Pubblico delle grandi occasioni per Benvenuto Brunello 2016 manifestazione che tradizionalmente conclude la settimana delle anteprime toscane. In degustazione il Brunello di Montalcino 2011, annata valutata con quattro stelle che arriva dopo uno stratosferico 2010, una delle migliori annate di sempre per il re dei vini toscani.
Annata caratterizzata da un'estate torrida. Infatti le fasi vegetative della vite si sono sviluppate molto presto e c’è stato un anticipo di circa quindici giorni rispetto al solito. Agli inizi di aprile le viti hanno germogliato, i mesi di maggio e giugno sono stati molto piovosi, con dei brevi periodi molto caldi e soleggiati. A luglio ha piovuto il giusto per mantenere i vigneti in ottimo stato vegetativo. Tra fine agosto e inizio settembre le temperature sono state elevate, con conseguente influenza sulle uve, le cui gradazioni zuccherine che sono salite molto e con tendenza all’appassimento.
La vendemmia è iniziata dopo Ferragosto con i bianchi per il Sant'Antimo. Le uve moscato per la produzione del Moscadello di Montalcino sono state raccolte alla fine di agosto e a metà settembre per la tipologia Vendemmia Tardiva. Per quanto riguarda il Sangiovese per il Brunello di Montalcino e il Rosso di Montalcino sono state raccolte in un periodo molto lungo tra la metà di settembre e la prima decade di ottobre. Le annate caldissime non sono certo una novità per Montalcino e i produttori ilcinesi sono sicuramente tra quelli che hanno maturato un'esperienza anche per questo tipo di vendemmie ormai molto frequenti anche in Toscana. Chi ha lavorato bene in vigna evitando eccessivi diradamenti fogliari ad esempio, è riuscito a portare in cantina uve sane, ben maturate e poco stressate. In generale i Brunello di Montalcino 2011 sono molto ricchi di frutto, alcol e carica polifenolica, ricchi anche al naso, intensi e fitti con il frutto in primo piano ma anche toni floreali, la viola il più ricorrente, e balsamici. Tanto frutto, pieno e succoso, anche in bocca, un po' meno acidi del solito, ma molti hanno saputo ben trovare la quadra tra frutto, acidità e tannini. Chi si è districato meno bene in vigna durante i mesi estivi, pochi in verità, ha tirato fuori vini dai profumi surmaturi, ricchi di frutto, ma poveri di acidità e spesso con i tannini verdi, non maturati perfettamente. Per fortuna a Montalcino l'esperienza non manca e i risultati vengono fuori anche in annate calde come il 2011.
(Giacomo Pondini, Direttore del Consorzio; Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio; Pino Deodato; Gian Marco Montesano
Di Bertozzi & Cassoni; Enrico Mattei)
E alla vendemmia 2015 sono state assegnate cinque stelle, per lastraordinaria eccellenza delle uve raccolte. “Le nostre aziende sono oltremodo soddisfatte da questa vendemmia – ha commentato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio -. È senza dubbio un’annata di eccellenza come non se ne vedevano da alcuni anni. Il clima è stato clemente, con un’estate molto calda ma con piogge che hanno aiutato le uve ad arrivare al giusto grado di maturazione. Il 2015 sarà un’annata che ci ricorderemo non solo per questa vendemmia straordinaria, ma anche per l’andamento delle vendite, che ha superato ogni nostra aspettativa”.
Il numero 5 è ricorrente quest’anno a Benvenuto Brunello: 5 come le stelle alla vendemmia, 5 come gli artisti di fama internazionale chiamati a realizzare la piastrella celebrativa dell’annata, 5 come la decina degli anni passati da quel 28 marzo 1966, quando al Brunello di Montalcino venne conferita la Doc, tra i primi in Italia ad ottenere il prestigioso riconoscimento.
Gli artisti coinvolti nel progetto sono Sandro Chia, tra i protagonisti della Transavanguardia, produttore a Montalcino, emblema di un’esperienza che comprende a 360° arte visiva e arte vinicola; Pino Deodato, per la sua capacità di interpretare i valori di una geografia che diventa espressione d’arte, come a suo modo la produzione del vino; Bertozzi & Casoni, maestri nel richiamare attraverso le loro ceramiche, fulgidi fiori, frutta, cibi e simbolici animali; Gian Marco Montesano, per la sua indagine su memoria e storia, come un coltivare qualcosa che viene da lontano e non nasce mai per caso; e infine Mimmo Paladino, per la sua capacità di raccontare una storia antica radicata in un terreno, ma in un modo assolutamente e del tutto contemporaneo.
L’ideazione e la realizzazione del progetto sono state affidate a Enrico Mattei, critico d’arte, curatore e fondatore della società di management Vehicle Projects. “La vite, l’uva e il vino sono onnipresenti in opere d'arte – spiega Mattei. Ciò che in questo progetto è essenziale non è il vino come rappresentazione, quanto piuttosto la capacità creativa di un’intera comunità territoriale. Un insieme complesso che si associa e che, ritrovando una vera occasione di festa, partecipa alla creazione di qualcosa di unico, che è in questo caso il Brunello. Oscar Wilde si era chiesto se la nebbia esistesse già prima che Whistler e Turner la dipingessero. Sono gli artisti che rendono visibili determinati fenomeni. Se sono gli artisti che ‘inventano’ la geografia e l’universo del vino, esso, associandosi a cinque opere di grandi artisti, si propone come creazione geografica e culturale, che si lega al Made in Italy”.
Il frutto del progetto artistico è stato raccolto in un catalogo curato da Enrico Mattei e Paolo Antognoli, che raccoglie documentazione sull’evento e contenetene cenni storici sul Consorzio e sugli artisti.
M.C.