da Milano, Michele Pizzillo
I numeri di Tuttofood, fiera internazionale dell’agroalimentare in corso nel quartiere fieristico di Rho, praticamente di fronte al sito di Expo, sono da record: 10 padiglioni su 180.000 metri quadrati dove hanno trovato posto 2.838 espositori che presentano 7.000 marchi e, mischiati con i visitatori professionali, un nugolo di buyers arrivati da tutto il mondo.
Un bel botto, insomma, per Fiera Milano che ha appena sostituito l’amministratore delegato Enrico Pazzali con il direttore generale di Fondazione Fiera Milano, Corrado Peraboni, che al suo esordio nel nuovo incarico ha sottolineato: “A grandi settori corrispondono grandi fiere e, quindi, si sentiva il bisogno di una rassegna di respiro internazionale in uno dei settori trainanti del Made in Italy”.
E così Tuttofood, che con questa edizione diventa la terza fiera in Europa, viene ad affiancarsi a manifestazioni come il mobile e la moda che hanno proiettato Milano fra le grandi piazze fieristiche internazionali. L’ambizione di Peraboni adesso è quella di fare di Tuttofood la vetrina internazionale del cibo italiano. Tant’è vero che “il primo passo dovrebbe essere l’internazionalizzazione di Tuttofood – ha detto Peraboni -. Andare fuori è una missione per fiere adulte”.
Solo che non bisogna trascurare l’effetto Expo. Tuttofood è stato inaugurato il terzo giorno di apertura dell’esposizione universale, si trova a poca distanza dal sito Expo, ha come filo conduttore la stessa tematica, il cibo: potrebbe aver sfruttato questa opportunità. Ma, poi, qualcuno dice che si è trattato di un traino più psicologico che sostanziale, visto che i visitatori di Expo rappresentano un pubblico di consumatori invece a Tuttofood ci sono operatori e buyers. Allora? Si potrebbe dire che Tuttofood, per quattro giorni, è l’anima business dell’esposizione universale. Da una parte si va alla scoperta del cibo del mondo; dall’altra, un pubblico diverso, fa affari con il cibo. E che affari per l’Italia visto che l’agroalimentare sta dando segnali di risveglio del mercato interno e conferme da un export che continua a premiare il brand Italia.
All’estero, nonostante il rischio di barriere non doganali e la complessa situazione di alcuni mercati, le opportunità sono più che positive, cominciando dal dolciario che è arrivato a un giro d’affari di oltre 13 miliardi di euro, conquistando il secondo posto in Europa, dopo la Germania. E all’estero continua a piacere anche la pasta italiana, che ha raggiunto 2,1 miliardi di euro di export, praticamente il 55 per cento della produzione nazionale. Pure per i salumi è importante il flusso verso l’estero, arrivato a 917 milioni di euro e una crescita del 7,5% . Positivi anche i risultati dell’acqua minerale che nel 2014 ha prodotto 12 miliardi e 550 milioni di litri. Mentre la birra soffre per gli aumenti delle accise, +30% in 15 mesi, che possono influire negativamente sull’andamento del mercato. Una contrazione dei consumi che, secondo Assobirra, rischia di ridurre gli investimenti delle aziende in Italia.
L’Italia è il Paese dell’olio extravergine di oliva per eccellenza, con 900.000 aziende agricole, 1 milione di ettari coltivati ad olivicoltura. Secondo i dati di Unaprol, il primo consorzio olivicolo italiano, si stima a1,4 miliardi di euro circa il valore alla pianta delle olive e di 3 miliardi di euro il valore del fatturato generato dalla fase industriale della filiera pari al 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare. L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva in generale, con una prevalenza dell’extra vergine che proprio a Tuttofood ha visto la Puglia fare l'en plein dei riconoscimenti della XXIV edizione del Premio dei Maestri Oleari ''Leon d'Oro''. Al vertice della categoria fruttato intenso una produzione di Giovinazzo, mentre per la categoria estera si è affermata una produzione olearia spagnola, di Villanueva de la Reina. A seguire premi per oli di Bronte, Spinetoli (Ascoli Piceno), e Ponte (Benevento). Un olio prodotto a Martina Franca (Taranto) è primo classificato nella categoria fruttato medio, seguito da una produzione abruzzese, tre siciliane e altre tre pugliesi. Mentre tra i fruttati leggeri massimo riconoscimento a un olio di Borgo Incoronata (Foggia), seguito da due oli della provincia di Reggio Calabria e un altro di Grottaglie (Taranto). ''Ora la Puglia – commenta il presidente del Consorzio dei frantoi artigiani, Stefano Caroli – rappresenta una realtà produttiva all'avanguardia nella produzione olivicola ed olearia; una Puglia che non si limita a comprare solo l'ultima tecnologia disponibile nel comparto, ma investe in qualità, ricerca e marketing; una Puglia che lotta con ardore contro una grave emergenza fitosanitaria chiamata Xylella fastidiosa; una Puglia fatta di giovani e meno giovani nel fare sistema tra produttori – trasformazione ed esercenti”. La premiazione ha seguito la presentazione, presso lo stand Unaprol, dei due volumi de ''Il valore dell'olio'' promossa dall'Associazione italiana frantoiani oleari. A conferma che l’Italia è il paese ideale dell’extra vergine.
Anche il settore caseario, è stato ribadito a Tuttofood, è un po’ variabile, con prodotti che soffrono per i cali dei consumi interni e quelli che continuano a vendere all’estero. Cresce invece l’interesse per il bio, anche con vendite interessanti nella grande distribuzione organizzata e, inoltre, Tuttofood ha lasciato molto spazio al gluten free dove sono presenti la quasi totalità delle aziende italiane che producono alimenti senza glutine.
Insomma, a Tuttofood c’è di tutto, con una prevalenza delle innovazioni sia nei campi che nella fase di trasformazione. Ed anche la fiera dell’inventiva, visto che gli espositori non si son o risparmiati a studiare iniziative, anche le più strane, per attirare l’attenzione di visitatori e buyer.