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L'iniziativa

Bolgheri, il consorzio ha un nuovo sito web “Puntiamo tutto sull’identità del terroir”

27 Novembre 2014
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Federico Zileri Del Verme

A Bolgheri c’è una novità.

E' online il nuovo sito web del Consorzio www.bolgheridoc.it. Realizzato dalla società CeG Maxicom, è facilmente navigabile e intuitivo. Curata la veste grafica. Visual del territorio immediatamente riconoscibili e un linguaggio più diretto. Manca però l’aspetto social. Ma forse è solo una questione di tempo. Del resto, se anche non è previsto un coinvolgimento attivo degli utenti su Twitter e Facebook, lo staff rassicura su puntualità e tempestività con cui terrà informati i visitatori online. Lo scopo principale dell’azione di comunicazione, d’altra parte, è dialogare con il mondo del vino e comunicare le attività della Doc e delle aziende consorziate, ma soprattutto rafforzare la conoscenza sull’identità di Bolgheri. Che poi il sito sia migliorabile nel tempo, lo afferma lo stesso Federico Zileri Dal Verme, Presidente del Consorzio. “È online da poco e avremo modo di potenziarlo, raccogliendo vari feedback”, afferma. E sull'obiettivo dei contatti e dei visitatori unici mensili se ne riparlerà quindi tra un po' di tempo.

Parliamo allora con il presidente di ciò che oggi il Consorzio sente come priorità. In un trend di continua crescita, non tanto quantitativa, emerge la necessità di fare chiarezza e di rendere riconoscibile, in modo reale e non solo virtuale quel terroir talentuoso, di cui sono espressione tutti i vini bolgheresi, vini profondamente legati al suolo e al clima del territorio da cui provengono. Negli ultimi dieci anni la Doc Bolgheri ha avuto una rapida espansione, passando dai 250 ettari della fine degli anni '90 ai 1.200 attuali. E le aziende attualmente associate al Consorzio sono 38 su circa 52 operanti sul territorio.

Il nuovo sito web per la Doc Bolgheri. Da quale esigenza nasce e quali obiettivi si pone?
“Il nuovo sito nasce dalla volontà di fornire adeguati strumenti di comunicazione per rafforzare la conoscenza sull’ identità di Bolgheri. In passato, forse a causa nostra, l’aspetto informativo è mancato e si è creata e diffusa una conoscenza più virtuale che reale su cosa sia Bolgheri. Spesso ancora oggi Bolgheri viene identificato con Sassicaia o Ornellaia. Sappiamo bene che Sassicaia è il padre di tutti i bolgheresi, ma oggi il Consorzio ha al suo interno 38 aziende su un totale di 52 operanti sul territorio. E tutte, dalle grandi alle piccole, sono espressione dello stesso terroir tramite cui esprimono la propria individualità. Le ultime arrivate stanno proprio adesso cominciando a raccogliere i frutti degli ultimi dieci anni di lavoro e di attesa nelle vigne, ma sono già ben allineate ai livelli qualitativi che contraddistinguono i vini bolgheresi. Non poteva esserci momento migliore per rinnovare la comunicazione anche sul web”.

Le piccole aziende consorziate hanno mai risentito del confronto con le grandi icone bolgheresi?
“Tutt’altro. Vero è che Bolgheri è conosciuto nel mondo grazie a icone come Bolgheri Sassicaia prima e altre storiche, Ornellaia, Grattamacco, Macchiole, Guado al Tasso, Satta. Ma grazie ai nomi grandi, che sembrano così irraggiungibili, le piccole aziende vengono fuori e vengono conosciute. Mi preme dire che i loro prodotti, dopo le necessarie attese di maturità interpretativa dei vigneti, sono quasi all’altezza dei grandi nomi a cui si stanno ben allineando. A Bolgheri quello che fa la differenza è l’identità. Unico comun denominatore il terroir, tramite cui esprimere la propria individualità. Questa la soddisfazione di Bolgheri”.

Insomma, come dire a Bolgheri si vince facile?
“Beh, lo devo ammettere. Questa condizione di grazia, dovuta alle caratteristiche geografiche, geologiche e climatiche, la si può percepire già attraverso l'assaggio di un bicchiere di vino Bolgheri. Qui viene tutto bene. Insomma sì, si vince facile. Negli ultimi venti anni è stata storicamente dimostrata la vocazione di vitigni come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot. La sperimentazione che dura ormai da quasi un ventennio, ha dimostrato le grandi potenzialità anche di altri vitigni come la Syrah ed il Petit Verdot. Il Sangiovese? Sì, ma in percentuale minore, solo su alcune parcelle ha dato buoni risultati. Negli anni ci si è resi conto che viene un buon vino Sangiovese, ma non eccezionale. Meglio produrlo a Montalcino e nel Chianti. Dopotutto, si cresce con l’esperienza. Per il resto, abbiamo una storia giovane ma con un grande avvenire, un territorio che è un paradiso nel panorama enologico italiano e una filosofia del produttore capace di valorizzare ogni parcella di quella terra. A Bolgheri c’è una marcia in più”.

Quali i progetti all’orizzonte? Per dare un po’ di numeri.
“Siamo in attesa di conoscere i numeri per l’anno 2014. Di certo Bolgheri viaggia sempre con un export in positivo. Il 2013 ha chiuso con un milione e mezzo di bottiglie. E continueremo a puntare sulla comunicazione. A partire dal sito, che sarà sempre migliorabile, e sostenendo il lavoro fatto dalle aziende sul territorio. Inoltre contiamo di creare una fortissima sinergia con l’offerta turistica e con la ristorazione. Il territorio ha successo anche da questo punto di vista. Basti pensare che a Bolgheri ci sono 8 ristoranti, e sono loro i primi ambasciatori del territorio”.

Prossimi obiettivi?
“Naturalmente, gli obiettivi sono di crescita e non numerica. La superficie vitata rimane quella, l’albo dei vigneti è chiuso, ma vogliamo una conoscenza più approfondita delle aziende. Le annate 2010 2011 2012 ci sono e saranno presentate a conferma della bontà del territorio. È anche importante notare che buona parte del vigneto Bolgheri ha mediamente un'età ancora bassa rispetto ad altre zone storiche. Ciò significa che le caratteristiche qualitative dei vini prodotti non potranno che migliorare ulteriormente con il tempo e con la raggiunta maturità dei vigneti. Il potenziale del vino Bolgheri in continua crescita”.

Francesca Landolina