di Michele Pizzillo
La crescita dei consumi alimentari è auspicata, ma non c’è ancora.
Di contro, ed è un aspetto positivo da sottolineare, cresce Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione in programma a Parma dal 9 al 12 maggio e, che, a Milano ha già presentato numeri da record: 3 mila espositori su un’area di 130 mila metri quadri, 70 mila visitatori attesi, di cui 15 mila dall’estero, fra questi 2.000 top buyer che grazie alla collaborazione con Ice Agenzia sono stati selezionati in ogni continente; investimenti per oltre 3 milioni di euro nell’ambito del programma governativo di promozione “The Extraordinary Italian Taste” per sostenere la presenza dell’agroalimentare italiano nel mondo. In più, in concomitanza con l’evento fieristico si terranno il “World Food Research and Innovation Forum” e l’assemblea annuale di Federalimentare.
A questo punto non si può non evidenziare come a Parma ci sarà tutto quello che di buono può produrre non solo l’Italia, visto che la presenza straniera è molto interessante sia per la Fiera sia per gli italiani che avranno voglia di confrontarsi con le più importanti produzioni agroalimentari del mondo. Facendo di Cibus, così, la piattaforma per eccellenza dell’industria alimentare italiana ma, anche, per incrementare gli scambi con i mercati esteri. Grazie anche “alla continua crescita di Cibus – diceGian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma – per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche per i numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8%. Il quartiere fieristico è sempre più moderno e funzionale per accogliere espositori e visitatori e, poi, si potrà tornare ad un pezzo di Expo, visto che all’ingresso ovest della fiera è stato rimontato il padiglione che ha ospitato CibusèItalia che per sei mesi è stato il punto di riferimento dell’agroalimentare italiano all’esposizione universale di Milano”.
La presentazione di Cibus è anche l’occasione per fare qualche riflessione sul comparto alimentare italiano, sull’andamento dei consumi, sui flussi verso l’estero. Un comparto che nel 2015 ha raggiunto i 37 miliardi di euro di fatturato, facendo ben sperare di raggiungere l’obiettivo delineato dal governo, dicono dalle parti di Parma ma anche in Federalimentari, di raggiungere i 50 miliardi di giro d’affari entro il 2020. “In termini qualitativi, di valore aggiunto e conseguentemente di prezzi riconosciuti ai nostri prodotti sui mercati internazionali, l'esportazione agroalimentare italiana non ha concorrenti – sostieneLuigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare –. Il traguardo di 50 miliardi di euro a fine decennio garantirebbe un aumento degli occupati diretti e indiretti di circa 100.000 unità e permetterebbe al Made in Italy alimentare di entrare nella leadership europea colmando in parte il gap con gli altri Paesi. Con un 67% di aumento dell'export l'anno, l'obiettivo è alla nostra portata. Oggi la sfida è quella di trasformare quei progetti capaci di creare occupazione e ricchezza, in investimenti e in risultati in termini di esportazione del food and beverage italiano per consolidare un trend di crescita positivo. E se Expo ha consacrato nel mondo il modello alimentare italiano come modello di riferimento internazionale, quest'edizione record di Cibus sarà l’occasione per ribadirlo. Stiamo già guardando oltre, per rafforzare in futuro la presenza internazionale di questa manifestazione con modalità che diano sempre più servizi e vantaggi competitivi alle aziende italiane che promuovono i loro prodotti nel mondo”.
In quest’ottica va vista l’evoluzione di Cibus che da fiera leader di settore sta diventando piattaforma permanente di conoscenza e promozione per sostenere l’export agroalimentare italiano. Aggiunge il ceo di Fiere di Parma, Antonio Cellie: “Cibus 2016 è il traguardo di anni di lavorodurante i quali abbiamo accompagnato le imprese alimentari italiane nelle più importanti fiere internazionali di settore (da Pechino a Bangkok, da Chicago a San Francisco), organizzando road show (Tokio, Dubai, Singapore) e incontri con i buyer esteri nel Cibus Market Check (da Mosca a New York, da San Paolo a Shanghai). La sfida per i prossimi anni è trasformare Cibus in una piattaforma permanente per la promozione all'estero a disposizione del food Made in Italy e delle istituzioni. Con le 3 mila aziende italiane espositrici, daremo al mondo una rappresentazione straordinaria del nostro patrimonio di competenze lungo tutte le filiere. Insomma, vuol dire che non n vale la pena sprecare risorse per competere con le grandi esposizioni fieristiche; dobbiamo essere consapevoli che noi siamo una fiera di terroir che ha l’obiettivo di far crescere, cambiare, innovare e accompagnare l’agroalimentare italiano nel mondo”.
E, secondo Cellie, c’è qualcuno che sta pensando di imitare quello che sta facendo Cibus. Che, intanto, con la partecipazione di 3mila aziende, presidia tutti i settori merceologici, anche con interessanti novità come la sezione dedicata ai prodotti freschi e freschissimi, un’altra all'ittico e una relativa ai prodotti certificati Halal e Kosher. Da record anche le centinaia di innovazioni di prodotto – dovrebbero essere 2.500 – che saranno presentate a Cibus a testimonianza di un grande dinamismo delle aziende italiane che punta a conquistare nuove spazi sui mercati esteri, così come a contribuire al rilancio dei consumi familiari in Italia. Crescono i prodotti biologici, gluten free e vegani come pure il ricorso a packaging più rispettosi dell’ambiente. Ed Elda Ghiretti Cibus brand manager sottolinea: “icomparti storici di Cibus sono affollati da tanti espositori, in parte nuovi in parte che tornano dopo qualche assenza, perché Cibus è una kermesse con centinaia di show cooking, degustazioni, eventi di ogni tipo, oltre a 25 convegni e workshop”. E, poi, c’è la grande attenzione per ilmondo del retail con molti eventi. Ma, anche, “Pianeta Nutrizione”, il 12 maggio, con il convegno “Alimenti: miti e controversie”, dedicato a due tematiche molto dibattute: gluten sensitivity e i lipidi negli alimenti.
Infine, il World Food Research and Innovation Forum, organizzato dalla Regione EmiliaRomagna con il patrocinio della Comunità Europea, in collaborazione con Cibus e Federalimentare. Si terrà in città, il 9 e 10 maggio. Al centro dei lavori le sfide per l’alimentazione del pianeta, la legacy di Expo Milano 2015 e la Carta di Milano, l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli impegni assunti dalla comunità internazionale per vincere le sfide sul cambiamento climatico.
Cibus è anche la cornice scelta dal Sistema Parma per invitare i delegati delle Città Creative Unesco per la gastronomia: un network a cui la città ducale è stata ammessa nel dicembre scorso e che annovera altre 17 realtà, spaziando dagli Usa alla Cina, dal Brasile alla Corea del Sud, dalla Norvegia alla Spagna.