Lavori finiti per la struttura della Repubblica Ceca. Padiglione Italia accoglierà i visitatori con molte sale in allestimento
(Il padiglione della Repubblica Ceca, l'unico ad essere completo)
Mancano trenta giorni. Un mese esatto al taglio del nastro dell’Expo 2015 a Milano. Ed oggi l’unico padiglione ad essere stato completato è quello della Repubblica Ceca.
I dubbi rimangono su tutto il resto. Il Padiglione Italia non sarà completato, perché come detto da un tecnico “servirebbe un miracolo”. Il vero allarme rosso è scattato per le strutture lungo il cardo Sud. È lì, in quella parte del padiglione italiano dove sulla carta ci sono gli spazi della Regione, la mostra di Confindustria e le 'eccellenze agroalimentari' di Coldiretti, che i ritardi sono più gravi. È lì il problema, ammettono tutti. Talmente tanto che adesso si tenterà la corsa disperata. Ma c’è un piano di emergenza per riuscire, a cominciare da Casa Lombardia, a salvare almeno in parte la situazione: a breve si dovrebbero fare entrare i tecnici per attaccare con gli impianti interni, mentre esternamente gli operai di Italiana costruzioni continueranno a lavorare sull'edificio. Anche così, però, ci sarà da accelerare e per molti sarà praticamente impossibile che il Primo maggio – il giorno dell'inaugurazione col premier Matteo Renzi, mentre il presidente Sergio Mattarella non ci sarà – tutti gli allestimenti saranno terminati così come da disegno definitivo.
E il tormentato Palazzo Italia? La realizzazione dell’edificio principale, giurano tutti, con i turni di 24 ore su 24, i rinforzi di uomini, e i tempi strettissimi che ci sono arriverà comunque in porto. Sono gli allestimenti dei cinque piani che non saranno terminati al cento per cento: anche in questo caso si partirà cercando di dare la sensazione ai visitatori di trovare qualcosa a ogni tappa e si concluderanno i lavori interni dopo il taglio del nastro.
Su diversi fronti il cantiere di Expo andrà avanti fino all’ultimo giorno utile per recuperare i ritardi: è quello che accadrà per alcuni padiglioni dei Paesi che sono ancora in affanno, dove si lavorerà sino alla fine. La prova è rappresentata dai collaudi: saranno fatti con autocertificazioni dai progettisti. Poi arriveranno controlli a campione. Nella corsa generale, però, è Padiglione Italia a dover lottare contro i ritardi più evidenti.
Non è mai stata semplice, l’impresa di Padiglione Italia. È un intero quartiere che sorge lungo il viale più corto di Rho-Pero. Ci sono le quattro strutture che si affacciato sui 350 metri del cardo. A Nord il padiglione dell’Unione europea e quello del vino, che sono a buon punto (come gli spazi a rotazione per regioni e territori); a Sud le costruzioni di Coldiretti, Confindustria e Lombardia in difficoltà. E soprattutto c’è Palazzo Italia, l’edificio principale, l’unico destinato per ora a rimanere in piedi. Un progetto talmente complesso che, ripetono i tecnici, avrebbe avuto bisogno di più tempo. Anche senza le inchieste.
Tornando al padiglione della Repubblica Ceca, la struttura è stata messa a punto dai giovani architetti dello studio Chybik+Kristof ed è stata terminata in tre mesi con un investimento di 8 milioni di euro.
A guidare la partecipazione all’Esposizione Universale è il tema “Laboratorio di vita”: leitmotiv è l’acqua che rimanda ai tre grandi fiumi che attraversano il paese e alle acque termali. Il visitatore è accolto da una grande piscina sulla quale galleggia una scultura che ritrae un uccello-macchina: quest’area diventerà dopo il tramonto il cuore pulsante del padiglione grazie a un ricco calendario di eventi tra feste regionali, eventi culturali, celebrazioni di anniversari storici, dimostrazioni folkloristiche, degustazioni, attività e laboratori per bambini. Nel corso dei sei mesi inoltre la Repubblica Ceca organizzerà alcune iniziative speciali a tema come le Giornate della Scienza e dell’Acqua (in luglio) e quelle del Design (in agosto).
C.d.G.