Un momento della manifestazione
“Penso che la comunità di Menfi sia pronta alla globalizzazione”, afferma Vito Varvaro, Presidente di Cantine Settesoli al Mandrarossa Vineyard Tour 2014.
“La riuscita di questo evento – prosegue – è la prova della capacità consolidata di Cantine Settesoli nel gestire una comunità di 2.000 piccoli viticultori che ogni giorno, con passione e dedizione, coltivano un vigneto di 6.000 ettari con 27 varietà differenti: il più grande d’Europa riconducibile ad un unico brand. Ma non possiamo fermarci qui”.
Nei tre giorni dell’evento del resto la comunità menfitana, coesa ed entusiasta nel lavoro in vigna, ha mostrato il successo del gioco di squadra unito alla voglia di starci per crescere di più. La manifestazione legata alla vendemmia ha visto migliaia di eno-turisti appassionati provenire da varie parti d’Italia e del mondo per conoscere la costa di Sicilia tra Menfi e Portopalo, in provincia di Agrigento, raccogliere a mano le uve e degustare i piatti della tradizione povera contadina.
Girando per Menfi e ascoltando i vignaioli, di ogni età, uomini e donne, la percezione è che si tratti di un’isola felice e con nessuna intenzione a fermarsi. I menfitani sono entusiasti e pare che il loro habitat sia un luogo dove si può vivere bene producendo uve di qualità e prodotti che restituiscono benessere e reddito. Un territorio dunque che può vivere delle proprie radici, innovandole ed esportandone i frutti fino a divenire un modello da emulare.
Eppure per farcela la comunità dovrà dotarsi di strutture ricettive adeguate e di servizi per rispondere al meglio alla crescente domanda turistica, allineandola al target qualitativo dei vini e dei prodotti del territorio.
Troppo poche ancora le strutture alberghiere valide e molte le case in affitto fuori controllo. L’obiettivo dell’amministrazione così come di Cantine Settesoli e degli imprenditori agricoli e turistici è ora quello di far crescere la cultura del territorio e di farne sistema. Replicare quindi il modello vitivinicolo anche in altri campi.
“Abbiamo creato un portale, Scoprimenfi.com, che raccoglie la nostra offerta enoturistica, aggregando le strutture ricettive sparse, le migliori enoteche, i ristoranti, le piccole aziende. Come è accaduto tra i vignaioli associati, ora è il momento di fare gioco di squadra in un’ottica più vasta. I risultati li vedremo presto, anzi li stiamo già vedendo in questi giorni dedicati all’evento – afferma il Sindaco Vincenzo Lotà –. Menfi può e deve offrire qualità puntando sulle proprie eccellenze e sui giovani, sempre più preparati dopo gli studi e le esperienze all’estero, a fare ritorno per sviluppare imprenditorialità”.
Vincenzo Lotà
E proprio i giovani, la terza generazione dei vignaioli menfitani, sono la risorsa a cui Cantine Settesoli vorrà attingere per il proprio futuro. “I vignaioli di oggi sono in gran parte giovani che hanno studiato e vogliono fare impresa. Manager della terra. Crescere con loro sarà ancor più semplice che in passato. Non c’è resistenza al cambiamento”. “Dopo aver lavorato per tanti anni in aziende globali – dice il Presidente – oggi penso che Menfi sia pronta alla globalizzazione per la capacità di fare squadra. Una virtù che ancora manca nel mondo del gusto in Italia”.
L’obiettivo di Settesoli continua ad essere quello di migliorare ulteriormente lo stile e la pregevolezza dei vini. “Ogni giorno riscontriamo sui mercati internazionali come si vinca solo con vini che siano reale espressione del territorio di origine, prodotti da uve portate a perfetta maturazione e qualitativamente eccellenti. Cantine Settesoli oggi vende 25 milioni di bottiglie nel mondo, ma non vogliamo fermarci ed il nostro preciso intento è quello di alzare ulteriormente l’asticella sui vini di fascia media e alta. Non solo all’estero, ma anche in Italia. Pertanto crediamo in quest’evento e puntiamo su Mandrarossa. Vogliamo massimizzare il valore delle uve dei nostri soci e la qualità è la via maestra per vendere più bottiglie ad un prezzo medio più alto”
Vito Varvaro
Le potenzialità sono dunque illimitate secondo il Presidente e la fedeltà al progetto non manca. Il perché è semplice da spiegare: è basata sulla meritocrazia e sui risultati economici.
“Potenzialmente potremo fare più di 50 milioni di bottiglie ed anche 100 se aprissi la porta di Settesoli ad altri soci da tutta la Sicilia. Sarebbe il mio sogno, ma non è ancora il momento. Dobbiamo prima crescere internamente. Del resto non si può andare piccoli in giro per il mondo”, afferma.
Nel frattempo è una piccola parte di mondo che si è spostata a Menfi. Tra i protagonisti dell’evento, non solo i vignaioli, ma anche le donne, giovani e anziane, che hanno accolto con semplicità e gentilezza i partecipanti offrendo in degustazione i prodotti del territorio nei banchi di assaggio a Casa Mandrarossa, in contrada Passo di Gurra. In particolare i piatti della tradizione contadina menfitana recuperati grazie alle anziane signore di Menfi, guidate dallo chef Bonetta Dell’Oglio.
Nell’ottica del gioco di squadra, oltre alle uve e al vino, protagonisti anche altre coltivazioni tra cui il carciofo spinoso di Menfi, oggi Presidio Slow food e gli antichi grani siciliani recuperati grazie all’importante lavoro del giovane Filippo Drago di Molini Del Ponte Drago.
“Se proteggiamo il territorio e l’ambiente in cui viviamo in modo eco sostenibile estendendo il gioco di squadra al settore turistico, penso che non ci saranno limiti allo sviluppo. Questo non è sognare, ma se proprio devo esprimere il mio sogno personale direi, da uomo di marketing, che è: svegliare un consumatore a New York, chiedergli quale vino beve e sentimi rispondere Mandrarossa o Settesoli”.
Francesca Landolina