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L'iniziativa

Al via a Shanghai la “Taste Italy! Wine Academy”: i cinesi a scuola di vino italiano

04 Aprile 2016
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Il progetto è di Business Strategies
 


 

Tra i 25 e i 35 anni (con punte fino ai 45), donne, laureati, e provenienti dalla medio-alta borghesia. È questa la fotografia degli enoappassionati che sabato hanno inaugurato i banchi di Taste Italy! Wine Academy, la prima wine school italiana interamente dedicata ai winelovers cinesi, targata Business Strategies e già sold out fino a settembre. 

Sono i nuovi Millennials del Paese del Dragone, una generazione di consumatori con sempre maggiore familiarità al mondo del vino, ma per cui l’Italia rimane una sconosciuta, o quasi. “Nonostante buona parte dei nostri studenti abbiano già avuto contatti con il mondo del vino – ha commentato Sam Chen, il sommelier certificato Wset insegnante della Scuola –, pochissimi sono in grado di riconoscere i vini italiani, neanche i famosi Prosecco e Amarone”.
 


Per Silvana Ballotta, Ceo della società fiorentina specializzata sui percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese: “Lo scorso anno il valore delle vendite di vino italiano in Cina è cresciuto a doppia cifra (+15,3%), un risultato positivo che tuttavia non è bastato nemmeno a mantenere la nostra quota di mercato, scesa dal 7% del 2014 al 5%. Rimanendo sui dati della dogana cinese – ha proseguito Ballotta –, l’export di vino francese in Cina è cresciuto del 63,4% e anche la Spagna ha registrato un ottimo +40,2%. Per affermare il brand Italia dobbiamo avviare un processo di conoscenza bidirezionale, dall’educazione dei consumatori finali in Cina alla conoscenza delle specificità e peculiarità di questo mercato da parte dei produttori italiani”.
 


E in questa direzione si muove anche l’indagine realizzata dall’Osservatorio Business Strategies Paesi Terzi in collaborazione con Nomisma Wine Monitor e che sarà annunciata al prossimo Vinitaly 2016, un focus comparativo tra i Millennials americani e i coetanei “mangia vecchi” cinesi, la generazione 20-35 sempre più cruciale per il vino italiano.

C.d.G.