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L'evento

Dal panino “spaccaballe” al cuoppo fritto, assegnati gli Oscar del cibo di strada

26 Febbraio 2015
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(“Nino u' Ballerino e Mauro Rosati)

Da Milano, Michele Pizzillo

Vederlo manipolare e cucinare e farcire i panini con polmone e milza, è uno spettacolo davvero piacevole anche se può sembrare una sorta di robot. Che improvvisamente diventa umano.

E con lacrime vere, quando la giuria (composta dalla food blogger Chiara Maci e dalle giornaliste Luisanna Messeri, Elina Poli e Carlotta Girola e il direttore di Qualivita Mauro Rosati nelle vesti di presentatore e coordinatore di tutta la manifestazione) gli assegna l’Oscar del cibo di strada.


(Nino U' Ballerino)

Nino u Ballerino (chiamato così per i movimenti che improvvisa, quasi come una danza, mentre prepara i panini, ndr), al secolo Antonino Buffa, palermitano, tanto che le sue lacrime, di gioia ovviamente, commuovono giornalisti e buongustai che si sono dati appuntamento nello spazio Enel, nel cuore della vecchia Milano, per assistere all’esibizione dei magnifici dieci che sono arrivati alla finale per l’assegnazione di un premio che ha l’obiettivo di valorizzare il cibo di strada. Composizioni alimentari che si tramandano di padre in figlio. Tant’è che lo stesso Buffa, a Palermo, porta avanti un locale in attività dal 1802. E il suo “pani cà meusa” è di antichissima tradizione da “Nino U’ Ballerino dal 1802” nel palermitanissimo quartiere Capo, tanto che alla manifestazione milanese è stato premiato anche per la categoria “carne e frattaglie” oltre che come miglior locale regionale. E, quindi, è ampiamente giustificato il pianto di Nino al verdetto della giuria. Uno spettacolo, questo, che potrà aggiungere ai movimenti che compie durante la preparazione dei suoi saporitissimi panini. Nino ha ringraziato tutti, soprattutto dopo essere stato coinvolto nella denuncia per furto di energia elettrica del suo locale.


(Rosario Umbriaco)

I 47 mila utenti/consumatori del portale www.cibodistrada.it, il primo spazio esclusivamente dedicato alla gastronomia di strada nato dalla collaborazione tra Italiaonline, la prima internet company italiana e uno dei maggiori esperti del mondo agroalimentare, Mauro Rosati, fra i mille locali in competizione hanno portato in finale anche un altro street chef siciliano, Rosario Umbriaco della “Tavola Calda Europa” di Enna. Umbriaco non ha vinto l’Oscar, però ha conquistato il consenso del pubblico, tanto che l’“arancina (lo diremo alla palermitana) con ricotta fresca e Piacentinu Ennese dop” è andata a ruba. Un cibo splendido, questa arancina che va gustato strato dopo strato per cogliere i sapori della grande quantità di materie prime utilizzate nella preparazione, secondo una ricetta gelosamente custodita dalla famiglia e che Rosario ha voluto rinnovare dopo che a Leonforte hanno introdotto la coltivazione del riso. Ed è, anche, la prima arancina a marchio depositato.

Gli altri otto finalisti che si sono esibiti in diretta davanti alla giuria e al pubblico, sono i fiorentini Tommaso Mazzanti de “All’antico vinaio” che ha presentato la schiacciata “la favolosa” e Stefano Masini di “Amici di Ponte Vecchio” con “covaccino con stracchino e salsiccia”. Dall’Abruzzo è arrivato Raffaele Venditti di Luca dei Marsi che con l’insegna “Venditti porchetta” ha proposto il panino “l’abruzzese” ripieno di porchetta di ottima qualità per la modalità di cottura e l’uso delle spezie. A Parma ha conquistato il favore degli utenti/consumatori del portale del cibo di strada, il trio Stefano Ferrari, Riccardo Meneguz e Giancarlo Peschiera autori del panino “spaccaballe”  farcito di arrosto di maiale, insalata e peperoncino. Molti consensi ha ricevuto anche il lucano Domenico Malvasi di Marconia di Pisticci con la sua ottima “puccia con porchetta”, un pane a lentissima lievitazione e una porchetta sottoposta a marinatura a base di spezie selvatiche e che è stato uno dei più richiesti della serata milanese. Il Veneto è stato rappresentato dai fratelli Massimiliano e Barbara Schiavon de “la folperia da Max e Barbara” di Padova che portano avanti la tradizione degli storici folpari che nel ‘600 pescavano nel fiume Brenta. Mentre Fabrizio Cerquaglia di “Le roi de la crepe” di Todi ha proposto “la crepe con sella, pecorino e erbe” e il napoletano Antonio Dell’Ermo ma che rappresenta la Lombardia con il suo locale “Bello&Buono” di Milano, ha portato un piatto tipicamente napoletano, il cuoppo fritto.