“L’argilla è la chiave del Lugana”.
Mattia, Elena ed Elisa Zordan ci hanno portato con loro a Lugana di Sirmione, a due passi dal Lago di Garda, per mostrarci e raccontarci di Cascina Maddalena, un luogo noto non soltanto per la produzione di vini, ma anche per il cibo squisito. “Noi ci troviamo a sud del Lago di Garda – spiega Mattia – Le caratteristiche sono il suolo, l’argilla, il microclima che si crea grazie alla presenza del lago e dei venti che scendono dalle montagne. E’ il punto più a nord dove si coltivano ulivi e limoni. Il nostro terreno riscontra una presenza massiccia dell’argilla, quindi con un minimo sforzo di cantina abbiamo vini molto sapidi, salati. L’argilla bianca è al 47%. E’ una terra pesante, molto difficile da coltivare, regala ai vini un loro stile molto rappresentativo che lo contraddistingue dagli altri vini bianchi italiani”.
Le due microoaree per eccellenza della Lugana sono infatti le argille e le colline moreniche. “Quella più vicina al lago è composta da argilla, limo e sabbia – racconta Mattia – l’altra invece troviamo è un insieme di argilla ciottoli e sassi. Due tipologie di vino diverse che rispecchiano entrambe il territorio. Noi essendo più vicini al lago godiamo di questa parte argillosa importante”. E a proposito della Denominazione, Elena racconta la storia della Doc Lugana. “E’ una delle prime Doc nate in Lombardia, nonché una delle primissime in Italia. Nata nel ’67 ha visto nel ’90 la nascita del Consorzio Lugana. Ad oggi l’area comprende 2.200 ettari con un potenziale di 4.000 ettari di superficie. Produciamo all’incirca 17,5 milioni di bottiglie, quindi ci facciamo sentire nel mondo vino. Abbiamo un 70% di vendite estere. I principali mercati sono Germania e Stati Uniti. Le aziende sono all’incirca duecento e comprendono tutta la filiera. Negli ultimi dieci anni la Doc Lugana si è fatta spazio nel mondo vino e quindi si è piantato un po’ di più, tutti volevano il Lugana. Anche durante questo difficile momento, la Doc Lugana ha imbottigliato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, 3.000 ettolitri in più”.
Un territorio dotato di una grande varietà di uva, tra cui la Turbiana. “E’ un’uva che matura dopo – sottolinea Mattia – è una vendemmia tardiva. E’ un’uva bacca bianca con una buona durezza delle buccia, se vendemmiata precoce può dare ottimi spumanti. Non è aromatica, ma ha una parte molto salata e minerale che viene fuori negli anni. La particolarità del Lugana è che se viene bevuto dopo anni (6-7 ma anche 10) è un qualcosa di straordinariamente elegante”. E Cascina Maddalena? “E’ un’azienda relativamente giovane – raccontano i Zordan – ma è stata fondata dai nonni nel dopoguerra. Era la classica azienda agricola contadina, poi negli anni ’80 è stata convertita in vigneto, da qui è nata la vera e propria Cascina Maddalena che poi negli anni è stata restaurata e ha subito un cambio look. Ad oggi contiamo 4 ettari di terreno. La distanza del Lago è di 300 metri”.
Ma per produrre un buon Lugana? “Cascina Maddalena ha sempre fatto il vino senza stravolgere la natura dell’uva, mantenendo la tipicità del territorio. – racconta Mattia – La mia filosofia è semplice: tanta cura in vigna, tanta selezione anche nelle annate più complicate e poi in cantina si fa il lavoro più semplice possibile. Non andiamo alla ricerca di affinamenti particolari, vogliamo sempre mantenere un equilibrio tra la freschezza, l’acidità e la potenza del Lugana. Un Lugana deve avere tre fattori importanti: tipicità, freschezza e longevità. La sua forza è nell’invecchiamento. L’ultima annata che mi ha colpito e continua a colpirmi, oltre la 2014, è la 2013. Annata che nei primi anni non godeva di particolare freschezza e che adesso dopo 7-8 anni di affinamento in bottiglia è uno dei più emozionanti”. E l’entrata in campo di Mattia, Elena ed Elisa ha anche portato una ventata di freschezza. “Abbiamo rifatto le etichette nel 2016, con l’idea di dare un segnale molto importante ai consumatori: quello di un cambiamento radicale legato non alla tradizione familiare, ma all’immagine, dandone una più dinamica dell’azienda. Fondamentalmente Capotesta è il vino per cui mi sono sempre impegnato al massimo, per cui non ho dormito tante notti. E’ il punto di partenza di Cascina Maddalena, poi da lì è derivato tutto il resto”.
Tra le novità anche il passaggio al tappo Stelvin. “E’ un tappo che tecnicamente da una chiusura perfetta per i vini bianchi – specifica Mattia – Non ha difetti, è riciclabile. Non è il massimo dell’estetica, ma stiamo istruendo i clienti spiegando loro la differenza che da questa tappatura, incidendo in primis sui solfiti”. Non solo vini, però, Cascina Maddalena è infatti nota anche per le bontà culinarie di Mamma Raffaella e per l’aria familiare data anche da Papà Luciano. “Noi offriamo prodotti a chilometro zero – spiga Elisa – utilizziamo prodotti locali e che valorizzino il nostro territorio. Vogliamo portare i nostri ospiti alla scoperta della Lugana. Dopo l’emergenza Covid stiamo cercando di ripartire dando ai nostri clienti anche una nuova offerta. Per luglio e agosto stiamo organizzando ad esempio dei picnic e delle cene in vigna su prenotazione”.