Per i buyer esteri quattro giorni frenetici a caccia di affari e trascorsi tra una degustazione ed un “salto” da un padiglione all’altro.
“Vinitaly è un’esperienza assolutamente interessante, ritengo che ci siano diversi momenti dedicati alla formazione sulla cultura del vino italiano ed è anche un’ottima occasione per incontrare le diverse figure professionali con le quali generalmente mi interfaccio in un unico luogo – dice Lory Polep, vicepresidente dell’americana Polep Distribution Services -. Qui posso incontrare sia i produttori che i buyer. Un’opportunità di business davvero preziosa”.
“Trovo che Vinitaly sia una fiera davvero spettacolare – afferma Marne Anderson, vicepresidente del Wine Sales For Star Distributors di Memphis, Tennessee, Stati Uniti -. È la mia prima volta qui e posso dire che la manifestazione si distingue per professionalità, design ed organizzazione. È una grande occasione per approfondire la conoscenza del vino italiano e soprattutto per assaporarlo in comodità e acquisirne la vera essenza. È un’occasione unica soprattutto per la formazione, attraverso di diversi seminari e per scoprire i piccoli produttori”.
Per Paul Farrell del Dipartimento vini pregiati del Monopolio dell’Ontario, “il mercato del vino in Ontario continua a crescere, in particolare il settore premium. I canadesi stanno modificando le proprie abitudini, da birra e alcolici verso il vino. Per questo si registra un continuo aumento del business del vino, e il vino italiano è sicuramente parte di questa crescita. Soprattutto i vini rossi. I bianchi vanno molto bene ma sono limitati a un numero ristretto di varietà, mentre i rossi sono molto più diffusi in diverse regioni e tra i supplier. I vini toscani sono i più famosi tra i consumatori canadesi, seguiti dai vini veneti e dai piemontesi anche se negli ultimi tempi abbiamo visto un aumento dell’interesse verso i vini pugliesi. È la mia prima volta a Vinitaly, sono stato invitato dalla Camera di Commercio Italiana dell’Ontario. Vinitaly offre la grande opportunità di avere la panoramica dell’intera produzione italiana. Ho potuto incontrare le persone chiave per il mio business con cui discutere delle strategie di crescita future, oltre alla possibilità di conoscere vini ancora sconosciuti in Ontario. È stata un’esperienza importante per comprendere le diversità delle varie regioni italiane e, anche grazie al confronto con altri buyer e operatori del settore, capire come l’industria si sta muovendo. Abbiamo trovato molti nuovi vini interessanti e creato contatti importanti”.
“Le domande del mercato danese relativamente al settore vitivinicolo sono indirizzate verso la ricerca di vini fruttati e poco corposi – afferma Peter Lundgard Schmidt, buyer dalla Danimarca -. È proprio nella produzione italiana che il nostro mercato trova la risposta ideale a queste esigenze. Ho frequentato diverse fiere dedicate al settore, ma è la mia prima volta a Vinitaly. Ho scelto di venire a Verona con la consapevolezza di trovare nuovi produttori ed occasioni di business molto interessanti”.
“Sono a Vinitaly per consolidare i rapporti con alcuni produttori con cui c’è già un legame di business in essere e per trovare nuove e interessanti cantine da proporre al mercato svedese – ha detto Helene Hansen, proprietaria Allwine, buyer dalla Svezia -. Da noi la vendita dell’alcol è in mano al monopolio di Stato ed è consentita direttamente solo attraverso il canale horeca. Il consumatore finale, che desidera il vino italiano, può solo recarsi al monopolio, per cui il flusso vendita-acquisto non è del tutto semplice. Nonostante ciò, il vino italiano in Svezia, oltre a essere molto popolare, è anche molto richiesto”.
“Il mercato del vino italiano a Singapore sta vivendo una stagione molto positiva – ha detto Clinton Ang, di Corner Stone, buyer da Singapore (il principale importatore dal sud-est asiatico) -. Il nostro Paese ha scoperto da poco il cibo italiano e le qualità enogastronomiche dell’Italia intera. Tutte le regioni sanno offrire una produzione vitivinicola eccellente e in grado di rispondere a tutte le esigenze, nonché a sposare sapientemente qualsiasi pietanza. La mia famiglia viene a Vinitaly da tre generazioni e per me è già il quinto anno. Solo qui troviamo tutti i produttori che ci interessano e riusciamo a fare business in modo efficiente e molto concentrato, è la fiera perfetta in questo senso ed ogni anno ci consente di stringere rapporti commerciali molto importanti. A Verona ho rappesentato circa 27 regioni del Sud-est asiatico da Singapore a Hong Kong: l’obiettivo che ci eravamo posti prima della partenza era quello di trovare un Prosecco che rispondesse a determinate caratteristiche. Non solo ho già trovato quello che cercavo, ma da questo incontro è nata una joint venture con l’azienda. Non posso che ritenermi soddisfatto”.
“Nel sud est asiatico c’è stato un aumento della quota italiana anche grazie all’apertura di numerosi ristoranti italiani – dice Radhika Ganaphaty Ojha, delegato Veronafiere nel sud est asiatico -. La conoscenza e la qualità del vino italiano è diffusa e spesso la richiesta di alcune etichette arriva direttamente dal consumatore. Abbiamo fatto un’indagine a tutto tondo, intervistando diversi player, dal settore ho.re.ca, ai ristoranti, ai consumatori e il feedback è stato unanime, sono tutti molto interessati al vino italiano. Inizialmente, le delegazioni del sud-est asiatico presenti a Vinitaly erano quelle dei Paesi più sviluppati, Singapore, Thailandia e Malesia, ma negli ultimi anni la tendenza ha visto nuovi mercati emergenti interessati all’importazione, Brunei, Myanmar, Laos e Cambogia che in questo momento stanno investendo molto nel settore turistico e registrano una richiesta sempre più importante di vino italiano. Riguardo al mercato coreano, dopo la firma dell’accordo bilaterale con l’Unione Europea abbiamo assistito a un aumento molto rapido del consumo di vino italiano. Per Taiwan, invece, sono necessarie azioni promozionali più intense per la diffusione del valore italiano. Il canale di distribuzione ho.re.ca in questi mercati è decisamente quello trainante, anche se recentemente sono subentrati tra i player della filiera i negozi specializzati enogastronomici. Questo fenomeno ha introdotto un nuovo flusso di domanda-offerta. I negozi invitano i loro clienti-consumatori finali a degli eventi ad hoc ed acquistano direttamente anche in quantità considerevoli. È un canale nuovo e interessante”.
“Il mercato del vino in Malesia sta crescendo di circa del 10% e anche i vini italiani stanno guadagnando nuove quote di mercato – ha affermato Wong Yin-How, Managing Director Vintry, buyer dalla Malesia -. Per il momento i vini più venduti sono quelli toscani, ma ho scelto di venire a Vinitaly proprio per cercare nuove cantine che producano vini bianchi e freschi. Posso definirla sicuramente un’esperienza costruttiva, ho trovato produttori del Piemonte, Sicilia, Umbria e Campania, davvero molto interessanti. La mia permanenza in fiera non è ancora conclusa, sono certo che troverò anche altri produttori potenzialmente interessanti per il nostro mercato”.
C.d.G.
(Foto, Ennevi VeronaFiere)