom ma anche sui principali canali social di Ime, superando le barriere imposte dall’emergenza sanitaria.
(Alberto Mazzoni)
Al centro del progetto, c’è l’importanza della vocazione agroalimentare marchigiana, da recuperare, valorizzare e dalla quale ripartire. Per il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli: “In questi anni c’è stata una crescita importante del settore food&wine, ora è giunto il momento di affrontare la sfida accelerando in chiave turistica. L’affermazione del turismo enogastronomico è fondamentale perché contribuisce a destagionalizzare i flussi. In questo senso stiamo lavorando per la creazione di un’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione che dovrebbe arrivare in giunta lunedì prossimo, e sulla proposta di valorizzazione dei borghi secondo il concetto di albergo diffuso legato all’enogastronomia, all’artigianato di qualità, ai musei, alla lirica, ai teatri”. “L’obiettivo è creare un hub digitale dell’enogastronomia marchigiana capace di dare voce a tutto il settore – ha detto Alberto Mazzoni – Grazie al sostegno della Regione Marche, da oggi possiamo mettere al servizio delle aziende tecnologia, personale tecnico e strumenti che consentono non solo di connettersi con tutto il mondo, ma anche di riflettere nella comunicazione la qualità che il nostro comparto è in grado di esprimere, conquistando un’audience che al momento non possono raggiungere fisicamente”.
(Francesco Acquaroli)
Ad aprire il calendario il vino, con un programma di tasting digitali organizzati dall’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e rivolti a esperti italiani ed europei. Si parte con una rassegna di degustazioni con cadenza bisettimanale dedicate alla stampa di settore nazionale, in cartellone dal 15 marzo fino a metà giugno con focus su Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, Rosso Conero, Lacrima di Morro d’Alba e Colli Maceratesi Ribona e tante altre Doc e Docg rappresentate dall’Imt. Nello stesso periodo, anche gli appuntamenti enoici riservati a stampa e trade di Olanda, Germania, Paesi Baltici, Svezia, Finlandia e Germania, ai quali seguiranno anche appuntamenti dedicati ai Paesi Extra-Ue previsti dal progetto promozionale Ocm vino 2021. Ma la piattaforma è pronta a ospitare tutte le realtà del food&wine che ne avranno la necessità, con la possibilità di aprire le porte anche ad altri settori di qualità del manifatturiero regionale. E lo studio digitale è solo una parte della strategia di promozione di Ime e dell’Enoteca regionale di Offida inserita nei Percorsi del Gusto, progetto finanziato dalla Regione Marche (Assessorato all’Agricoltura) che include anche una scuola di cucina, una app dedicata e attività di formazione sui prodotti agroalimentari made in Marche. Sono circa 43mila le imprese dell’agroalimentare marchigiano, per un comparto che vale quasi 3 miliardi di euro, pari all’8,5% del Pil regionale (elaborazione Nomisma Agroalimentare su dati Istat 2017). A fare da traino proprio la filiera enoica, con un valore alla produzione che, secondo il rapporto Ismea-Qualivita 2020, solo per i vini Dop e Igp si attesta intorno ai 106 milioni di euro.
F.L.