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L'iniziativa

Al Casato Prime Donne di Montalcino il vino si degusta con le musiche scelte da Igor Vazzaz

11 Agosto 2015
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(La bottaia del casato Prime Donne a Montalcino)

Casato Prime Donne a Montalcino, la prima cantina in Italia con un organico interamente femminile diventa un laboratorio sonoro grazie a Igor Vazzaz e la sua opera d’arte enomusicale 2015.

Cinque mesi di prove e nasce un’esperienza sensoriale sorprendente che verrà inaugurata il prossimo 13 settembre, in occasione del Premio Casato Prime Donne 2015, per poi rimanere a disposizione di tutti i visitatori della cantina. Unisce e modifica la percezione di luoghi, vini e musiche sotto la regia di un intellettuale eclettico e trasgressivo come Igor Vazzaz.

“Da tempo cercavo un esperto di musica e vino in grado di scegliere i suoni per accompagnare gli assaggi delle mie bottiglie nella cantina – afferma Donatella Cinelli Colombini – così ho conosciuto Igor Vazzaz. Ci siamo incontrati più volte, abbiamo degustato assieme, visitato le cantine, ci siamo confrontati ed ecco il risultato”.

Vazzaz è un tosco-friulano, classe 1974, cantautore, critico teatrale, saggista, sommelier, cronista sportivo e autore semisatirico. In ambito enoico, da anni partecipa ai panel di degustazione della rivista “Sommelier Toscana”, l’organo regionale dell’Associazione Italiana Sommelier, per cui ha firmato articoli e interviste. Insegna critica teatrale a livello universitario e non solo, benché il suo interesse principale sia la musica: da quella tradizionale toscana e irlandese alla canzone d’autore sino al “rock etnosurf” dei suoi Tarantola 31 con cui, nel 2013, ha pubblicato l’album Nonostante Maria (va tutto bene).

“L’idea di affiancare, accompagnare, abbinare, termine caro alla sommelierie, il prezioso nettare con la pratica del suono, della melodia, dell’armonia e del ritmo non è nuovo ai nostri giorni, tutt’altro – spiega Vazzaz -. La precedenza va al vino, alla sua percezione come elemento portante, per poi valutare ogni possibilità d’accostamento etnico, emotivo, metaforico, tenendo conto che, alla fine, si tratterà, sempre e comunque, di un gioco, ossia di una delle cose più importanti cui l’uomo possa dedicarsi; e non è un caso che, in varie lingue, giocare sia sinonimo di suonare (talvolta pure di recitare)”.

Da questi presupposti, da cinque mesi di degustazioni, test e confronti, nasce così un viaggio sensoriale sorprendente nei “quattro teatri” del Casato Prime Donne che ospitano gli assaggi.

Entriamo dunque nella cantina di Montalcino dove Donatella Cinelli Colombini produce il suo Brunello e sentiremo Monteverdi, Monk e Williams, Kodaly,Zappa… in una sequenza studiata nei dettagli e realizzata da MCM per la parte tecnica.

ECCO COME SI SVOLGE LA VISITA

  • Ingresso della cantina, penombra, assaggio d’apertura, ha inizio il viaggio: le note di un’ouverture improntata all’energia e alla vitalità sono le migliori compagne per questo primo approdo. Chianti superiore di grande tipicità; la musica è di Claudio Monteverdi, Ouverture da L’Orfeo (1607);
  • Tinaia del vento, esterno panorama sui vigneti. Rosso di Montalcino 2012 ascoltando Thelonious Monk, Cootie Williams, 'Round Midnight (1944) La precisione e la compattezza delle note lunghe, dal respiro ampio, che Miles Davis esegue nella prima parte di una ballad intramontabile, sottolinea il carattere elegante e sicuro del vino;
  • Bottaia ampio ambiente popolato da botti di rovere grandi e piccole. Brunello di Montalcino 2010, sulle note di Zoltàn Kodàly nellaSonata for solo cello opus 8, Adagio con grand’espressione (1915). Sua Maestà il Brunello sontuoso e austero, grave e regale. Il pronunciato spessore gustativo necessita di musica e frequenze capaci d’assecondare le caratteristiche di rara profondità che un vino come questo presenta a chi lo assaggia; 
  • Sala da degustazione arredata con mobili ottocenteschi. Passito Igt Toscana 2013 da uve traminer, accompagnato dai ritmi sincopati diFrank Zappa con Mother People (1968). Un vino dolce avvolgente, mieloso, ma dalla grande tenuta acida e dalla beva sorprendente può, dunque, abbinarsi alla follia («ma c’è del metodo…») di uno dei grandi geni contemporanei, in grado di coniugare rock, psichedelia, spirito ironico e composizione colta quale Frank Zappa.
C.d.G.