Il giorno dopo la chiusura, si smontano i padiglioni. E si ritorna alla normalità. Ma com’è stato questo Vinitaly secondo alcuni degli espositori?
“Un Vinitaly effervescente. Buono il mercato interno con la piccola ripresa dell’economia che sta dando i suoi frutti – dice Domenico Zonin -. Bene appuntamenti e presenza di buyer”.
“Tanta clientela business con una copertura completa dei mercati classici e al lunedì grande partecipazione di clientela business nazionale – afferma Piero Mastroberardino -. I numeri sono importanti e abbiamo meeting con operatori anche oggi che è l’ultimo giorno. Abbiamo avuto contatti anche con operatori di mercati non maturi e in fase di sviluppo, che approcciano al vino con interesse. Siamo riusciti a presentare alcune nostre nuove iniziative innovative e a veicolare messaggi più raffinati che in passato”.
“Sento commenti positivi e, oltre a tanta soddisfazione, vedo l’ingresso di nuovi giovani produttori e questo è un bene – dichiara Leonardo Frescobaldi -. Noi siamo contenti soprattutto per la qualità dei visitatori, sempre più sensibili all’origine del vino. Buyer da tutto il mondo: Usa, Estremo Oriente, Europa, siamo soddisfatti”.
“Come sempre Vinitaly è un evento molto impegnativo – dice Alessandra Boscaini di Masi -. Abbiamo visto molti giornalisti, molti clienti italiani anche dal Sud Italia e questo fa certamente piacere. Molta affluenza dai mercati esteri nonostante Prowein prima e Vinexpo a giugno. Per noi è stato un bel Vinitaly, con molto interesse per i vini della Valpolicella e l’opportunità di celebrare il Campofiorin, il vino inventato da mio nonno cinquant’anni fa”.
“Abbiamo avuto una grandissima affluenza forse la migliore di sempre in termini qualitativi, compresa la domenica – dichiara Rodolfo Maralli, responsabile marketing e commerciale di Banfi -. La diversificazione di provenienza e questi numeri tutti gli anni sono un grande risultato di Vinitaly”.
Per Michele Bernetti di Umani Ronchi, “Vinitaly è la fiera dove c’è il focus del vino italiano e dove tutto il mondo converge. Sono per noi giorni importanti e di grande soddisfazione”.
“Abbiamo visto tanti importatori anche la domenica, mentre lunedì ci sono stati gli operatori della ristorazione – dice Tancredi Biondi Santi -. Si lavora tanto e abbiamo tante soddisfazioni da Paesi asiatici, da Cina, Stati Uniti e America Latina. È importante continuare così”.
Per Camilla Lunelli di Ferrari, bilancio positivo sui buyer esteri: “Bene anche il mercato-Italia, con Gdo e ristoratori di alto livello. Ottima l’anteprima di OperaWine”.
“Vinitaly anche quest'anno si conferma l'appuntamento fondamentale per il mondo del vino. Molti i contatti utili, molto buona la presenza degli operatori italiani ed esteri, in particolare degli asiatici, segno che il vino italiano sta crescendo in modo interessante anche a Est – dice Dario Tommasi -. Abbiamo visto anche alcuni importatori africani, che sono passati dal nostro stand e con cui abbiamo accordi commerciali. La fiera è stata pure una grande opportunità per lanciare il nuovo progetto di famiglia a Montalcino, con la recentissima acquisizione di Fattoria Casisano”.
“In questo Vinitaly – afferma Valentina Abbona di Marchesi di Barolo -. abbiamo avuto la conferma che, almeno per quanto riguarda il settore agroalimentare, quanto da tempo auspicato si sta rapidamente realizzando: un flusso continuo di operatori da ogni Paese del mondo. Australia, Malesia, Indonesia, Taiwan, Corea, Giappone, Kazakistan, Emirati e tanti altri: un interesse vero che coniuga cultura e passione con il business”.
La chiusura affidata ad Albiera Antinori: “Vinitaly è andato bene, con tanta gente e un buon mix tra italiani ed esteri”.
C.d.G.
(Foto, Ennevi VeronaFiere)