Impressionismo, futurismo, cubismo.
Tre correnti pittoriche, che trovarono la loro forza propulsiva attraverso “l’energia positiva e la gioia di vivere dell’effervescenza champenois”. E’ questo il punto di vista che ha ispirato il Comité Champagne partner di una mostra interdisciplinare dal titolo “L’arte dell’effervescenza: Champagne!” aperta fino al 26 maggio al Musée des Beaux Arts di Reims. Raccoglie oltre 370 opere d’arte provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo e vi spiccano capolavori di Picasso, Masson, e molti altri, in un “percorso che si snoda tra quadri, manifesti, sculture, vetri e ventagli, ma anche contributi musicali e cinematografici”.
La mostra rivendica anche un secondo pretesto: celebrare per la prima volta l’alleanza tra lo Champagne e l’arte, dal XVII secolo ai giorni nostri, ma anche ripercorrere, dalla sua nascita, fissata nella seconda metà del XVII secolo, tutta la storia dello Champagne e come la trama delle sue pagine rappresenti una fonte inestinguibile di ispirazione per l’immaginario degli artisti di tutto il mondo.
Al genio del futurista Gino Severini, che nel 1911 superò in audacia i manifesti di Toulouse Lautrec, Bonnard e Cezanne, è affidato il compito di esprimere l’ispirazione italiana ma anche “l’energia positiva e la gioia di vivere dell’effervescenza champenois – come spiega Adeline Hazan, Sindaco di Reims – che non è solo l'emblema del lusso e del marchio, ma rappresentano anche i sogni vettoriali, surreali e la felicità e la rinascita che trascendono il caos della storia uomini. Sentimenti che sono all’origine di quelle grandi opere di artisti del ventesimo secolo nate sotto la minaccia delle barbarie della guerra e ben interpretate da Pablo Picasso, André Masson e Jean Lurçat”. Anche Reims ambisce ad essere annoverata tra i siti del patrimonio mondiale dell’Unesco e questa mostra, con un sua terza giustificazione, ne vuol rappresentare un contributo al suo sostegno.
Stefano Gurrera